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Emozioni e autostima

Spesso mi chiedo quale sia il modo migliore per incassare dei rifiuti, delle delusioni, delle mancate aspettative senza mettere in discussione la propria autostima. Non è una cosa facile ed è abbastanza rincorrente tra i giovani ma anche nelle persone con una certa età. E sono arrivato a una mia conclusione grazie anche ad alcune lezioni universitarie di sociologia: Le delusioni, i fallimenti, le mancate aspettative non sono tutte negative. Non esistono fatti positivi o fatti negativi. Le cose semplicemente accadono. E non esiste un perché. Accadono e basta. Spesso anche le persone forti si lasciano abbattere. La nostra autostima viene messa in discussione, e nella nostra mente corrono i pensieri più disparati: ‘sono stato lasciato perché non valgo nulla’, ‘gli altri sono migliori di me’, ‘non sono in grado di fare nulla mi sento un fallito’ e via via dicendo. E così, la valutazione di noi stessi scende sotto i livelli accettabili. Innanzi tutto c’è da ribadire che al ‘perché’ non c’è mai risposta (diverso da: cosa mi è servito a fare questo? Cosa ho ottenuto a fare questo? Qual è il prezzo che ho dovuto pagare? Che senso ha questa cosa per me?). Spesso queste domande le riduciamo con un ‘Perché??’ ma questo tipo di domanda ha solo due risposte.. perchè si o perché no. Tendiamo sempre a dire le cose negative e mai quelle positive delle persone. Così come meno ci piace una persona più sarà difficile ascoltarla. Più ci piace una persona è più sarà facile ascoltarla.
La situazione personale attuale, ciò che ci accade nella nostra vita privata influenza il nostro modo di vedere il mondo.
Quando ci si fa autocritica, se si ha l’occasione e la possibilità bisogna incominciare a valutare i lati positivi vedendo ciò che si ha già e non ciò che ci manca, sappiamo cosi dove partire. Se non so quali sono i miei lati positivi, cosa racconto al mondo? Cosa investo? Abbiamo tutto quello che dobbiamo avere, se lo si guarda con positività. Come si fa a mantenersi integri davanti a un rifiuto o un fallimento? Ognuno di noi ha dentro di se una serie di risposte, risorse, di capacità e di possibilità che vanno guardate. Le si hanno già, non si deve andare a cercarle. Bisogna allargare il nostro repertorio pieno di strategie e capacità. Se non raggiungo l’obiettivo cosa ho a disposizione per fronteggiare ciò che sto vivendo? Tutto ciò viene racchiuso nell’abilità di coping, la gestione delle emozioni di fronte a problemi più o meno gravi. Il coping è la capacità di risolvere i problemi e di essere gestori attivi degli stessi, indica l’insieme di strategie mentali e comportamentali per fronteggiare una certa situazione. Se fallisco come mi sento? Cosa succede?
Innanzi tutto esistono due tipi di coping: Attivo: capacità di fronteggiare da un punto di vista attivo, mi adatto quando la fonte dello stress può essere modificata o eliminata in modo tale da risolvere o ammortizzare l’effetto che il problema ci da. Coping passivo: quando la fonte di stress non è evitabile e non si può fare nulla, ci resta solo da sistemare la parte emotiva. Non posso modificare ciò che accade fuori. Io non vorrei ma l’altro lo fa. L’altro decide un cambiamento e io non posso modificarlo (tipico esempio la ragazza che lascia il fidanzato). Come si fa a gestire la parte che riguardano le emozioni??? Questa senza dubbio è la parte più difficile. In altre situazioni abbiamo adottato delle strategie che hanno funzionato. Essendo in grado di riprodurle devono essere rimesse in atto. Possono aiutare a rimuovere o ridurre le pressioni esterne. Si può scegliere cosa fare; se stare da soli o al contrario stare in compagnia con amici.
Molto spesso, anzi sempre, il rischio che si corre sono quelle domande fetenti che ti passano per la mente: ‘ah se avessi fatto, se avessi pensato’ non si può cambiare questa realtà, e non si vive con i se e con i ma. Ma ci si basa solo su quello che c’è.. sulla realtà.
Chiedersi che senso ha per noi quell’evento. Le risposte arrivano. Cosa posso fare io di nuovo alla prossima occasione? Ho forse dimenticato o dato per scontato qualcosa?
