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Come si fa a vivere le relazioni

Lei è una collega, lavoriamo nello stesso palazzo ma in uffici fisicamente separati; amici e frequentazioni comuni ci portano a conoscerci meglio e a frequentarci.

Mi sono da poco trasferito a Milano, siamo più o meno coetanei, è una ragazza molto intelligente e matura, una di quelle persone che hanno conquistato il proprio equilibrio e la propria dimensione giorno per giorno, affrontando enormi problemi con tenacia e determinazione; problemi che avrebbero piegato molte persone (compreso me) ma che su di lei hanno avuto un incredibile effetto opposto.

Io invece sono un eterno insicuro, una persona fragile e perennemente incapace di capire quello che vuole; sono spaventato dalla vita senza un “apparente” motivo e terrorizzato dall’idea che le persone che mi circondano possano avere qualche tipo di aspettativa su di me. Maturo anche io ma con una bassissima autostima e decisamente troppo complesso per riuscire a portare avanti una relazione (così come qualsiasi tipo di interesse) in modo sereno, senza desiderare di fuggire lontano anni luce.

Qualche mese fa mi accorgo di lei e capisco che è diversa da tante altre; credo che inizi a piacermi ma come sempre non ne sono sicuro. Io invece le piaccio e me lo dimostra senza problemi, in modo molto dolce e coinvolgente.

Ci frequentiamo per un pò e la relazione inizia a spostarsi su un piano più profondo, come è normale che sia.

Li per me iniziano i problemi: mi sento a disagio, costantemente sotto pressione (nonostante non ci sia nessun motivo) e sento il desiderio di interrompere immediatamente ogni rapporto. Improvvisamente realizzo di non esserne attratto e mi sento terribilmente in colpa per aver fatto l’amore con lei.

So quanto sono insicuro e spaventosamente volubile; decido di prendere il coraggio a due mani e le parlo ma a quel punto scatta qualcosa che mi fa vedere la situazione da un altro punto di vista e inizio a realizzare che è giusto dare la possibilità a questa storia di poter andare avanti.

Continuiamo a frequentarci ma ora mi sento di nuovo alle strette: proseguire mi spaventa e temo proprio di non amarla; le vorrei parlare di nuovo ma ho terribilmente paura di ricadere nello stesso “schema” della scorsa volta, autoconvincendomi che lasciarla sia una cosa sbagliata e che se lo facessi me ne pentirei ogni giorno. Ma non siamo più dei ragazzini e io non voglio che lei possa soffrire per colpa mia.

Si, lo so. So quale sarebbe la cosa giusta da fare. Ma è così difficile farla. Per me le cose più semplici sono sempre state le più complicate.

Sto facendo un percorso di psicoterapia da un pò di tempo, voglio cercare di trovare me stesso e capire cosa mi impedisce costantemente di vivere. Ma non è una strada facile e per quanto mi impegno è sempre più forte la convinzione di essere inadatto alla vita e in modo particolare alle relazioni. So che dentro sono sofferente e che non sto bene ma quello che mi fa veramente male è causare sofferenza di riflesso agli altri, soprattutto a chi non lo merita.

Che cosa dovrei fare?

Grazie e un saluto a tutti.

L

Lettera pubblicata il 9 Maggio 2015. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 10 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Penso che problemi relazionali dipendano molto dal nostro sistema scolastico. Ai tempi delle elementari ho avuto modo di osservare delle insegnanti che molto probabilmente insegnavano dagli anni del fascismo; mi riferisco ad una in particolare che sarebbe dovuta andare in pensione molti anni prima… il fatto è che subentrò un problema interno: una storia di anni di servizio che erano andati persi e che le impedivano di andare in pensione. Per una serie di casi della vita sono stata spesso a fare visita ad un’insegnate di mia madre e così ho approfondito la conoscenza della vita di una maestra che si è formata durante il fascismo. Queste donne non erano donne di mondo, vivevano in una sorta di microcosmo e i loro mariti facevano il falegname piuttosto che l’avvocato in un’epoca in cui il falegname e l’avvocato facevano la stessa vita ed erano pure amici. I loro studenti erano molto più liberi di noi e considerando che all’epoca il peso delle ideologie era particolarmente sentito ci sarebbe da preoccuparsi. I nostri insegnanti avevano degli ideali ma sembravano molto diversi dai nostri genitori. L’immagine del progresso che loro malgrado si trovavano a veicolare ha generato generazioni di ragazzi che per tenere banco favoleggiano di una vita immaginaria.
    L’etica pubblica è una roba del secolo scorso. La verità è che l’insegnamento è una vocazione che non neutralizza il libero pensiero degli insegnanti ma dovrebbe indurli a fare scelte etiche. Da una parte condivido questa riforma perché infondo ci sono insegnanti che meritano un riconoscimento.

