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Fuori tempo

Quando la vita ti riserva una serie di inspiegabili o spiegabili ritardi, ad una certa età avverti un peso interiore non indifferente che ha il sapore della consapevolezza. Tutti i tuoi amici (quelli di sempre) sono sposati, alcuni con prole, qualcuno già alle prese con un secondo matrimonio, altri nel bel mezzo di una fortunata convivenza post separazione, ma tu sei li single da poco o da tempo e ti percepisci fuori tempo. Hai un buon carattere ma comprendi che crearsi un giro nuovo di conoscenze dalle quali attingere per una entusiasmante nuova vita sentimentale è cosa NON semplice. Quando sei fuori tempo diventa un po’ tutto più difficile: la gente è chiusa e meno disponibile, scottata, ha paura e non si apre al contatto sociale tanto facilmente. L’unica nota positiva in questo mio quadretto sociale e che a vivere tale situazione siamo in molti; uomini e donne, l’esercito dei neo-quarantenni.

Lettera pubblicata il 4 Gennaio 2009. L'autore ha condiviso 31 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 25 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 1
    Spectre -

    io sn poco oltre i trenta, per cui nn conosco veramente la tua situazione, però noto che la soglia del “dramma” si sta abbassando alla mia di età. è pieno di persone spaiate e spiazzate attorno ai 30, già stracariche di retropensieri negativi, delusioni, moti di chiusura, blocchi, pessimismo ecc… tante ragazze attorno ai 30 già con figli, o che hanno appena chiuso una convivenza e si trovano a ricominciare con addosso “fardelli” nn da poco. lo vedo per lavoro, purtroppo. i dati che tratto parlano chiaro, basta incrociarli un attimo. Avere a che fare con una generazione di donne così è veramente difficile… quasi una battaglia persa. Le donne diranno sicuramente lo stesso degli uomini.

    e in cosa ci si trova, quando capita di fare nuove conoscenze? spesso nella solidarietà degli sfigati. nn è un bel vivere. uniti, intendo per amicizia, con persone che hanno un loro fortissimo carico di rancore nei confronti dell’altro sesso, ed appena si muovono sembrano in mezzo ad una cristalliera. Lo trovo veramente stancante.

    credo si stia pagando in pieno la rivoluzione culturale degli anni 70-80. in fondo chi è in crisi oggi, è nato attorno agli anni 70 ed è cresciuto negli 80. ci siamo passati in mezzo in pieno noi, e le ns. famiglie, e subiamo il disassamento tipico dei periodi di transizione: vecchi retaggi del passato obsoleti riguardanti famiglia, schematismi sociali legati all’età (prima si studia, poi si deve arrivare attorno ai 30 con moglie, lavoro fisso ben retribuito e con l’idea di avere un figlio entro il primo anno di matrimonio) che si mostrano in tutta la loro inadeguatezza rispetto a quel che le persone poi in realtà sono oggi: più veloci, meno portate a riflettere, distratte da 1000 opportunità, più individualiste, più pronte a pensare che ci sarà di meglio in qualcos’altro, in qualcun’altro ecc… e nn ci si dive crucciare troppo.

    per molto del male che c’è oggi, possiamo ringraziare i ns. lungimiranti genitori, che considero la “pre-generazione di transizione” che ha partorito la vera “generazione di transizione”, cioè noi tra i 30 e i 40. oggi i ns. genitori si lamentano di una società che hanno creato loro, nella quale i loro stessi figli sono costretti a sguazzare per non annegare. È una ruota che gira no?

    Nn che quelli che vengono dopo di noi stiano tanto meglio. Io ho sinceramente temo l’idea di mettere al mondo un figlio visto come procede il mondo attuale.

    La fortuna è trovare in mezzo al buio quella persona che abbia voglia di accendere la propria lampadina insieme alla tua, magari guardandosi negli occhi veramente, con la voglia di cercare davvero quella luce che tutti dicono di volere, ma che non vogliono condividere con il prox.