Questa è la capacità di superare anche lo stress emotivo, oltreché segno di maturità: cosa imparo da ciò che mi succede. Se si guarda il problema nella sua interezza mi crolla addosso, bisogna vederlo in tanti pezzi risolvibili volta per volta come se fosse un Puzzle. Io comincio dall’inizio, parto e dove arrivo…Arrivo! Spesso il tipo di relazioni che abbiamo con gli altri rappresenta un fattore chiave per il nostro modo di gestire lo stress, è importante avere una rete di persone.
Se io so chi sono e cosa voglio, se ho stima di me stesso avrò intorno a me persone che mi amano mi rispettano e mi stimano. Se non so chi sono, e non so cosa voglio avrò intorno persone che non mi amano e non mi stimano. È importante sapere in quale posizione vogliamo stare.
Siamo persone normali non di certo da cartolina e tantomeno da rivista, e siamo quello che siamo. Abbiamo la nostra faccia e il nostro corpo. Bisogna accettarsi e accettare gli altri per quello che sono al 100%. Se l’altro non mi sta bene, o non mi sta bene del tutto non posso pensare di cambiarlo. Se decidessimo di intraprendere delle relazioni bisogna valutare se l’altra persona ci sta bene così com’è, con pregi e difetti inclusi, bello o brutto che sia.
Se si fa una questione personale o di onore o se c’è qualcosa che ci da fastidio e non riusciamo a metabolizzare il problema allora bisogna cambiare persona. Se si sta con una persona che ci svaluta sempre è un casino, non posso pensare di cambiarlo e non lo cambierò, la posso solo lasciare.
Se io decido di cambiare non posso pretendere che il mondo intero e le persone accanto a me cambino insieme a me.
Si possono prendere delle abitudini che sono buone per noi. Crearsi uno spazio o creare situazioni piacevoli; Tipo riempire la vasca del bagno, staccare il telefono, leggersi un libro. E nessuno deve romperci le palle. Bisogna quindi trovare delle strategie, che sia fare giardinaggio, che sia disegnare. Deve essere un qualcosa che vada bene e che ci aiuti per staccare dalla situazione che ci fa stare male, dobbiamo trovare un confine dove nessuno può entrare.
La resistenza corrisponde alla capacità umana di affrontare le avversità della vita. Superarle e uscire rinforzato o addirittura trasformato.
Resistere alla distruzione proteggendo il proprio ‘io’ da circostanze difficili è anche la possibilità di reagire positivamente a discapito delle difficoltà con la voglia di ricostruire utilizzando la forza interiore propria degli essere umani.
Bisogna trovare dentro di se risorse e forze per superare un evento.
Bisogna avere la capacità di usare l’esperienza nata da situazioni difficili per costruire il futuro. Fallimenti compresi (che non sempre sono negativi, servono per noi come bagaglio di esperienza).
Cosa posso guardare di me alla luce di ciò che è successo e cosa mi porto a casa?
La manipolazione risolve il problema apparentemente. Si può manipolare ma è faticoso, e alla lunga non paga e non regge. Anzi, sposta solo il problema più in là e prima o poi si ripresenterà. (esempio: la ragazza che vuole lasciare il fidanzato e lui fa di tutto per non essere lasciato con fiori, dediche, telefonate, e la ragazza intenerita lo accontenta).
La resilienza è chi sa sopportare i dolori senza lamentarsi, chi sa reggere le difficoltà senza disperarsi. È anche mettere in ordine esperienze di gioia e di dolore legate tra loro con un filo di correlazioni e di significati che rende plausibili le interpretazioni positive e ristruttura le esperienze negative. L’impossibilità di cambiare il corso degli eventi, senza subire con rassegnazione ma credendo nella capacità di generare nuove potenzialità. Dobbiamo fottercene del giudizio esterno, non ci deve assolutamente fregare niente. Stiamo dando un senso alla nostra vita e a quello che ci succede. Se diamo significati alla nostra vita, quest’ultima diventerà migliore. Gli eventi accadono comunque. E bisogna imparare ad accettare anche i no degli altri, se non vogliono stare con noi.
Vi consiglio di leggere un libretto intitolato ‘chi ha spostato il mio formaggio?’ e di vedere il film ‘Un mercoledì da leoni’. Bisogna essere attori e protagonisti della propria vita. Ciascuno di noi può essere straordinario per quello che è 🙂

