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Il contrario della vita

Buonsera a tutti.Questa lettera che mi appresto a scrivere vuole essere una richiesta di aiuto , credo rivolta più che altro a me stesso che non ai pochi o ai molti che la leggeranno.

Il problema è che non riesco a capire cosa ne sia stato di me , un ragazzo sveglio, tendente al raggiugimento dei propri obbiettivi e sempre pronto a tutto pur di raggiungerli si ritrova in una situazione in cui del vecchio se stesso sono rimaste soltanto le briciole.Una persona svolgliata , apatica , stanca , senza più idee e senza la voglia di realizzarne alcuna.

Nella mia mente ronzano solo idee negative , idee sospettose e paranoiche nei confronti di tutti…ho fatto terra bruciata di tutta quella che era la mia vita , le mie persone , i miei luoghi , le mie situazioni.

La cosa più preoccupante è che ho disfatto la mia vita in piena coscienza e lucidità , comprendendo i miei errori e difendendo le mie scelte fino alla morte.Ho visto le persone della mia vita allontanarsi da me senza che io abbia fatto nulla per chiarire .Ho distrutto i miei successi accademici senza una ragione , per nulla , ho deciso di non vivere più.E la cosa preoccupante è che lo ho deciso io!La mia vita è diventata un deserto di nulla , non c’è più nemmeno la sabbia su cui poggiarsi…

Più mi sforzo di cercarne il motivo più mi cadono dei pesantissimi macigni addosso ..situazioni mai definite . cose mai dette , progetti mai terminati e soprattutto il grande rimorso di non aver mai fatto quello che ho desiderato.

Il problema è che ho deciso solo quello che non voglio e non ancora , a quasi 30 , quello che voglio.

Sono ad un vicolo cieco…senza un lavoro , senza una ragazza senza un obbiettivo..ed ho distrutto tutto io , da solo , compiacendomene.

Saluti.

Lettera pubblicata il 28 Settembre 2015. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    biancabianca -

    Finche sei vivo ed esistente e pensante, ciò che hai distrutto non c’è più. Ma nuove costruzioni puoi erigere. Stavolta devi però decidere quelle giuste per te o non fare nulla, sapendo che anche lo scegliere di non costruire è una tua scelta “costruita” sul tuo bisogno momentaneo/storico. Sarà banale ma alla soglia della morte non hai piu materiale “edile”…finche sei in vita, tutto puoi secondo i mezzi che hai economici ed emotivi. L’ammissione e la consapevolezza non ti risarciscono ne ti fanno guadagnare, ti lasciano appeso. Sappi che anche questa è una scelta, per cui i momenti bui non li colmi con le considerazioni ma coi fatti.

  2. 2
    Rossella -

    Stamattina mi è capitato di rileggere uno degli ultimi articoli di Renato Serra, un uomo di lettere che ha vissuto in prima persona l’esperienza della guerra ed è caduto nella trincea del monte Podgora il 20 luglio del 1915. In questo passo, che dovrebbe essere stato pubblicato su La Voce, parla della guerra senza retorica; s’intitola perlappunto “Esame di coscienza di un letterato”. Il pensiero che esprime è indubbiamente molto forte, ma sotto certi aspetti è pienamente condivisibile. Il mito della guerra è pericoloso, genera una sorta di torpore e forse la fede, una fede astratta, non è sufficiente a tirarci fuori da questo stato di angoscia. La guerra deve tornare ad essere un fatto, il mito della guerra va combattuto, magari in maniera diversa da quella proposta da Serra, ma va combattuto. La scelta della Francia sembra andare in questa direzione e la rispetto anche se non mi sembra una soluzione. La laicità è un valore che andrebbe riscoperto e valorizzato; io sono cattolica, ma questo non significa che non abbia occhi per guardare o che i cattolici non abbiano occhi per guardare. Serra scrive “La fede è sostanza… No. Fede è una parola che non mi piace, e quanto a cose sperate, non ne conosco. Non credo che ci sia niente di fatale o di misterioso nel mio desiderio. Fatalità della razza risorgente, istinto di umanità ricuperata, son tutte frasi che non destano in me nessuna eco precisa. Le cose che io penso sono determinate e comuni.” Determinate e comuni, questa per me è la sintesi della laicità. La speranza che non si fonda sul sacrificio personale genera aspettative astratte (sogni, illusioni, ecc.). La vaghezza non ha nulla ha che spartire con il Vangelo. Quando si parla di fede non si può generalizzare.