  2. 2
    kekkoufo5 -

    Caro Spectre, ho 37 anni e sono d’accordo con te nel ritenere che il dramma si stia abbassando sempre più o in linea di massima circola intorno alla soglia dei 30. Io ne faccio parte a pieno titolo non essendo mai stato sposato e vivendo la bellezza di quattro fidanzamenti alle spalle. Non so dirti se debbo considerarmi meglio io rispetto ad una ragazza sulla trentina già divorziata e con prole a carico anche perché semmai oggi dovessi innamorarmi di una donna in tale situazione non avrei alcun problema a lanciarmi responsabilmente nella nuova avventura di vita. Concordo in pieno sulla tua teoria degli schematismi che a sua volta combacia perfettamente con il nostro pagamento del retaggio culturale degli anni di nascita che ci riguardano. Verissimo, siamo in un periodo di transizione, ma questo non dovrebbe significare la fine della nostra generazione; abbiamo diritto anche noi ad avere una compagna con la quale stare bene e sentirci appagati. Forse i punti da prendere fortemente in considerazione sono essenzialmente due:

    1)Non aver paura di stare da soli tanto da evitare di stare insieme ad una ragazza quando abbiamo la consapevolezza della presenza di elementi non funzionali al rapporto.

    2)Accettare, come l’idea della morte in quanto evento non eliminabile della nostra esistenza, che potrebbe accadere di non riuscire mai ad incontrare quella persona che in mezzo al buio abbia la voglia di accendere la propria lampadina insieme alla tua.

  3. 3
    Gaetano -

    Vedo, con molta tristezza, che non sono il solo a pensarla così.
    L’unica soluzione che ho trovato è stata quella di essere più risoluto nel vivere una nuova relazione, prendendo di petto tutto quello che mi capita di vivere.
    Siamo alla mercé di partner molto volubili-impazienti-superficiali, e nonostante sospettiamo come sia la persona con cui stiamo cercando di costruire una relazione, sappiamo che non dobbiamo fermarci all’apparenza e che magari c’è dell’altro da scoprire.
    L’idea che si possa restare soli l’ho già accettata da tempo e non mi fa paura, ma vivere con il pensiero di lasciare qualcosa di intentato non mi dà pace.
    Ad essere veramente sincero, oggi sono single perchè non mi voglio accontentare di una compagna qualsiasi, ci si accontenta sempre nella vita, ma almeno nella scelta del partner non si dovrebbe accettare ma essere esigenti. Preferisco una ragazza meno bella, ma più donna piuttosto che una figona vuota dentro.

  4. 4
    okkiopinokkio -

    Ragazzi mi ritrovo con voi anke io figlio degli anni 70.
    Ma allora c’e’ da chiedersi quale è la ricetta da seguire per avere una storia.
    Quali sono i cardini x una relazione.
    I valori ormai non ci sono + e risulta + facile abbandonare pittosto che costuire e fortificare.
    Allora cosa dobbiamo fare?
    La propria libertà e l’indipendenza hanno argomenti + seducenti e radicati rispetto a sacrificarsi x una vita che ci toglie spazi e desideri e bisogna aggiungere che vogliamo sempre l’opposto di quello che vuole l’altro finendo x annullarci a vicenda.(risultato essere mollati x un’altro/a xkè rappresentiamo una catena al piede mentre l’altro/a da l’idea di nuovo di fresco di diverso)
    Ok conosciamo il male ma quale è la cura?
    Pensare di trovare una persona in simbiosi mi sembra sinceramente una cura da stregone.
    Non ci credo e non voglio crederci.
    Non voglio stare sul ponte ad aspettare.
    Voglio vivere voglio tentare!!!
    Ciao.

