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Elucubrazioni: solitudine, internet o non internet e altre..

Le persone perfettamente sane desiderano lasciare questo posto. Non parlo di questo sito, ma del virtuale.
Che era e resta un surrogato.
Se sono malata e non posso prender caffè, prenderò l’orzo.
Ma se potessi bere caffè..
Internet è diventato il surrogato del “far filos” come dicono dalle mie parti.
Da fare il filo. ( Quando si filava la canapa o altro, per fare il filo per poi tessere abiti e lenzuola e nel mentre le donne di casa e le vicine si scambiavano ricette, opinioni, segreti, pettegolezzi, problemi, consigli e quant’altro )
Ora son più quelli che la canapa la fumano… che quelli che la indossano.
Mia madre viveva in campagna. Racconta che la sera, tutti i contadini si riunivano, sull’aia d’estate e nelle stalle d’inverno, per chiacchierare, per raccontarsi la giornata, per esprimere pareri, per discutere e litigare, per corteggiare o amoreggiare.
E i cittadini si riunivano in piazza, o nei cortili.
Ora non ci son più le stalle di una volta. Né le aie. O i cortili. E la piazza è lontana, a piedi, e sulla macchina ci siamo stati tutto il giorno, o quasi. La bici…? che fatica…
Ognuno ci si ritrova soli, la sera.
Chi è più fortunato, ha un coniuge o dei figli che ascoltano, a volte qualche parente. La maggior parte delle persone nemmeno questo.
Oggi si vive da soli. Di corsa e da soli.
Nella maggior parte dei casi la gente vive in palazzi di cui non conosce nessuno, a parte buongiorno e buonasera.
E’ un disonore andare a casa del vicino a chiedere zucchero uova o caffè… e perder tempo a chiacchierare dei fatti propri con uno sconosciuto… molto meglio farlo in internet.
Certamente. Qui non vediamo la faccia scocciata dell’altro che ci “ascolta” ( magari sta tenendo aperte tre finestre di conversazione, scarica mp3 e aggiorna l’antivirus ) e ogni tanto ti scrive: “oh! Povero!”.
Internet è il surrogato del filos. Senza lo stesso calore umano. Senza lo stesso confronto vis a vis, , senza le stesse vere sensazioni. ( e meno male… pensa che bello incazzarsi e farsi il sangue amaro con chi non hai mai visto in faccia, al massimo l’hai visto una volta ad un pranzo di chat.
Incazzarsi con qualcuno che non avrà mai nulla a che fare con la tua vita reale.
Con qualcuno di cui, appena chiusa la connessione, non ricordi nemmeno il nick.
O è l’unica cosa che ricordi.
Ma, a quanto pare, a molti piace questo. Lo considerano meglio, molto meglio del reale, meno impegnativo.
Ed invece di cercar alternative si accontenta.
Ma certo. qui incontri “gente” senza doverti mettere realmente in gioco, senza nemmeno doverti pettinare o vestire. O piaccio o non piaccio. O mi si legge o non mi si legge o mi si loda o mi si critica.
Perché dovrei sprecar fatica e tempo per cercar di andar d’accordo o di adeguarmi? ma chi me lo fa fare?
Perché mi dovrei sentir obbligato ad imparare a convivere con il resto dell’umanità?
Mi bastano quelli che la pensano come me.
E che quando spengo il pc tacciono.
E questo il virtuale me lo permette.

