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Convivere con se stessi

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Non avrei motivo di scrivere qui eppure lo sto facendo. Ho venticinque anni e dovrei avere tutti i presupposti per vivere una vita che mi dà soddisfazioni e invece mi trovo a parlare della mia infelicità esistenziale. So bene quali sono i drammi della vita, le tragedie che le persone sono quotidianamente costrette a sopportare ma, credetemi, io non riesco proprio a prendere in mano (forse sarebbe più giusto dire trovare) le redini della mia esistenza. Mi sento un totale fallimento e credo di non riuscire ad immaginare un futuro sereno. La frase classica in questa situazione è quella di pensare a quanto si è fortunati mentre gran parte del mondo vive nella disperazione. Io a questo ci penso ogni istante ma non mi fa sentire meglio, mi fa odiare ancora di più questa esistenza. Nella vita io non ci credo, non mi piace anzi, credo decisamente di disprezzarla con tutte la mie forze. Non trovo un posto nel mondo e non c’è niente che mi susciti un po’ di interesse. Penso ogni giorno a tutto male che si espande nel mondo come un cancro e che ci sta soffocando. Non riesco ad avere una relazione con una ragazza, probabilmente perché la mia autostima è inesistente e non immagino che una donna possa provare interesse per me. Mi chiudo sempre più dentro me stesso e più passa il tempo e mi più sembra difficile uscirne. Da quasi un anno prendo antidepressivi, mi fanno stare meglio ma l’inquietudine di vivere continua, forse sembra solo che colpisca con meno intensità. Sono così stanco di me e della vita in generale. Quante volte mi ritrovo a pensare che se non fosse per la mia famiglia che mi vuole bene di sicuro in questo momento non ci sarei davvero più. So che molti possono pensare a me come il tipo di persona che ha tutto e comunque non riesce ad apprezzarlo ma quello che ho lo guadagno: lavoro e studio tutto il giorno. Il problema è che non riesco a capire per quale fine, per quale scopo, a cosa serva. La mattina mi alzo sperando che arrivi presto la sera per dormire e non pensare più a niente; vedo gli altri vivere e io non ci riesco. Mi sento costantemente l’ultimo in tutto… e probabilmente è davvero così. Vivere per inerzia fa riflettere a quanto sarebbe stato meglio se la propria vita fosse toccata a chi l’avrebbe davvero apprezzata. Scusate lo sfogo ma ne avevo bisogno. Ciao.

Lettera pubblicata il 2 Marzo 2010. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 7 commenti

  1. 1
    smao -

    caspita.
    perme èuguale.
    se nn fose per i miei giàmi sarei toltola vita.
    io ho qualcosa di me che nn accetterò mai, ed ormai, anche io a 25 anni, credo che il futuro non sarà un granchè.
    non ho voglia di vivere e continuare.
    punto.
    avrei voluto dirti qualche cosa per tirati su….
    ma no….nn sarei sincero e penso neanche serva e niente.
    ti abbraccio.

  2. 2
    minurta -

    Ciao orion,
    ti comprendo benissimo perchè per me è stato da sempre così. Non ho mai trovato una logica nell’esistenza, mai un significato, e andare avanti senza sapere perchè e per cosa è faticosissimo e fa sembrare tutto inutile. Anch’io fondamentalmente non sono interessata a NULLA, solo a cercare di stare tra la gente il meno possibile e ad andare a dormire appena si può.
    Che dirti…nessuno ci spiegherà mai perchè siamo nati. Non resta che cogliere quei pochissimi e piccolissimi momenti di gioia, e semmai ne avremo la forza, essere d’aiuto (moralmente, materialmente, non so, dipende dalle disponibilità) a chi sta ”peggio”.
    Un caro saluto.

  3. 3
    gio -

    Non sei solo tante persone soffrono la solitudine interiore e si sentono meno degli altri, io ho trovato conforto in dio e la mia vita sembra pian piano cambiare. Il mondo è riservato a quelli che non hanno scrupoli di fregare il prossimo per saziare se stessi, se non hai qualcosa da offrire vieni escluso, ma non dovrebbe essere cosi’ l’aiuto (amore) reciproco dovrebbe farci stare meglio. vedrai che cambierà

