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Dove risiede il limite della libertà?

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Lettera pubblicata il 20 Settembre 2016. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 159 commenti

Pagine: 1 2 3 4 16

  1. 11
    H2O -

    Quando si esprimono i propri punti di vista, oltre che a quello che di dice, bisognerebbe fare attenzione a come lo dice. Siamo liberi di esprimerci su qualsiasi argomento, a patto di non offendere la sensibilità altrui .
    È’ più’ semplice identificare questi limiti quando conosciamo bene una persona e le parliamo a voce ,poiché anche il tono ed il linguaggio non verbale hanno una loro importanza nella comunicazione.
    Quando discuto con un amico potrò permettermi di fargli anche un rimprovero duro, ma se uso la giusta modalità e tonalità la critica verrà’ colta nel suo vero significato, senza recare offesa o risentimento e sarà quindi “costruttiva”. Ovviamente eviterò di fare un certo tipo di battute al mio amico se mi accorgo che quel giorno non è’ dell’umore giusto e quindi potrebbe fraintendere o mal tollerare un’osservazione. E in questo caso non si tratta di autocensura, ma di rispetto e dii buon senso.
    Inoltre ci sono dei codici verbali che a mio parere vanno rispettati a prescindere, soprattutto in alcuni contesti: personalmente ho assistito a delle riunioni di lavoro dove alcune persone venivano aggredite a suon di parolacce e offese gratuite con il risultato di ottenere una comunicazione unidirezionale e non una discussione costruttiva. Per non parlare di quello che succede quotodianamente in Parlamento! Il risultato è’ che sembrano tutti delle macchiette inconcludenti e ridicoli.
    Non si tratta di “estetica” o di “sincerita’”, ma di regole basilari di convivenza che dovrebbero essere osservate nei rapporti interpersonali per evitare di risultare arroganti e, alla lunga, poco credibili (ossia ottenere l’effetto contrario a quello desiderato).

  2. 12
    H2O -

    Chi ha un’elevata tolleranza e quindi sa mantenere un proprio equilibrio interiore anche nell’ espressione verbale, sarà’ più’ agevolato nelle discussioni accese in quanto saprà’ riconoscere nei propri interlocutori gli eventuali segnali di aggressività e perdita di controllo che, a mio parere, sono indici di debolezza configurabili in meccanismo di autodifesa inconscio verso una potenziale “minaccia” al nostro punto di vista. Spesso, tuttavia, succede che l’interlocutore minacciato si senta “scoperto e disarmato ” e pertanto rifiuti di continuare nella discussione chiudendosi a riccio (cosa che mi succede di frequente con mio marito quando , messo alle strette, pronuncia la classica frase”allora se vuoi avere ragione, hai ragione tu” e se ne va o, ancora, “penso questa cosa perché di sì'”( ergo io concludo che non non sai darmi delle ragioni piu valide delle mie).
    Sul discorso dell’umiltà concordo con Gimmy: sarebbe più’ utile sapersi mettere in discussione e non considerare sempre inossidabili le nostre prese di posizione, ma analizzarle sotto i diversi punti di vista, ascoltando anche quello che ci dicono gli altri, per poter giungere ad una conclusione più calibrata.

  3. 13
    Yog -

    Anche io mi sento a mio agio tra i BOYS dell’Inter!!! Lì non dico che la narda sia la bevanda ufficiale, ma lo standard alcolico è di tutto rispetto. Inoltre c’è il vantaggio che se tiri un sasso basta che poi nascondi il braccio e 99 su 100 danno la colpa a un altro. È il vantaggio dei grupponi e l’uomo infatti è un animale sociale. A base alcolica.

  4. 14
    Sofia -

    Susanna troverai poche persone che hanno DAVVERO carattere e personalità e un proprio pensiero…senza lasciarsi condizionare dagli altri o essere un pecorone….

