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Depressione, ansia, panico, morte

Stavolta mi perdo in una riflessione personale.
Inizialmente, non ci avevo mai fatto caso, perché ho sempre visto le mie conoscenze come semplice espressione di quel che dicono e fanno quando sono con me. Il piacere della compagnia, senza interiorizzare più di tanto. Svago.

Andando in profondità, dopo aver approfondito l’animo di un paio di persone in particolare, che mi hanno aperto la visuale su un mondo che non auguro a nessuno, ho notato con tristezza che moltissime di queste sono legate tra loro da un filo conduttore nero come la morte: una vita compromessa dalla negatività.

Tutte le persone a cui tengo di più, ma anche molte altre meno importanti ma comunque a me vicine, prima o dopo ho scoperto essere soggette a crisi d’ansia, attacchi di panico, pensieri negativi quali il suicidio o l’autolesionismo, stati di depressione, sbalzi di umore, crisi di depersonalizzazione, che li hanno minati durante tutta la loro vita rendendola un inferno invivibile.

Seppure marginalmente, ho provato pure io alcune delle cose elencate, e forse per questo sono “attratto” a livello mentale da persone difficili, dentro le quali trovo componenti di umanità, fragilità e complessità che in altre non trovo (per fortuna).

Da un lato si tratta sempre di scoperte “affascinanti” come può esserlo la profondità e la complessità umana, dall’altro mi chiedo:
1) che fortuna ho avuto io nel restarne fuori?
2) perché il mondo gira in questa maniera così negativa?

L’uomo si crea migliaia di false illusioni, grandi occasioni tutte lì da cogliere, ma che non sa come gestire.
Allora mi dico: “si stava meglio quando si stava peggio, quando si era un po’ più ignoranti, ma meno complessati”.
E’ come se l’evoluzione fosse lì per tutti, ma non per tutti.
E’ come se la grande domanda da porre a tutti quanti è: “gente ma cosa stiamo cercando?”

Lettera pubblicata il 19 Giugno 2008. L'autore ha condiviso 37 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Riflessioni - Salute

La lettera ha ricevuto finora 8 commenti

  1. 1
    ANNA -

    Spectre…vedi…secondo me e’ che le persone con cervello e con sensibilita’ nn POSSONO avere vita “facile”.
    Perche’ vedi tutto, capisci tutto, interiorizzi con semplicita’ il male che nel mondo c’e’, c’e’ sempre stato e sempre ci sara’.
    Anche io nn sono circondata da “cuor contenti” ma, piu’ che altro, da persone che hanno sbagliato, perso, sofferto !
    Persone con cuori grandi e ferite che lo sono altrettanto ma soprattutto gente che si e’ tirata su e che ha lottato.
    Io vedo in questo in loro. Vedo le cicatrici che portano ma anche quello che mi possono dare : COMPRENSIONE.
    Voglia di riderci su, di ricordare quanto sia stato difficile, di gioire del fatto che avrebbe potuto “andare peggio”.
    Quelli che nn conoscono altro che vittorie, nn mi interessano molto…sono certa che abbiano ben poco da insegnarmi ed alcuno strumento per “capirmi”.
    Nn e’ il mondo che stia andando a rotoli piu’ di quanto andasse prima, e’ che nn e’ semplice viverci e che, probabilmemte, nn lo e’ neanche mai stato, solo che, se mia nonna doveva preoccuparsi che nn le cadesse una bomba in testa, io posso dare per scontato che nn avverra’ e mi spingo fino allo scrivere al governo rumeno per salvare i cani abbandonati di Bucarest ( piangendo ogni volta che penso che nessuno badera’ loro ).
    Come avrebbe potuto farlo anche Lei, con 3 figli di cui occuparsi da sola ?
    D’ altro canto esiste gente che se ne frega di qualunque cosa a prescindere, purche’ nn si tocchi il loro caldo, piccolo, confortante ma limitato orizzonte.
    Gente che per i soldi venderebbe la madre, che stupra ragazzine, che tortura anziani e tanto altro.
    Piu’ sei toccato dal dolore del mondo e piu’ sei capace di prenderne coscienza, piu’ soffrirai.
    Credo che fare del nostro meglio, sia la miglior soluzione possibile. Trovare un equilibrio personale e tanto coraggio, la salvezza unica per il nostro cervello.
    Grazie per la riflessione.