  4. 4
    Jangalian -

    @ orion, minurta

    Superata la trentina le cose vanno sempre peggio, quindi spero che abbiate più coraggio di quello che ho avuto io e diate un bel taglio alle cose (sapete come).
    Io sono merce guasta e ho sempre saputo che in me c’era qualcosa di profondamente sbagliato e di difettoso; ma essendo un credente non riesco a fare ciò che dovrei. Ricordo ancora da militare i turni di guardia passati con la voglia di piazzare il colpo in canna e farmi saltare la testa fin sulla Luna, non lo feci anche per non far morire di crepacuore mamma e nonna… Anche da fidanzato con una donna veramente in gamba e innamoratissima il pensiero, sebbene sopito, non mi ha mai abbandonato. Stasera, da single, rifiuterò un rapporto con una collega conosciuta ad un master molto innamorata di me (e Dio solo sa il perché dal momento che sono un cesso) e non le dirò certamente il vero motivo -il senso di inutilità e il vuoto enorme che ho dentro- mi toccherà trovare una scusa soddisfacente. Tutto questo per dirvi che i rapporti sociali, le relazioni, sono solo vuote convenzioni sociali che almeno con me non attaccano. Ma purtroppo andare a letto e pregare di non svegliarsi più non funziona: dovrete pensarci voi la soluzione!
    Ciao e buona notte (anzi buongiorno!!!)

  5. 5
    francesca -

    ho un un amico con lo stesso problema. Bellissimo ragazzo, mente brillante, un buon lavoro ma una infelicità costante.L’ho conosciuto che aveva circa la tua età e nei momenti bui nessuna argomentazione era utile a tirarlo fuori dal suo stato che un paio di volte lo ha portato fino al ricovero in clinica. Questo per dirti che non starò qui a dirti che devi trovare il bello della vita, ecc ecc perchè so che non serve. Il malessere della mattina che va attenuandosi la sera sono i tipici sintomi di una depressione che forse fai bene a curare con i farmaci (ribadisco FORSE perchè non sono un medico).Tornando a noi, volevo dirti che oggi quel ragazzo è sposato, ha una bellissima bambina alla quale si dedica con una tenerezza di cui pochi uomini sono capaci. Dalla sua depressione non è guarito completamente ma ha imparato a conviverci, ha capito che ognuno di noi ha un lato oscuro che ogni tanto viene fuori, che non esistono persone che sono sempre felici a meno che non siano superificiali o un pò idiote. La donna che ha accanto è una donna forte che non si spaventa delle sue crisi,lo ama perchè è un uomo buono, un uomo vero, che non si vergogna di piangere quando è in difficoltà ma ha tanto da donare agli altri. La sua debolezza e la sua sensibilità sono diventate la sua forza e il suo valore. Un ultima cosa. ho letto dei libri, di cui ora non ricordo il titolo, che insegnano tecniche per controllare i pensieri negativi. In pratica quando ci facciamo i “film” – e questo capita un pò a tutti – allontanandoci da quella che è la realtà andando a pensare sempre nero. In due parole la tecnica è concentrarsi su quello che succede “QUI E ADESSO” cercando di vivere il più possibile il momento senza andare sempre oltre con la mente.Difficile spiegarlo così ma io l’ho trovato utile.in bocca al lupo.

  6. 6
    rossana -

    orion,
    mi sono soffermata su questa tua frase:
    “lavoro e studio tutto il giorno. Il problema è che non riesco a capire per quale fine, per quale scopo, a cosa serva.”

    a mio avviso, serve a migliorarti e… a mettere del buon cibo in tavola, ad avere un letto al caldo la notte e a pagare le bollette per l’esistenza base, che non ci è regalata.

    quanto a me, di recente mi sono identificata in questa citazione:
    “Lei resistette. E sopravvisse. Marginalmente, forse, ma non siamo tenuti a vivere bene.” (Anne Cameron)

    afferma una verità universale, non quella della “felicità” per tutti. questa è la vera fola, che rende tutti infelici!

  7. 7
    stella_z -

    stasera ho cercato ‘vita inutile’ su google e il primo link era una tua lettera. ti scrivo della mia esperienza.
    mi rispecchio molto in quello che scrivi, l’unica cosa che posso dirti è di non chiuderti in casa ma uscire, aprirti verso gli altri perchè l’unica cosa che dà senso a questa vita assurda sono gli affetti, le relazioni. cerca qualcosa di buono in ogni giornata perchè comunque la vita è breve …
    quest’anno ho perso due persone care, tra cui il mio ragazzo di tumore (in 6 mesi se l’è portato via) e quello a cui penso ora è non fare progetti a lunga scadenza ma vivere il presente.
    se non ti vuoi bene tu per primo nessuno può aiutarti.
    a me ha fatto bene iscrivermi ad hata yoga, aiuta a rilassarsi, è un bell’ambiente e migliora anche l’autostima (occhio che nella meditazione finale parte sempre qualche russata 🙂
    un abbraccio

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