    Gimmy qui è un altra persona importante… Di cui io ho da sempre molta stima…
    Gimmy!! Che fine hai fatto ?sei sparito!! Lo sai che siamo stati sotto assedio!!!?
    O cavolo! Te la sei persa!

  5. 15
    Golem -

    H2O. “Sul discorso dell’umiltà concordo con Gimmy: sarebbe più’ utile sapersi mettere in discussione e non considerare sempre inossidabili le nostre prese di posizione, ma analizzarle sotto i diversi punti di vista”.

    Questa è un’arma a doppio taglio, perchè non si èMAI “indifferenti” al soggetto interlocutore. A prescindere da quello che dice. Per le solite ragioni più o meno inconsce -molto contestate nella famosa vexata questio- tendiamo ad avere una posizione di accettazione o di rifiuto pregiudiziali che tendiamo a “confermarci” strada facendo. Si tratta di una reazione inconscia infatti, che certamente potrá cambiare nel corso della “relazione”, ma con molte difficoltà, perché la maggior parte di noi non è abituata a giudicare OGGETTIVAMENTE, ma sulla base di un presunto obiettivo già presente in noi sulla base di pregresse esperienze.
    Questo accade persino in buona fede, ma se in dialogo subentra un pregiudizio emotivo è finita. Come si è potuto osservare nelle discussioni su questo forum.
    Io mi regolo esprimendo nella maniera più chiara possibile quello che penso, senza pensare alle varie sensibilità, non per arroganza come riterrá qualcuno, ma perchè chi legge, trovandosi in condizioni “sobrie”, possa giudicare le idee, e NON chi le esprime. Questa forma mentale mi proviene soprattutto dall’aviazione dove È VITALE che le comunicazioni tra i vari enti da cui dipende la navigazione aerea siano INEQUIVOCABILI. Le sfumature “semantiche” in quei casi diventerebbero “mortali” per via delle soggettive possibilità di interpretazione. In una qualunque relazione “terrestre” creano equivoci che sommati nel tempo daranno un’immagine alterata dell’oggetto di cui discute, nonchè di chi la discute. Non muore nessuno certo, solo che in quel modo non si arriva da nessuna parte. Perché si è navigato “a vista” o a naso.
    >>>

  6. 16
    Golem -

    >>>
    L’umiltà per me è questa: la chiarezza. Se di fronte ho chi usa lo stesso metodo, e RICONOSCO che mi sta dando nuove e interessanti indicazioni per “volare” meglio, è automatico che ne adotto le idee. Subito pure
    Ma se mi dice che è ovvio, per volare ci vogliono le ali, ma non sa perché le ali fanno stare in aria l’aereo, non mi sta dicendo niente che possa essermi utile a quello che già so.
    L’umiltà di circostanza per me è solo “forma” non sostanza. È una forma di “rispetto” decisa da una “morale” (a volte ritorna) non da una reale disposizione dello spirito, quando si è onestamente convinti della propria opinione. La più onesta forma di rispetto che si può avere verso l’altro è dire chiaramente quello che si pensa senza secondi fini, motivandolo ovviamente. La suscettibilità o la sensibilità personale non possono rientrare come motivazioni valida da tenere presente in un rapporto “negoziale”. Le si può accettare in uno “sentimentale”. Ma in quel caso la logica sottesa alla relazione e tutt’altra che “razionale”.

    Le offese proditorie non rientrano in questa casistica perché immotivate dal punto di vista intellettuale riguardo il merito della questione, quanto da quello emotivo. Ma non si ragiona con le emozioni, si può ragionare SULLE emozioni, ma solo per cercare di capirne il perché si manifestano in una certa maniera.