  5. 5
    b80 -

    Mi aggiungo a voi.
    A volte anch’io ho paura che nella mia vita sia scritto un destino che mi vedrà da sola. Ho 28 anni e non sono ancora “vecchia” però a volte mi sembra di leggere questa sorte tra le pieghe della mia vita, mentre guardo tutte le mie amiche che si sposano, quelle che l’hanno già fatto e hanno divorziato, quelle che già hanno dei bambini e quelle che stanno programmando di averne, quelle che hanno delle storie serene, tranquille e senza burrasche esistenziali…
    Sarà perché ho avuto due storie molto lunghe con due uomini molto più grandi di me che mi hanno disabituato a guardare alla mia età con lo spirito della mia età, o forse per via della mia ultima storia, lunga e intensa, in cui credevo molto ma che si è sgretolata senza un perché come neve al sole… e chissà poi che ne sarà di me e di lui…
    A volte i quarantenni single sono così abituati a star da soli che faticano a fare posto a qualcun’altro nella propria vita nonostante dicano di volertici a tutti i costi…
    Hai ragione, Spectre, i blocchi sono molti e molti sono determinati dalle storie precedenti o, più semplicemente, dalle abitudini, mentre molti altri sono imposti dai tempi di oggi che in un rapporto non ti fanno mai sentire al sicuro, complice il relativismo dei più per cui tutto può cambiare da un momento all’altro e le certezze non vanno più di moda.
    A me piacerebbe un matrimonio vecchio stile, dove si rimane insieme per sempre, di fronte a tutto e tutti, come i miei genitori, però concordo con Gaetano quando scrive che almeno in amore bisogna essere esigenti.
    Io lo sono e so di esserlo e forse, nonostante tutti i pregi che posso avere, è questo ciò che mi fa credere che a dispetto di tutti i miei sogni di avere un giorno una famiglia, probabilmente non è un destino che mi appartiene.
    A prezzo di restare sola vorrei trovare un uomo come dico io ed almeno su questo non mi voglio accontentare.
    Voglio amarlo da morire e sentirmi amata da morire.
    Non deve essere speciale per la massa della gente ma deve piacere a me, fino in fondo, anche fino all’ultimo difetto…
    Devo sentire che è lui e che posso giurargli amore e fedeltà in eterno, altrimenti ben venga restar soli.
    Non riuscirei a giurare in nome di un amore immenso che non provo, che non sento, e a cui non credo.
    Se non c’è questo, lo stare insieme è solo farsi compagnia, ed io di compagnia, tra la famiglia e gli amici, ne ho già molta…
    Imparare ad accettare il proprio destino è forse la cosa più dura che esiste, fare i conti con ciò che avremmo voluto essere e non siamo, o con ciò che non saremmo voluti diventare ed invece siamo diventati… a ciascuno di noi è davvero dato di cambiarlo?
    Non lo so, ma so di certo che il giorno in cui mi innamorerò di nuovo lotterò per la mia futura storia così come ho lottato per le precedenti.

  6. 6
    minurta -

    Io penso…che se così tanti matrimoni sono falliti, se c’è così tanta gente sola in giro, se il concetto di famiglia è crollato, deve essere perchè appunto il matrimonio è un’istituzione sbagliata, non funzionante, che mostra adesso tutti i suoi difetti e limiti e disfunzioni.
    Perchè persiste l’idea che per sconfiggere la solitudine l’unica soluzione sia trovare un partner? E accasarsi e vivere insieme e fare sacrifici e rinunce ecc? Perchè il sentimento dev’essere schematizzato, ingabbiato, serrato in carte firmate, obblighi, promesse ecc? A me non sembre logico promettere a una persona di cui sono innamorato ORA che l’amerò e ci vivrò insieme anche fra 20 ANNI. Semplicemente perchè sono un essere umano difettoso e non posso prevedere se e quando si verificheranno dei cambiamenti in me e nella mia vita. So solo che quasi certamente avverranno, essendo tutto mutevole e cangiante.
    Perchè temere ed essere tristi che non ci si sposerà? Non c’è nient’altro di desiderabile nella vita? Realizzazione di passioni e talenti, viaggi, scoperte di gente e mondi nuovi, volontariato, amicizie…
    Quanto al fare figli: è assolutamente necessario? Perchè prima non adottiamo tutti i bambini soli e abbandonati e poi, quando non ne è rimasto nemmeno uno sul pianeta, non ricominciamo a metterne al mondo di nuovi?
    Non sto dicendo che non sia giusto desiderare amare. Dico solo che legami stabili, forti e ‘lunghi’ non sono necessariamente l’unica soluzione, nè il limite dell’orizzonte.

  7. 7
    Colplay -

    Anche io fino a pochi mesi fa, ero un uomo felice…a 28 anni ho lottato per avere la conferma di un posto di lavoro che potesse darmi ampie garanzie sul mio fututo insieme a lei. Ce l’ho fatta…ma a discapito dell’amore.Non l’ho trascurata, anzi quante volte mi diceva…”ma perchè mi hai fatto questo regalo…?”….non avevo bisogno di ricorrenze per dimostrare il mio amore. Lo facevo, perchè l’amavo. Si l’amavo, perchè oggi devo essere consapevole che tornare con lei, non sarebbe possibile. Non mi ha mai cercato, nè uno squillo, sms…niente.
    Adesso sono solo, non sono di quelli che dicono …”ah, adesso mi voglio divertire, le devo castigare tutte…”.Io mi divertivo anche prima. Volevamo una famiglia, proprio come quella dei nostri genitori…(anzi priva di quelle sbavature che in 30/35 anni di matrimonio possono sicuramente accadere, ma che ancora ricordo il male che mi hanno fatto). Lei mi ha aiutato anche in quel momento…E’ la donna che ogni uomo vorrebbe al suo fianco, ma io l’ho persa.
    Sono instabile.