Non ho mai sentito tanta unaniminità tra gli psicologi, psicanalisti e affini: internet fa bene.
Ma un paio di volte a settimana, al massimo. Come uno dei tanti punti d’incontro con gli amici.
Non come l’unico. Non come necessità.
Dovremmo ritrovare il tempo e la voglia di fare “filos” tutte le sere.
Non solo per noi adulti.
Anche per i nostri figli.
Che non hanno, come abbiamo avuto noi quarantenni o più, la possibilità di arrivare a casa da scuola, gettare la cartella in un angolo e scendere per strada a giocare con gli amici, a misurarsi con loro, a convivere con loro, senza adulti che mediano da vicino.
Ellosò.
Non c’è tempo, siamo troppo stanchi, chi ha voglia di prepararsi ed uscire? E se esco chi mi dice che incontrerò qualcuno che la pensa come me? Quasi sicuramente mi toccherà andar per tentativi…
E se sono donna? se esco.. ma mio marito cosa dice? E i parenti? E i vicini che non conosco?
Qui è facile. io scrivo, e le persone a cui piaccio si metteranno in contatto con me. le altre mi ignoreranno.
Qui, che importa se sono invecchiato, incanutito, se le rughe mi solcano il viso, se indosso solo tuta e pantofole?
Evviva la comodità e il “non impegno”.
E’ questo che c’insegnano. Mica siamo noi che dobbiamo adeguarci agli altri.
Se gli piacciamo davvero saranno loro ad adeguarsi a noi.
E l’amore?
Ah… quello.
L’amore è una nuvoletta rosa. Il vero amore non ti chiede nulla. Ti ama per come sei. Anche se mi pigli a schiaffi. O se mi tratti da demente. O se mi trascuri per lavoro o altro.
Se ti amo davvero mi vai bene così. Altrimenti mi cerco un’altro.
Ovviamente altrettanto per te.
Perché dovrei fare lo sforzo di cercar di cambiare e di venirti incontro?
Perché cercar di convivere e di trovare un punto d’incontro?
Meglio, molto meglio, cercarlo da un’altra parte. e da un’altra ancora, e ancora…
Però. è divertente.
Però…. Chi me lo fa fare… di impegnarmi a rispettare le esigenze dell’altro?
L’amore non è un impegno.
Esiste l’anima gemella. I più fortunati (circa lo 0,0001%) la trova subito.
Altrimenti basta cercarla fino a quando non la tovi.
Ogni vero rapporto, d’amicizia o d’amore, richiede impegno reale. Richiede di mettersi in gioco. Richiede sensazione, emozioni, sentimenti profondi e reali.
Non virtuali.

forse, e dico forse, se ci si impegnasse di più.. la solitudine non sarebbe così dilagante. e nemmeno tutto ciò che la solitudine porta

Lettera pubblicata il 15 Ottobre 2005. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Attualità - Cittadini - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 15 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    Flavia -

    Cara Ervilia,
    condivido molte cose di ciò che hai scritto. Io sono una di quelle che ha avuto la fortuna di vivere nei cortili di un borgo popolare, in cui i bambini giocavano per strada e alla sera si mettevano le sedie fuori, sul marciapiede o sul balcone, per conversare. I bambini formavano piccole bande in cui ognuno aveva un posto, piccolino o più grande che fosse.
    Poi è iniziata l’era delle chiusure: i portoni sono stati chiusi a chiave, nei cortili i bambini non erano più tollerati perché schiamazzavano, sono arrivati i citofoni, il tenore di vita cresceva e le auto presero il posto della gente per strada e nei cortili. Non era di certo tutto rose e fiori, ma la relazione passava per forza dal vivo e non si immaginava che potesse esistere un virtuale. Forse il virtuale per me potevano essere le lettere col bordo a bandierine bianche rosse e blu che arrivavano dal Canada, dalle zie e dalla nonna, a volte con una fotografia dentro, che mi faceva immaginare come erano loro e i miei cugini lontani. Ora ci sentiamo per telefono, costa molto meno di quei tempi là, e devo dire che questo è un progresso, ma non vivo Internet come un progresso delle buone relazioni, anzi.
    Purtroppo sono caduta vittima anch’io del virtuale, anni fa, e ne ho pagato le spese. Di quell’esperienza non mi è rimasto nulla di nulla, solo amarezza, perché nessuno di quelli che credevo amici lo è ancora. Ora ci sto molto attenta; non ho figli e quindi non ho il problema di salvaguardarli dai rischi del virtuale, ogni tanto entro in questo sito (che per la verità ha avuto momenti migliori in passato) e dico la mia qua e là, niente più, a parte la posta elettronica (vorrei potermi liberare anche di questa, ma non posso).