  3. 3
    xxx -

    Mi sembra che tu sia in una di quelle crisi che arrivano per farti capire che tutto ciò che hai, di apparentemente perfetto o quasi, in realtà non è ciò che il tuo essere più profondo desidera davvero. A volte essere felici o diciamo appagati, sereni richiede strade alternative, strade impervie, strade strane.. Trovare quella che veramente è la nostra via è difficile. A te sembra che 30 anni siano tanti, ma dipende dal parametro che usi per la misura. Sì, la società a 30 anni ti vuole autonomo, ma la strada spirituale è strettamente personale e ha poco a che fare con tutti questi canoni…Purtroppo non esiste cura che non sia la pazienza, i tentativi di capire cosa ti stia succedendo, e purtroppo sei l’unico a poterlo fare. Capisco il tuo momento, è dura. Forza, un abbraccio!

  4. 4
    michelle -

    Ciao,
    Concordo con i commenti degli altri. Se hai distrutto determinate cose nella tua vita, a livello conscio magari non sai perché, ma inconsciamente e` perché non soddisfavano i tuoi veri bisogni, quelli piu` profondi, della tua anima.
    Invece di chiederti perché e di continuare a pernsare a cio` che hai fatto, credo sia piu` utile concentrarti su cio` che puoi fare ora. Ripartire da zero e` una fortuna che non tutti hanno, perché puoi ricostruire tutto in modo piu` adatto a te. Molti si sentono costretti a portare avanti cio` che hanno costruito per senso del dovere e responsabilita` verso gli altri, dimenticandosi che prima di tutto dovremmo soddisfare noi stessi.
    Periodi del genere, “di crisi”, possono durare tanto e sembrare interminabili, ma ricordati che un giorno ti guarderai indietro e vedrai tutto sotto un’altra luce.

  5. 5
    Yog -

    Convengo che solo tu possa aiutarti. Ma non sconsiglierei un passaggio da un neurologo. Pensaci.

  6. 6
    Alessandro -

    Ehi ciao,
    Non so se mai leggerai questo mio commento ma spero proprio di sì.
    Premetto che io non posso definirmi e parlare da persona “adulta” data la mia età (sono classe ’96 e avrò 20 anni a gennaio) ma credo di aver avuto determinate esperienze forti tali da farmi maturare.
    Io voglio solo dirti il mio punto di vista.
    Ho avuto esattamente lo stesso problema tuo…perdita di obiettivi, amicizie, amore. Allontanamento dalla gente e dalle situazioni nelle quali iniziavo a sentirmi stretto. Avevo perso qualsiasi stimolo e motivazione, mi ero appena lasciato con la ragazza e le mie giornate dopo la maturità erano vuote. Potevo riempirle al meglio facendo ciò che mi piace, suonando dipingendo e leggendo, invece ho buttate l’estate della maturità da solo, in casa, a Milano da giugno fino ad oggi. Ho capito che avevo bisogno di una svolta solo inizio settembre e ho deciso di partire.
    Partire.
    Viaggiare. Da solo.
    È vero la mia età mi lascia la libertà della scelta di un anno sabbatico, ma se davvero ti senti così vuoto e senza stimoli probabilmente è il momento di prendersi una pausa da tutto ciò a cui si è abituati e cambiare aria. non dico dincambiare vita radicalmente. Prova a vedere se hai soldi da parte e fidati con anche pochi soldi, spirito di iniziativa e capacità di adattamento puoi cambiare anche per poco la tua vita.
    Per essere un po più chiari l’estate scorsa con 370€ sono stato via 3 facendo un viaggio Monaco, Berlino, Copenaghen. Dormivo con touch surfing e ho conosciuto gente fantastica e sono tornato più ricco di esperienze positive.
    Valuta l’idea di prendere una pausa. Potrebbe farti solo bene. Se hai l’età per poter dire “io mollo tutto. Voglio capire chi sono”, se hai la possibilità fallo.

    Tanti saluti un forte abbraccio e in bocca al lupo per qualsiasi avventura

    In fede
    Alessandro

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