  2. 2
    tina -

    Ti prego Anna….dimmi che non sei la stessa dei post 18 e 19 della lettera “io amo solo il mio amante”, quella alla quale ho dato della superficialona e materialista nel post 33, per intenderci!
    Ma no, sono SICURISSIMAA che non siete la stessa persona. Per questo motivo aggiungi qualcosa al tuo nick!!!!! Ne va della tua reputazione!!!!!

  3. 3
    tina -

    P.s. volevo scrivere 18 e 29.

  4. 4
    Leilaluna -

    da un lato hai ragione, è il nono accontentarsi mai che ci porta anche alla depressione inevitabilmente, ma soprattutto non l’essere liberi di fare le proprie scelte, e di avere una vita programmata e fredda..

  5. 5
    Ant062 -

    Leggendo la tua lettera, caro Spectre, ho pensato subito a un paio di canzoni (amo immensamente la musica):
    “quante brave persone” di Edoardo Bennato e “quelli che benpensano ” di Frankie Hi-NRG.
    La prima è del 76, ma è come se fosse dei nostri giorni.
    La seconda è più recente e rispecchia fedelmente il mondo attuale.
    E’ triste vedere come questo mondo sta andando in pezzi, le persone sono sempre più egoiste, perdono la testa per un nonnulla e non sono in grado di affrontare il più piccolo dei problemi. Non c’è più comunicazione, dialogo. Si vuole tutto e subito e quello che si ottiene non basta mai.

    Riporto un racconto zen (altra mia passione) che reputo meraviglioso :

    <>

  6. 6
    Ant062 -

    Forse il racconto è protetto.
    cercate su google “La bimba lo guardò dal basso verso l’alto e con le lacrime agli occhi”

  7. 7
    Isis -

    ciao Spectre…l evoluzione è lì per tutti ma non alla portata di tutti…
    è verissimo, sennò la selezione della specie come avviene?
    Il problema è che noi ormai tendiamo a salvare tutti….non ci vedo nulla di sbagliato sia chiaro anzi…però ciò comporta quello che hai scritto….per parlarci chiaro…certi cambiamenti forse sono stati troppo repentini e ci hanno infiacchito invece di rinvigorirci…parlo al livello materiale e anche di conscenza…

  8. 8
    ChiaraMente -

    Penso che esista in qualunque epoca un tempo per soffrire e un tempo per sbatterserne le scatole di tutto e stare bene, per rispondere alla tua domanda. Io non sono nè una che ha sempre vinto nè una attraversata da malesseri esistenziali che non siano in fondo alla portata di tutti, anche senza scomodare le depersonalizzazioni, la depressione, il suicidio, gli sbalzi di umore per non parlare dell’autolesionismo. Chi non si è mai sentito strano, triste, sul punto di credere che la vita fosse uno schifo per poi cambiare idea all’improvviso o peggio si è fatto del male con una storia d’amore impossibile? E questo credo tra i fienili e gli ovili come tra i palazzi, dove forse manca altro e c’è allo tempo qualcosa in più, ma la realtà umana si ripete, e non c’è mai secondo me uno che ne resta veramente fuori e uno che c’è veramente dentro. Credo che semplicemente sia una fetta del vivere. Che poi esista un atteggiamento filosofico che ne prenda distanza ragionevole e tragga le sue logiche, nobili conclusioni, come tu hai fatto, è un altro paio di maniche. Tu ti poni questioni per le quali non ti basta un’esistenza, perchè per ogni vita troverai una risposta diversa.

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