  2. 2
    Peppone -

    Cara Flavia leggendo per la prima volta noto nelle tue parole un po’ di tristezza, non saprei se dovutapiu’ ad un momento di rimpianto per i tempi passati o per qualche grande delusione che hai avuto con dei tuoi vecchi amici, come tu li chiami, perchè se vogliamo parlare di compagnia va bene ma l’amicizia vera e propria non è mai quasi esistita, anche perchè a volte cambiano gli interessi ed ognuno pian piano inizia ad andare verso nuovi stimoli, basta vederci dentro e capire che qualche volta anche noi stessi ci siamo e ci comportiamo a volte nello stesso modo, cosa ne pensi? Comunque tornando al discorso di prima voglio dire che il passato è passato e purtroppo non tornerà piu’ se non qualche volta nei nostri ricordi,vedi per esempio che corsa si fa a cercare di trasmettere spettacoli e fare dei film sul passato, perchè a molti manca, e si tente di riviverlo sewmpre piu’ spesso, ma intanto contemporaneamente andiamo sempre piu’ indietro ma non nel tempo ma nelle situazioni ( vedi auto, tecnologia etc..)

  3. 3
    Flavia -

    Si Peppone, ho capito bene ciò che vuoi dire, ed è vero che il passato non torna. Bisognerebbe guardare sempre avanti e non considerare né passato né futuro, perché in effetti è solo il presente che esiste davvero. Ma i fatti, i gesti, le azioni, le iniziative prese, quelli restano e producono effetti. Ciò che siamo è di volta in volta il prodotto delle nostre azioni quotidiane. Forse è lì il busillis: ho sbagliato? ho fatto giusto? Per questo forse si rivanga spesso nel passato, e anche con rimpianto.
    Ogni scelta richiede una contemporanea rinuncia, prendere una strada comporta abbandonarne tante altre, e a me per esempio spiace non poterle percorrere tutte!

  4. 4
    Peppone -

    Si Flavia, il passato non torna, ed allora specialmente oggi bisogna vivere alla giornata, ed ogni giorno finchè la salute lo permette, viverli intensamente per se stessi e per chi ti ama, ed il dispiacere di non poter fare tutto quello che si desidera dà tristezza ( penso ) a tutti ma ciò non deve scoraggiarci anche perchè in futuro potremmo rimpiangere sicuramente questi attuali anni, e ne sono anzi sicurissimo.

  5. 5
    ciabattina -

    bè vi dirò io ho 26 anni e fino hai 17 18 finita la scuola andavo anche io come dite voi nel cortile a giocare con gli amici poi le cose cambiano(menomale)nn penso che internet sia un male da scacciare,ma uno strumento con cui comunicare con persone che hai lontano x esempio e che nn potresti contattare..penso anche che come tutto se ne abusi ti fai del male,si proprio come una droga lo può diventare una cosa che nn ne puoi fare a meno…io personalmente posso solo ringraziare internet x avermi fatto conoscere persone gentili e simpatiche che nn avrei mai potuto conoscere sennò…ho amici in sicilia in lombardia un pò ovunque in italia e x amici nn intendo persone che conosco solo x nick come dici tu Ervilia ma persone che sento x telefono che ogni tanto vedo x qualche settimana.poi rispetto tutti i punti di vista ma se nn ti piace o nn ti interessa questo “mondo” che ci stai a fare qua scusa?nn sarai come quegli italiani che hanno votato Berlusconi e ora si vergognano ad ammetterlo? tanti saluti a tutti ciao:-)

