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Essere sensibili. Morire per chi non muore per te

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Sono una persona sensibile e forse è l’unica cosa che so di me. Procedo in diagonale : mi rendo sempre più conto che arrivo a percepire l’atmosfera di un periodo e mi ci ammalo, o mi ci carico. Mi piacerebbe sapere che capita anche a qualcun’altro, ma per ora è soltanto una paranoia. E qui sta il problema principale: tutto ciò che mi riguarda, in cui credo e che sento, non è verificabile in alcun modo. Sento che è un periodo brutto, per tutti, abbastanza negativo. E qui la mia follia: gli altri non se ne accorgono. Magari lo stanno vivendo davvero, tutti quanti, questo periodo in cui ci sono pochi sorrisi e poche speranze, ma non vedo niente di nuovo nei loro volti. Comunque sia, d’accordo, passerà, sia che abbia ragione o no. Quest’altra cosa mi ha sempre condizionato la vita, e quasi sicuramente avrò torto: certi giorni, “il mondo ce l’ha con te”. Frase fatta, ma mi è capitato sempre un sacco di volte. Giorni in cui sembri non esistere o non avere considerazione in nessun modo. Anche periodi interi così. Tu sei sempre uguale ma a giorni non vai bene. Non ho mai capito perché la mia vita va a periodi: Certe volte tutti mi respingono, altre mi corrono tutti dietro. Altre paranoie, chi lo sa. Per adesso mi fermo qui, spero di poter condividere qualcosa con voi.

Lettera pubblicata il 29 Settembre 2010. L'autore ha condiviso 11 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    ventolibero -

    Caro “amico”
    abbiamo già avuto modo di far incontrare i nostri pensieri,anche sei io qui,su questo forum,intervengo di rado (senza voler urtare la sensibilità di alcuno,ho però l’impressione che questo sito stia diventando uno sfogatoio per banali e insulsi sentimentalismi). In merito a quanto scrivi,al tuo scorgere in giro pochi sorrisi e poche speranze,il malessere che ci coglie nel vedere questi volti così intrisi di tristezza e malinconia beh,che dire? Io,nella mia piccolezza e miserabilità,cerco solo di farmi partecipe dei destini di chi non vive nella gioia e nella condivisione?Molto spesso non ci riesco! Credo però,che ci voglia il coraggio del futuro che è prerogativa di chi non si appiattisce sul passato ma si appoggia ai valori essenziali e permanenti che il passato racchiude ma,per meglio guardare in avanti e andare avanti. E questo,nonostante la pochezza dei nostri giorni,le molte situazioni di miserabilità,di bassezza senza fondo,di meschinità davvero deprimente.
    Non ci deve bastare solo quello che ci mostrano gli occhi (i miei sono astigmatici) ma impegniamoci anche nel duro lavoro di gettare nel mondo,a cominciare dal nostro piccolo,minuscolo e insignificante microcosmo,degli sguardi più acuti e più generosi. Non tutti quelli che scrivono qui credo abitino a Milano,Roma ecc. Tanti credo,vivono in piccoli paesi di pochi abitanti e molte sono le situazioni di marginalità e di abbandono davanti alle quali transitiamo sussiegosi con volto indifferente,con cuore chiuso,con passo affrettato! Perché è più facile nutrire soli sentimenti di insofferenza o indifferenza,o magari,all’occorrenza,di rancore e di vendetta. Perché ci ostiniamo a non voler capire invece che,nonostante siamo così presi dal nostro ego e dalle nostre vane glorie,dalle nostre “recitate euforie”, “se niente ci tocca niente può renderci felici”!
    Allora teniamoci la nostra sensibilità e,captando i mutamenti delle atmosfere (intendo riferirmi alle atmosfere del cuore,a quelle che agitano le profondità più remote del nostro animo) cerchiamo di farci compagni di chi,desolato e solo,fugge nella notte! La vita,la vita vera e non il mero vitalismo che è soffocante sopravvivenza,quella nostra come quella dello “sconosciuto che ci passa accanto” ce la dobbiamo portare addosso anche quando ci devasta e ci distrugge!
    Alessandro

  2. 2
    toroseduto -

    Ciao Michele, ciao Alessandro. Sono Mario, è bello chiamarsi per nome.
    Nato nel 48 e ventenne nel “68”. Non sento la nostalgia di quegli anni, sono archiviati nel baule dei sogni da realizzare.

