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Quell’illusorio desiderio di potere

Spesso leggo che il fulcro attorno a cui ruota la nostra società è il denaro, mezzo indispensabile per appropriarci anche di uno status sociale rispettabile e ambito. Credo invece che alla base di tutti i nostri desideri più reconditi vi sia la sete insaziabile di potere.

Con ciò non intendo solo il Potere in senso storico e sociologico, ossia una scalata verso i vertici della politica o di un’azienda. Mi riferisco piuttosto ad un bisogno più sottile, che ci ossessiona quotidianamente: avere potere significa poterlo esercitare sugli altri, controllarli, ma essere per loro in qualche modo indispensabili. Abbiamo potere sui figli, sulle persone che lavorano per noi, o semplicemente sui nostri partner. Abbiamo bisogno di sentire questa forza nelle nostre mani, e quando la persona che vogliamo psicologicamente soggiogare si divincola dalla nostra morsa, cadiamo nel terrore. Perché io credo che sia il nostro modo per sentire di esistere : ci affermiamo cercando in qualche modo di sopraffare il prossimo, fosse anche in una futile conversazione. Consiglio un film uscito ora, tratto dal romanzo di Philiph Roth “Pastorale americana”, proprio sull’impossibilità di controllare attraverso il potere le nostre vite. Il protagonista è un uomo vincente, con una vita perfetta e l’illusione di poterne controllare ogni aspetto. Un po’ ciò che desidera ciascuno di noi, salvo poi rendersi conto che alla fine in realtà non abbiamo potere nemmeno su noi stessi.

Dovremmo ricordarcelo, soprattutto nelle relazioni d’amore.

Lettera pubblicata il 22 Ottobre 2016. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    Sofia -

    Si susanna probabilmente ci saranno persone che ragionano come hai detto tu..e che si comportano così ma fortunatamente non tutte…e io ovviamente mi tolgo dal tuo discorso..he

  2. 2
    sara -

    Questo è ovvio. Il problema è che avere potere occorre denaro. Non tanto x le scalate, come hai detto, quanto perché i manipolatori riescono meglioin cciò che fanno se chi viene manipolato sa che è “inferiore”. Esempio, è più facile essere manipolati da un manager che da un barbone, proprio perché il manager avendo sodi crea l’illusione ( vitale nella manipolazione) di sapere ciò che fa, vuoi perché sembra che abbia studiato che dia l’illusione di sapere ciò che dice, o più semplicemente proprio perché infonde quella sorta ” di sicurezza” che rende la vittima più disponibile alla fiducia.

  3. 3
    Rossella -

    Io vorrei tanto capire perché alcune persone si sentono minacciate dalla famiglia. Perché? Se hai bisogno di qualcosa non hai neanche bisogno di chiedere, non ci sono problemi, ma riesci a distinguere questo spazio da tutto lo spazio? Questo vorrei capire. Questa mentalità porta a guardare con malizia al bisogno di avere rapporti umani. Io per tanto tempo mi sono trovata nell’impossibilità di poterlo fare. Nel senso che non si è presentata proprio l’occasione. Che dire? Anche un uomo che fa del bene nella vita abbia bisogno di sentirsi amato da Dio. Il bene non si fa per gloriarsene e neanche per avere qualcosa in cambio. Ci sono delle persone che si vogliono bene, non ho capito: che fastidio ti danno? Questa è vita privata. Io veramente non lo capisco. Non possiamo avere una vita privata? Io ho visto solo cordialità nei momenti di fraternità e amicizia, ma è chiaro che nel momento in cui mi viene fatto notare che quello che faccio in casa mia non va bene (per giunta) mi sento chiamata in causa. Che si parli di altro. Perché si deve approfondire la nostra vicenda personale? Il mio sguardo è sempre rivolto al mondo. Quello è il campo. Mi è stato detto che è sbagliato anche questo… perché devo sentirmi perennemente repressa? Perché questo è giusto? Sentiamo.

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