  6. 6
    ervilia -

    perchè penso veramente che internet possa arricchire, a patto che non iventi l’unico modo di conoscere gente nuova, e le amicizie virtuali siano le uniche della tua vita. è bello conoscere sempre gente nuova.. ma anche qui.. qualcuno di famoso diceva: se quando muori hai almeno cinque veri amici sei stato un uomo fortunato..
    per me un’amicizia, con la A maiuscola, va coltivata, come l’amore. se conosco centomila persone, ho centomila conoscenze, non centomila amici. preferisco avere cinque ( e ti assicuro che è veramente una fortuna averli ) veri Amici che centomila conoscenze. dopo cinque anni in internet, dopo l’entusiasmo inziale, dopo aver fatto le centomila conoscenze, in ogni dove.. sono giunta alla conclusione che..: ogni tanto va bene. tutti i giorni no.
    ho una figlia di 21 anni. se vedessi che passa troppe ore al pc ( chattando o giocando )mi preoccuperei. mentre se passa (come fortunatamente fa, studi permettendo ) molte ore fuori con gli amici.. al massimo mi arrabbio perchè vorrei più aiuto.. ma non mi preoccupo. cmq, bastava leggere bene. non ho detto che internet è il diavolo, ma è l’uso che se ne fa, ad essere giusto sbagliato.. un pò è un bene, troppo è un male. e cmq, preferisco sempre e cmq gli Amici veri, alle mille conoscenze di internet.. e, fortunatamente, non ho mai avuto cattive esperienze, con internet. sono solo le conclusioni a cui sono arrivata dopo cinque anni.
    ho anche due bimbe, una all’asilo e una alle elementari. per ora proibisco l’uso del pc. preferisco centomila volte che vadano a casa di amici o che li chiamino qui da me. meglio la confusione dei bimbi che il ronzio del pc. per loro soprattutto.
    meglio una figlia sempre in giro con amici, che immobile a chattare davanti ad un pc.

  7. 7
    rossana -

    Flavia, se ancora passi di qui, tieni presente che non ti ho affatto dimenticata. ci siamo solo perse di vista… causa diaspora e, forse, percorsi momentaneamente diversi.

    per quanto riguarda Internet, a mio avviso, non è nè bene nè male: il pc, come la televisione, e prima ancora la radio, sono strumenti. sta a noi farne l’uso appropriato, alle nostre personali esigenze e non farselo sfuggire di mano, come a me è successo più volte…

    uso o abuso? mezzo unico di contatto o alternativa? puro surrogato?
    ognuno a modo suo, ricalcando Pirandello. è comunque un qualcosa in più, che offre privilegi, rispetto al reale, e scotti penosi, forse anche più del reale. può restare virtuale o trasformarsi in reale, resta comunque una possibilità in più di dialogo e di arricchimento.

    i tempi cambiano, anche i modi di vivere, e di comunicare. non c’è niente da fare, tutto cambia e non resta che tentare di adattarsi alle novità. altrimenti si finisce, prima o poi, di essere tagliati fuori prima del tempo…

  8. 8
    elena -

    ehi amici allegria dai, internet non è nè un mostro nè una cosa buonissima, semplicemente va usato con giudizio e non sostituisce la vita fuori dalla rete, ma ne è un bel completamento… non facciamoci inutili viaggi mentali, se una persona è negativa anche la cosa più bella la fa sentir male, se una persona è positiva la rete non può farle nulla!

  9. 9
    Dyrian -

    …………ingrato computer non avrai le mie ossa!Come ti ho inventato cosi’
    continuo a non saperti usare!Dyrian

  10. 10
    Allegra matta -

    Io ho conosciuto il mio compagno in chat 7 anni fa, conviviamo ed è’ stato l incontro più bello della mia vita e il solo pensiero che senza internet e senza il mio primo computer che mi ero regalata non lo avrei mai conosciuto mi viene male!!!!w la tecnologia. Dyrian mi sembri troppo simpatico!!!

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