  7. 17
    maria grazia -

    H2O, se umiltà significa:”Mi pongo con te in modo educato perchè così è possibile un dialogo”, allora Ok mi sta bene.
    Se invece significa “Alla fine accetto di darti ragione anche se per me non ce l’ hai pur di farti contento/a”, beh allora mi spiace ma non mi presto a questa cosa. E’ avvilente sia per chi la pretende che per chi l’ accetta, perchè è un modus che nega la capacità di elaborazione di un individuo adulto e ne mette in dubbio il suo grado di maturità. Le reazioni di cyberbullismo che vediamo qui, e che NON sono certo partite da me e da Golem, sono il sintomo evidente di questa tendenza generale la quale, quando non viene soddisfatta, genera questo tipo di risposta.
    Ma io non rinnego un’ idea o un concetto in cui credo e che HO VERIFICATO con i fatti solo perchè così risulterei “più simpatica”. Questo non vuol dire non considerare il punto di vista altrui o sbeffeggiarlo, vuol dire solo apporre a quel punto di vista LE MIE risposte. Le quali possono essere considerate opinabili da qualcuno, ma questo non può e non deve impedirmi di esprimerle.

  8. 18
    gimmy -

    Ciao Sofia, non sono sparito 🙂

    Da quello che ho potuto capire dal tuo commento, dev’essere successa una diatriba verbale molto pesante fra utenti. Situazioni del genere lasciano sempre l’amaro in bocca e francamente sono ben lieto di non seguire certe dinamiche infamanti, perchè sono molto lontano dal mio modo di vivere la vita. La cattiveria delle persone diventa intollerante quando si scende sul personale e si esce fuori dal seminato. Non ho mai capito a che pro uno debba creare dissapori inutili o suscitare delle provocazioni degenerative che non fanno bene a nessuno. La libertà di espressione non dev’essere mai accompagnata dalla maldicenza, in quanto sinonimo di meschinità e pochezza d’animo. Sarebbe opportuno che questo sito cominciasse ad avere dei moderatori che blocchino sul nascere determinati atteggiamenti di vilipendio, che a mio avviso non hanno nulla a che fare con la finalità di questo forum.

  9. 19
    walk -

    Personalmente condivido molto il pensiero di H2O e Suzanne, penso peró che la percezione dell’aggressività sia molto soggettiva, quello che identifico io come “aggressivo” potrebbe essere considerato “moderato” da un altro.
    Ma la vera domanda che dovrebbe essere posta è: come reagire quando ci si sente aggrediti?
    Come dice H2O basterebbe sorvolare e non dare peso alla cosa, ma questo atteggiamento potrebbe essere percepito come segno di debolezza…
    Invece se si risponde a tono, oppure utilizzando la stessa aggressività forse si potrebbe imporre un certo limite all’aggressione che si ritiene di subire.
    Rimango comunque dell’idea che sia impossibile cambiare il carattere delle persone, se una persona è aggressiva o poco educata (soprattutto in avanti con gli anni) tale rimarrà, forse si potrà porre un limite o una “pezza” ma niente di risolutivo.

  10. 20
    Suzanne -

    Golem, innanzi tutto bisognerebbe rivedere il significato di “ipocrisia”, termine ormai abusato ma che ha perso del tutto la sua valenza originaria.
    Ipocrisia:simulazione estesa, spec. all’ambito dell’atteggiamento morale o dei rapporti sociali e affettivi.
    Se ho una collega che si veste malissimo non mi sentirò certo tenuta ad esprimerle questo giudizio, primo perché potrei essere io invece a non avere buon gusto in tal campo, secondo perché una simile affermazione non avrebbe alcuna utilità per nessuna delle due. Non mi sentirei certo ipocrita per aver taciuto uno dei mille pensieri che posso avere avuto su questa ipotetica persona.
    Forse bisognerebbe imparare a scremare i propri pensieri: non tutti meritano di essere espressi; ogni tanto teniamoci anche qualcosa per noi. Sto parlando appunto di saper discernere, non di essere falsi o buonisti. Tra l’altro l’ipocrisia non risparmia certo alcuna tipologia di persone, nemmeno quelle maleducate o aggressive, anzi.
    Sophie, quale sarebbe questa guerra che state combattendo? Scusa ma non l’ho ancora capito.

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