Lettera pubblicata il 26 Maggio 2010. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 13 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    elisabetta -

    Caro Davidino,
    il tuo è un ragionamento troppo razionalistico e chirurgico per essere ascoltato e pienamente condiviso da chi in questo momento, come me, hanno il cuore fracassato e l’autostima abbastanza provata!
    Non voglio dire che non sia giusto quello che dici, anzi, direi giustissimo….ma non attuabile in determinate circostanze della vita di ognuno di noi, quando inevitabilemente si soffre e si sta da cani!!
    E’ un pò come dire “ti ha lasciato, ma non starci male, capita e basta!”
    Eh, no, caro, no e poi no! Perchè ogni storia ha un suo percorso e dei risvolti particolare e tu non puoi sapere se troncare quella storia sia stata la cosa piu giusta da fare solo perchè quacuno o tu stesso hai deciso cosi! Dalla fine, direi prematura, della mia storia ho imparato che bisogna lottare fino allo stremo prima di poter dire “basta!”. Ed è quello che non è successo a noi, perchè lui ha dato un taglio netto senza alcun preavviso e con una proposta di matrimonio in ballo! Motivazioni anche abbastanza ridicole le sue per mandare a monte una storia di 4 anni! Lui non ha voluto e non si è posto il problema di dover risolvere un problema o una difficolatà, ma semplicemente ha scelto la via piu breve e meno faticosa, quella che ogsi è alla base dei fallimenti di tanti matrimoni e di tanti rapporti importanti: GETTARE LA SPUGNA!
    Eh, è stato un pò come avere davamti un paziente con arresto cardiaco e stare lì a guardare senza fare niente, per poi comunicare ai parenti “mi spiace, ma è morto!”. Beh, se pèrmetti, mi rode un pò il c… a pensare che qualcuno abbia deciso anche per me senza darmi neanche il modo di prepararmi psicologicamente o senza avvertirmi di nulla!
    Come fai in casi come questi a dire “succede e basta”?
    Andiamo avanti e accettiamo il rifiuto di una persona!

    Si puo dire basta solo dopo aver fatto di tutto per salvare uan storia!! Non cosi, non lo accetto! La mia autostima non lo accetta!

  2. 2
    che palle -

    mio nonno faceva il contadino e ha vissuto da uomo tra rifiuti, smacchi, tragedie senza farsi le tue menate pseudosociologiche.
    ma esci e vai ad ingropparti una colombiana, vedrai che ti passano tutte le fisime.

  3. 3
    srvgb -

    Ciao Davidino,
    Le tue parole come dice Elisabetta, sono troppo razionalistiche e appunto non fanno una piega.
    Ma anch’io che ho il Cuore fracassato per qualcuna che non si è presa la propria responsabilità e dopo non un litigio, bada bene ma solo un esternare le proprie cose e come si è e su richiesta dell’altro di dirle, visto il mio carattere un pò introverso, se ne è andata trovando scuse del tipo non mi dai sicurezza o non sei deciso.
    Io sono per questo confronto e da qui si riparte. Ma lei si tirata fuori dal gioco o forse non si è mai messa, dopo un Anno e più. Mi sembrava facesse solo contorno a me.
    Anch’io non ci stò.