  8. 8
    Gaetano -

    @ minurta:

    ti posso suggerire di leggere un libro?
    sono sicuro ti porterebbe spunti di riflessione interessanti, ed il libro è “La scimmia nuda” di Desmond Morris.

    Ciao
    Gaetano

  9. 9
    b80 -

    Minurta, ciao…
    condivido alcune cose di ciò che scrivi ed altre no.
    cominciamo quindi: credo al matrimonio perché penso che la cosa più bella di una coppia sia la progettualità ed ogni progetto di vita richiede un impegno a cui è bello scegliere di non sottrarsi mai.
    guarda, non dico che questo sia l’unico modo di intendere i rapporti. so che non è vero. hai ragione quando scrivi che legami stabili, forti e lunghi, non sono l’unica soluzione, ma questo è soggettivo e per me non è valido. non mi appagano proprio perché per me se manca la progettualità manca il fine… manca tutto…
    la sacralità di questo impegno è la sacralità del matrimonio, cristiano o non cristiano che sia.
    chi si sposa lo fa in quest’ottica o almeno credo che è in quest’ottica che dovrebbe farlo, non perché sia un tributo allo schematismo delle istituzioni, ma perché è un tributo alla propria volontà e all’amore che è la forza che guida la volontà di scelta della persona con cui dividere il proprio tratto di cammino.
    quanto ai figli, se io non potessi averne, sarebbe bellissimo comunque adottarne. un figlio secondo me è quello che tu cresci, non quello che partorisci, senza comunque voler negare che l’esperienza di una gravidanza per una donna può essere un percorso bellissimo.
    purtroppo le adozioni in italia, per i single non credo siano ancora consentite. ma su questo probabilmente sono un po’ ignorante e magari le cose sono cambiate da un po’ di anni ad oggi…
    è un po’ presto comunque, per quanto mi riguarda, per ricorrere ad una scelta del genere…
    quanto al fatto che bisogna sapere stare anche da soli mi trovi pienamente d’accordo.
    certo, se dovessi scegliere, preferirei, per il futuro, trovare l’anima gemella e l’uomo giusto con cui trascorrere la vita, ma preferirei stare da sola piuttosto che stare per forza con qualcuno che non amo…
    ci sono persone per cui il lavoro è tutto, che vivono solo di quello e lavorano 10 ore al giorno puntando ai massimi e non sentono il bisogno di avere una famiglia, e persone che, al contrario, preferiscono ridurre l’orario di lavoro ma coltivare i propri affetti e dedicare più tempo ai figli o al partner.
    non c’è una cosa giusta o sbagliata. ci sono modi e modi di vivere la vita…
    ecco, fosse per me, io per il futuro vorrei una famiglia a cui dedicare il massimo del tempo e dell’amore e a volte divento un po’ nostalgica quando credo che forse non è cosa per me, ma non mi dispero, questo no.
    ognuno ha la sua strada da percorrere, ed io come tutti percorrerò la mia, ed in ogni caso di buon grado.
    in definitiva chi mi conosce non può negare che io sia un “cuor contento” ed è difficile trovarmi di cattivo umore, triste o rassegnata.
    vivo quel che ho ringraziando di averlo e anche se a volte vorrei quel che non ho, non dimentico mai che sono comunque fortunata oltre la media delle persone che popolano questa terra: ho dei bravi genitori, tanti amici, la possibilità di lavorare, né fame e né freddo, per cui, non mi posso lamentare…

  10. 10
    kekkoufo5 -

    Sono contento che il post da me lanciato abbia avuto un buon successo (iniziale). Ogniuno è del resto qui con la storia della sua vita e va rispettato per questo. Io sinceramente consiglio a tutti di leggere un libro di sole 200 pagine che tratta di tutt’altro argomentio: ^Jesper Jull – Il bambino è competente edizioni Feltrinelli^.

    Cosa c’entra direte voi? Bene, c’entra e come a mio modesto avviso. Sono e resto profondamente convinto di una teoria: tutto ciò che di negativo ci accade a causa nostra altro è che un riflesso dei nostri genitori in proporzione a come ci hanno cresciuto.

    In altre parole: noi siamo già pronti alla nascita per tutto quello che poi c’è da affrontare nella vita ma sono i nostri genitori che con il loro volerci educare ci ragalano un tatuaggio invisibile detto imprinting che alterà ciò che sta già per natura dentro noi.

    Questo spiega perchè poi giungiamo a 30 anni e stiamo tutti male.

    La cosa ovviamente si riflette anche in campo sentimentale.

    Con affetto

    Kekko

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