  2. 2
    rossana -

    Horizon,
    ammirevole il tuo senso critico e il tuo desiderio d’introspezione, per conoscerti meglio e rafforzarti, soprattutto nelle capacità relazionali.

    difficile dare un suggerimento: da un lato, sarei portata a invitarti a portare a termine la psicoterapia prima di cimentarti con rapporti amorosi; dall’altro, essendoti già in parte impegnato, mi verrebbe da pensare che anche proseguire la relazione in corso ti può essere utile per meglio sapere sia chi sei, sia cosa cerchi in una compagna.

    è probabile che di lei ti attragga proprio la forza e l’equilibrio che senti carenti in te. lasciati vivere, giorno per giorno, senza troppo impegnarti né con te stesso né con lei. a poco a poco la situazione ti si chiarirà e potrai essere più sicuro sulla decisione da prendere.

    in bocca al lupo, per tutto!

  3. 3
    marinella -

    Metti che vi foste incontrati e attratti per imparare qualcosa l’uno dall’altra: Cosa ti piace di lei e cosa puoi imparare dal suo modo di essere? Un altra domanda é abbastanza intima e riguarda il tuo orientamento sessuale… Mi dai l’impressione di star reprimendo qualcosa, magari non ti ricordi ma nella tua infanzia qualcuno ti ha fatto sentire sbagliato e non all’altezza delle sue aspettative… Com’é il rapporto con i genitori? Ciao un abbraccio

  4. 4
    Golem -

    Cosa devi fare? Capire chi sei per sapere cosa vuoi. Nessuna relazione – non solo sentimentale – può funzionare se non si è in equibrio con sè stessi. Ancora meno cercare nell’altro quello che manca dentro sè stessi, e una volta trovato pensare di usufruirne per colmare i propri vuoti.

    Psicoterapia: soldi buttati, non per il principio in sè, ma per la scarsa qualità dei professionisti sul mercato.

  5. 5
    CharlotteToday -

    Ciao Horizon,
    mi dispiace che tu ti senta inadatto alla vita e alle relazioni, io non sono una psicologa ma penso che ogni essere umano è unico e spesso quello che ci rende diversi (anche i nostri difetti e ciò che ci fa soffrire) non è che la parte che più ci rende speciali e preziosi.
    Nessuno ti può dire cosa fare: se tu hai bisogno di tempo o di staccarti da qualcuno fallo, non sei responsabile del cuore delle altre persone. Non è che con la tua bassa autostima sei partito idealizzando quella ragazza e ora che l’hai vista più chiaramente ti tormenti con infiniti dubbi/possibilità riguardo alla storia?
    Cerca di comunicare con lei (anche in forma scritta se per te è meno doloroso e complicato)e ricorda che magari è lei quella che non è innamorata davvero di te o che ti “usa” come stampella emotiva (magari inconsciamente) – dovete incontrarvi a metà strada, 50 e 50. Comunicate e non sentitevi in colpa perché al cuor non si comanda.
    Sembri una persona così gentile… non limitare la tua libertà per paura.
    Anche l’importantissima libertà di sbagliare; conosci l’arte giapponese del kintsugi? 😉

    Aggiungo che non ho ben chiaro cosa intendi quando dici di non saper portare avanti gli interessi (se non ti interessano più perché non dovresti cambiarli?) e che ti auguro buona fortuna.