  4. 4
    Davidino -

    (1 parte)E’ proprio vero, l’amore fa più strage delle malattie. Un po’ come dire “il giorno prima ti amo, il giorno dopo ti uccido”. Ci sono passato anch’io e non è affatto bello.
    Ogni storia, ogni delusione o falsa aspettativa insegna. NOn sono quindi così negative, ed è quello che cercavo di dire nel mio blog. Non esistono fatti positivi o negativi. Le cose avvengono e basta, lo riscrivo perchè ne sono fermamente convinto.
    E anche tu me lo confermi con la frase “della mia storia ho imparato che bisogna lottare fino allo stremo prima di poter dire “basta!”.” Non ci vedo nulla di male nella frase che hai postato tu. “ti ha lasciato, ma non starci male, capita e basta!”. Chi inizia una storia deve mettere in conto anche questo alto rischio. Le cose come iniziano possono anche finire. E’ difficile da capire ma è così. E a volte vuoi per la felicità, vuoi per le fette di salame sugli occhi o vuoi che sei così presa da quella persona non ci pensi minimamente. Ma siamo realisti e obiettivi e basiamoci sulle cose che ci sono. Io che sono un sognatore ad occhi aperti ti dico che fino a qualche tempo fa credevo nell’amore eterno. Alla luce dei fatti di ciò che succede non ci credo più, nulla è eterno (forse solo Dio lo è).
    Le storie che vanno avanti da anni e anni durano semplicemente per abitudine. Almeno, al giorno d’oggi è così, un tempo forse magari era diverso. Ecco perchè si spiegano i tradimenti… le scappatelle.. (che reputo squallide) o come nel tuo caso una gettata di spungna da parte del tuo fidanzato. Avresti voluto un matrimonio con una persona che neanche ti amava più? (perchè chi lascia non ama…). Forse a questo punto è meglio che sia andata così. Si sentono storie raccapriccianti di persone che si sposano e che tradiscono o che si separano e divorziano anche a distanza di mesi.. o settimane. Che senso ha il matrimonio allora? E’ una presa in giro.

  5. 5
    Davidino -

    (2 parte) Certo che si sta da cani, sarei fasullo e ipocrita dire che non è così, ci sono passato l’anno scorso e ne sono uscito vittorioso. Ma il percorso comunque è lungo e non puoi pretendere dall’oggi al domani di riprendere la tua vita spensierata, anche perchè 4 anni di storia sono tanti. Tutto ciò che avviene ha un suo percorso, un suo valore, anche la perdita di una persona cara. Figurarsi una storia d’amore. Le motivazioni per cui lui ha dato un taglio all’improvviso? Sicuramente ci sono. Sarebbe bello anche sentire l’altra campana. Spesso ne si sente solo una e ci si ferma a giudicare solo su quella. E’ sbagliato. Per te le sue motivazioni sono ridicole. Ma chi l’ha detto? Per te saranno ridicole perchè magari sei ancora scossa e non riesci o non vuoi trovare una risposta, per lui magari non sono cosi ridicole. Le situazioni possono essere vissute in modi diversi da persona a persona. Le cose vanno viste dai diversi punti di vista e non da uno solo. (Non sto difendendo il tuo ex ragazzo sto solo anaizzando la situazione in modo obiettivo). QUella che stai facendo ora è una manipolazione (ovvero andare fino in fondo per far tornare il tuo ex con te con la speranza di un matrimonio). Cosa fai? Lo riempi di messaggi, di dediche, di telefonate per convincerlo a tornare con te? I dubbi come gli sono arrivati adesso possono arrivare anche dopo e sarai sempre punto e a capo. Semplicemente se l’ha fatto ha valutato le circostanze. Non ci si sveglia la mattina e si prendono queste decisioni.
    Il tuo esempio del paziente in arresto cardiaco calza a pennello per uno studente infermiere e soccorritore esecutore DAE (defibrillatore) del 118 che vede la realtà in una corsia subintensiva e intensiva e la realtà extraospedaliera a casa del paziente e sulle strade. Io non è che non faccio nulla. Metto in atto le mie capacità, le mie competenze e le mie risorse per cercare di risolvere il problema (quello che dicevo nella mia lettera).