    Voglio solo tirar fuori un episodio. Una fabbrica voleva licenziare 20 operai. Arrivammo in corteo in 4.000. Oggi licenziano centinaia di dipendenti, e…sono cavoli loro.

    Questo per dire che avverto nella vostra sensibilità l’assoluta mancanza di certezze, per esperienza ho imparato che col tempo aumentano. Più si conosce il mondo, più ci si sente smarriti.
    E’ la caratteristica predominante di quest’epoca: l’incertezza.
    Particolarmente per una cosa che ci accomuna: l’idealismo. Nella mia gioventù era quello che ci accomunava, ci faceva stare insieme, essere in tanti ad avere lo stesso sogno, era esaltante.
    Oggi l’idealismo è diventato un fardello individuale. Avere questa caratteristica è una iattura, isola, fa sentire strani e asociali.

    Allora non potendo fare il calcolo delle lettere che rimangono, vorrei
    invitarvi a leggere un libro anomalo, che racchiude tutto quello che vorrei dire. UN UOMO di ORIANA FALLACI.
    Parla di Alekos Panagulis, eroe della resistenza greca, descrizione di copertina: Eroe tragico con una vena di follia. Eroe per sete di verità, di giustizia, di libertà.Folle per troppa fretta di combattere, per troppa voglia di soffrire, amare e morire.
    Un idealista che mi ha fatto riflettere e tolto molti dei dubbi che attanagliano Michele.
    Mi sembra di specchiarmi nelle tue parole quando avevo la tua età.
    Non è un romanzo, induce all’ introspezione e
    aiuta in quello che secondo me è il compito più difficile di ogni cervello funzionante: conoscere meglio sè stesso. Ciao TS

  3. 3
    viallivialli -

    Ciao,

    che dire.. penso che le sensazioni da te descritte sono comuni a molti. pero piu ci penso piu penso che siamo alla fine vittime del nostro ego. i problemi piu grandi alla fine ci sembrano sempre i nostri quando in realtà tutti hanno i loro drammi personali e noi ci interessiamo veramente ai drammi degli altri? nella maggior parte di casi no.

    poi capita a volte che pensi di avere trovato una persona che possa capirti e condividere parte della tua vita (e tu condividere la sua), sia essa un amico o una compagna. nel caso della compagna poi il matrimonio secondo me vuole blindare questa certezza perché vogliamo essere sicuri di non essere piu soli per il resto della nostra vita. purtroppo anche l’amicizia e l’amore (credo… e quanto spererei di essere smentito…) sono variabili e altalenanti nell’intensità (quello che dicevi tu… “Certe volte tutti mi respingono, altre mi corrono tutti dietro”). e vero anche nelle debite proporzioni per amore ed amicizia. credo purtroppo che gli altri come noi stessi essendo schifosamente umani ci facciamo coinvolgere dalle situazioni temporanee modificando rapporti umani con le persone a cui ci siamo avvicinati e che ritenevamo una priorità.

    ti parlo da uomo 32enne ed estremamente deluso da una forte amicizia che si era trasformata in qualcosa di piu (se vuoi leggi la mia storia in un altro mio post). tutto finito. le persone purtroppo cambiano ma secondo me non vuol dire che i sentimenti che c’erano prima fossero falsi. purtroppo poi noi ci stiamo male ma pensiamoci.. chissà se anche noi in passato abbiamo fatto male a qualcuno.

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