  6. 6
    rossana -

    Charlotte,
    “ogni essere umano è unico e spesso quello che ci rende diversi (anche i nostri difetti e ciò che ci fa soffrire) non è che la parte che più ci rende speciali e preziosi.” – meno male che qualcuno osa affermare il vero, e cioè che non siamo fatti tutti con lo stampino della perfezione e che non è previsto dal dna biologico che tutti si sia in possesso dell’autostima necessaria per piegare il mondo e il pensiero alle proprie esigenze, magari ignote a noi stessi.

    si avanza spesso a tentoni, in questo o in quel settore… si migliora o si peggiora… si raggiunge o si perde di vista un obiettivo… si hanno incontri fortunati, incontri sfortunati e incontri a metà, fra il bene e il male, per sé e per gli altri soggetti coinvolti. tutto questo si chiama semplicemente vita, di cui nessuno è mai stato maestro!

  7. 7
    Golem -

    Che i nostri difetti ci rendano preziosi è una bella novità.
    Che si debba impare degli errori è una banale evidenza. Ma quando vengono riconosciuti come tali peró, non negandoli a sé stessi perche magari c’e di mezzo un “amore” sbagliato che ci ha fatto bollire il sangue, altrimenti si incorrerà negli stessi errori per sempre. E quello è un difetto, grosso pure, e non lo vedo come qualcosa di prezioso.

  8. 8
    michelle -

    Horizon, da quello che dici in mio parere lei ti interessa davvero, ma hai troppa paura per riuscire a lasciarti andare.
    Come sono state le tue relazioni passate? Ti succedevano le stesse cose, avevi gli stessi dubbi? Se e` un copione che si ripete, fossi in te non la lascerei andare, ma affronterei la situazione in maniera diversa.
    E` importante, per le persone che non riescono a vivere una relazione in modo sereno, aprirsi con l’altra persona, esporre le proprie debolezze per instaurare un clima di fiducia che altrimenti non si creera` mai, perché tu ti sentirai sempre inadeguato.
    Se invece aprendoti troverai comprensione e accettazione, piano piano la paura diventera` minore e riuscirai a rilassarti un pochino di piu`.
    Io un percorso di psicoterapia l’ho fatto e l’ho trovato molto utile, anche se non ho dovuto pagare perché la mia assicurazione sul lavoro me l’ha coperto.

  9. 9
    horizon -

    Innanzitutto grazie a tutti per le vostre risposte.
    @ CharlotteToday, mi ha colpito molto quello che hai detto: “….l’importantissima libertà di sbagliare”. Si è vero, non dovremmo limitare la nostra libertà per la paura. Mi spaventa solamente il fatto di aver causato sofferenza ad una persona che non lo merita (come tutti, d’altra parte), nonostante lei sia una persona forte.
    Io ci tengo molto a lei ma so che non non riesco a non mettere costantemente tutto in discussione.
    @ michelle,si hai ragione.Ho troppa paura di lasciarmi andare e soprattutto di essere felice. Con lei sono riuscito ad aprirmi un pò; ma il sentirmi inadeguato è un sentimento ancora troppo forte. Lei mi accetta così come sono ma io non riesco a fare lo stesso con me.
    Ti ringrazio ancora per le belle parole.
    Horizon.

  10. 10
    CharlotteToday -

    Rossana,
    Hemingway lo ha detto meglio di me “Le persone migliori hanno la sensibilità per la bellezza, il coraggio di rischiare, la disciplina per raccontare la verità, la capacità del sacrificio.
    Paradossalmente, le loro virtù le rendono persone vulnerabili, sono spesso ferite, qualche volta distrutte.”

    Horizon,
    anche un semplice “scusa” è un inizio. E il tempo fa il resto.
    Che la tua inadeguatezza nasca da “demoni interiori”? E ti faccia attaccare appena tu ti senta attaccato? A volte fa bene scaricare stress ed energie negative e/o distruttive con l’arte (creandola o ammirandola).
    Spero che tu e nessun altro pensi cose del tipo “quanto sono fortunato che mi lasci stare insieme a lei perché io non sono nulla al confronto”. Ognuno ha delle qualità (anche se sepolte).

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