  6. 6
    Davidino -

    (3 parte)Praticando il BLS, il protocollo della defibrillazione precoce, e quello dell’ALS (supporto avanzato delle funzioni vitali). Ma metto in preventivo che il paziente può anche morire (come avviene nella maggior parte dei casi se non si interviene in tempo).
    Nell’unità operativa o durante i turni in ambulanza ne ho viste di persone morire.. giovani, anziani, persone con cui avevo legato. Nell’ultimo mese ne ho viste 4 di persone andarsene via in silenzio… E devo ringraziarle perchè nel dispiacere e nelle lacrime versate hanno contribuito a dare un senso maggiore alla mia vita. Mi hanno portato alla riflessione. E poi la morte è un’evoluzione della vita.. lo sappiamo benissimo. Come ho scritto precedentemente, la visione del mondo cambia a seconda delle esperienze e di ciò che si vive nella propria vita privata.
    Hai detto bene, “pensare che qualcuno abbia deciso per me”. L’esempio concreto fatto sul mio blog riguardo il coping passivo: Non posso modificare ciò che accade fuori. Io non vorrei ma l’altro lo fa. L’altro decide un cambiamento e io non posso modificarlo. Non puoi obbligare una persona a rimanere con te. E tu cosa ci puoi fare per modificare la situazione? Nulla. Puoi provare la manipolazione ma spesso non ripaga e risolve il problema apparentemente. Cosa puoi fare per te stessa? sistemare la parte emotiva. E ci vuole del tempo. osa puoi fare tu? Stare a logorarti e star male per tutto il resto della tua vita? Continuare magari invanamente a cercare una cosa che forse non arriverà mai. Parti da quello che hai (dalla realtà) e non da ciò che non hai (le sue spiegazioni che ti sembrano assurde) Dovrai pur reagire. E quindi incomincia a farti un esame di coscienza, di trovare delle spiegazioni. Magari non subito, fai passare questo periodo di rabbia misto delusioni. Ma poi ti dovrai rialzare, pensare di nuovo al futuro. Magari vedere quali sbagli hai fatto, cosa hai sottovalutato in modo tale che alla prossima occasione non ci ricadi.

  7. 7
    Davidino -

    (4 parte) Vuoi piangere? Piangi se può esserti di aiuto. Vuoi tirare i pugni al muro? Fallo. Tagliati del tempo per te. Esci con le amiche, conosci gente nuova. Creati un confine dove nessuno possa entrare. Ascolta musica se ti può aiutare, fatti un viaggio con le tue amiche. E col tempo vedrai che mi darai ragione.
    Se ritornerai a dare un senso alla tua vita così come la davi quando c’era lui sei a metà dell’opera.
    Un ultimo commento sulla tua ultima frase: Più che la tua autostima, è il tuo orgoglio a non accettare la situazione per il fatto di essere lasciata cosi per cosi senza un preavviso. Semmai la tua autostima può essere messa in discussioni con delle frasi del tipo “mi lascia perchè non valgo niente” dove la tua valutazione personale a causa di questo evento peggiora.
    Ti faccio i miei più grandi auguri e ti mando un abbraccione. Tieni duro 🙂

  8. 8
    Lukino65 -

    che palle che dici forse anche tu dovresti seguire le orme di tuo nonno invece di star qui a scrivere str…. grazie

  9. 9
    elisabetta -

    Caro Davidino,
    lo sapevo che avresti scritto cosi.
    La sua campana? Vuoi proprio saperla? Bene, te la dico:”sai, a gennaio eri un pò troppo stressata e nervosa (per lavoro, lavoravo per lui!!!!) e me lo facevi pesare……!” Questo è il motivo per cui non mi amava piuù,me lo ha detto lui e ha anche aggiunto che mi sarebbe dovuto bastare che lui mi preparasse da mangiare (è bravissimo!) e che mi desse lo stipendio… Dopo diche, non potevo e non dovevo pretendere nient’altro..neanche di voler cambiare lavoro!
    Ti piace come motivazione??? Perchè lui non concepisce l’amore come scambio reciproco, ma come semplice accontentarsi del soddisfacimento dei propri bisogni primari, come bere, mangiare, campare e lavorare! Verissimo, tutto molto bello, non discuto! Ma l’amore è fatto anche di altro, non ti pare? Semplicemente lui non è in grado di dare quel poco di piu che è disposto a dare, perchè non concepisce il sacrificarsi o il venire incontro ai desideri dell’altra persona nel momento in cui esulino dai meri bisogni materiali. Infatti noi siamo stati benissimo in questo senso fino al momento in cui io non ho iniziato a esprimere il mio desiderio di cambiare lavoro perchè mi ero resa conto che lavorare e vivere insieme stava diventando davvero deleterio per il rapporto. Ma lui non voleva, sminuiva ogni mio desiderio di prendere altre strade perchè forse le vedevca come minacce al rapporto. Per cui ero diventata fastidiosa, e lui non capendo le mie esigenze…ha pensato che non fossimo fatti l’uno per l’altra e che quindi era meglio prendere la via di fuga piu semplice come poteva essere una ragazzina molto piu piccola di noi, ma che non gli avrebbe garantito alcun futuro..Tant’è che lo ha laciato dopo neanche un mese, nella piu totale umiliazione! Come lui ha fatto con me. L’altro giorno mi ha detto di essere stressato, di non riuscire piu a reggere situazioni impegantive, di non starci piu dento (come dicono a milano) e io nonostante tutto lo capisco! (continua.)

  10. 10
    elisabetta -

    …continua. E in un certo senso lo giustifico, non ce la fa piu!
    Sta bene cosi, lui cerca una donnetta senza troppe pretese che si sappia accontentare, non sopporta una che abbia un carattere forte, perchè lui è molto fragile e ha bisogno di qualcuno piu fragile di lui. Purtroppo è un’ amara realtà, e io me ne rendo conto solo ora..
    Ora mi spiego anche perchè qualche volta dopo quei rari litigi che avevamo lui mi rispondeva sempre:” beh, scusa, ti ho dato lo stipendio, faccio tutto in casa, ti preparo da mangiare..non ti basta?” E io gli rispondevo:”io ti ringrazio di tutto, ma non mi interessano i soldi, io vorrei che tu capissi anche il mio punto di vista sulle cose, vorrei cambiare lavoro perchè mi rendo conto che sta fagogitando la nostra privacy, non ce la faccio piu a sentir parlare di lavoro a colazione, pranzo e cena…Vorrei sfruttare meglio la mia laurea!” Era su questo che vertevano le nostre discussioni!!!! Ma sul resto eravamo perfetti!! Avevamo sani principi e serietà, voglia di fare una famiglia. Avevamo tutto e poi…puff!
    Ecco davidino, ti va bene come motivazione??

    Da un ragazzo di 32 anni ci si aspetterebbe qualcosa di piu, non ti pare? Ma, non credere, lui è perfettamente cosciente di aver gettato la spugna senza aver tentato di far andare meglio le cose, lo sa benissimo. E ti assicuro che, se solo lui avesse parlato un pò di piu, o avesse capito che in un rapporto ci vuole un pò piu di impegno, le cose sarebbero andate alla stragrande..avremmo risolto qualche problema. E di questo sono sicuri tutti, i nostri genitori che tanto adoravano vederci insieme e che hanno fatto davvero molta fatica ad accettare la cosa. Ti basti pensare che qualche giorno dopo avermi lasciata ha detto a sua madre “lo so,un’altra come lei e un’altra famiglia come la sua che mi ha amato tantissimo forse non li troverò piu”. Lui lo sa, ma non può e non è capace di ricambiare se non fino ad un certo punto, fin quando fila tutto per il verso giusto!

    Contento?

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