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Clochard per scelta: bisognerebbe proibirlo?

Il mio dubbio nasce da una discussione avuta oggi con una mia conoscente. Si parlava di barboni. Di come in alcuni paesi della Cina essi vengano puniti mediante il carcere.
Da qui,abbiamo cominciato a parlare del fenomeno in Italia. Lo stato dovrebbe prendersi cura dei barboni ed evitare il perseverare di questa condizione. Osservazione scontata e credo nessuno potrebbe essere contrario. Però, si parla di barboni,senza tetto,per mancanza di possibilità. E’ chiaramente assurdo punire chi non ha la possibilità di una casa ed è costretto a vivere per strada.
Ma il punto di vista può cambiare se si parla del barbone per scelta.
Sembra assurdo eppure,ne esistono. Persone che hanno deciso di rinunciare a tutto per una scelta di vita.
Su questo,i pareri sono stati divergenti.
Dal mio punto di vista,se,utopicamente,si potesse risolvere definitivamente il problema dei senzatetto,offrendo una casa a tutti,tale fenomeno non dovrebbe comunque essere proibito.
Anzi,credo che andrebbe ufficializzato lo status,sempre utopicamente parlano,ufficializzato e normatizzato. Vengano imposte delle regole e dei limiti. Fondamentalmente regole di civiltà. Il barbone,inteso come colui che decide di non avere una dimora,che decide di vivere per strada,se lo fa nel rispetto del prossimo,non vedo che danni possa arrecare.
Si è parlato oggi di pubblico decoro della città. Ma io ritengo ci sia un pregiudizio di fondo. Il barbone non è solo quello che sfrutta gli angoli per i bisogni,sporca tutto,etc…anzi,direi che tali problemi non hanno come principale fonte tale fenomeno. Il barbone è anche colui che vive per strada sfruttando i bagni pubblici,seguendo una propria organizzazione che anche se al passante non salta all’occhio,esiste. E non credo sia giusto negare questa possibilità in nome del decoro.
Non credo esista un punto di vista giusto e uno sbagliato…ma vorrei sapere cosa ne pensate voi…
Parliamone…

Lettera pubblicata il 21 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 17 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 16 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    Stefano614 -

    Qualcuno potrebbe risponderti che i “pazzi” sono quelli che si alzano alle 5 della mattina 6 giorni a settimana per farsi dare un po di soldi a fine mese, ti riporto un tratto del testo del discorso tipico dello schiavo di Silvano Agosti:

    Uno degli aspetti più micidiale dell’attuale cultura, è di far credere che sia l’unica cultura.. invece è semplicemente la peggiore.

    Bèh gli esempi sono nel cuore di ognuno.. per esempio il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni alla settimana è la cosa più pezzente che si possa immaginare.

    Come si fa a rubare la vita agli esseri umani in cambio del cibo, del letto, della macchinetta..

    Mentre fino ad ieri credevo che mi avessero fatto un piacere a darmi un lavoro, da oggi penso:
    “Pensa questi bastardi che mi stanno rubando l’unica vita che ho, perché non ne avrò un’altra,
    c’ho solo questa.. e loro mi fanno andare a lavorare 5 volte.. 6 giorni alla settimana e mi lasciano un miserabile giorno.. per fare cosa? come si fa in un giorno a costruire la vita?!”

    Allora, intanto uno non deve mettere i fiorellini alla finestra della cella della quale è prigioniero
    perché sennò anche se un giorno la porta sarà aperta lui non vorrà uscire..

    Deve sempre pensare, con una coscienza perfetta:
    “Questi stanno rubandomi la vita, in cambio di due milioni e mezzo al mese, bene che vada, mentre io sono un capolavoro il cui valore è inenarrabile”

    Non capisco perché un quadro di Van Gogh debba valere 77 miliardi e un essere umano due milioni e mezzo al mese, bene che vada.
    Secondo me, poi, siccome c’è un parametro che, con le nuove tecnologie, i profitti sono aumentati almeno 100 volte.. e allora il lavoro doveva diminuire almeno 10 volte! Invece no! L’orario di lavoro è rimasto intatto. Oggi so che che mi stanno rubando il bene più prezioso che mi è stato dato dalla Natura. Pensa alla cosa più bella che la Natura propone, che è quella di, mettiamo, di fare l’amore, no?!

    Immagina che tu vivi in un sistema politico, economico e sociale dove le persone sono obbligate, con quello che le sorveglia, a fare l’amore otto ore al giorno.. sarebbe una vera tortura.. e quindi perché non dovrebbe essere la stessa cosa per il lavoro che non è certamente più gradevole di fare l’amore, no?! Per esempio il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni alla settimana.. certo c’ho il mitra alla nuca.. lo faccio, perché faccio il discorso: “Meglio leccare il pavimento o morire?”
    “Meglio leccare il pavimento” ma quello che è orrendo in questa cultura è che “leccare il pavimento” è diventata addirittura una aspirazione, capisci?

  2. 2
    ventolibero -

    Un barbone nasce spontaneamente, da un giorno all’altro. Ieri quell’angolo di città era vuoto, stamattina è addobbato da un ‘macchia’ scura e sporca con una lunga barba. Perchè rimuoverla quella ‘macchia’? E’ un grido di denuncia e di verità, e va ascoltato!
    Può accadere sui giardini di una chiesa o sulle panche di un giardino pubblico.
    Nasce così questo ‘oggetto’ indefinito, o almeno indefinibile sotto i parametri abituali che servono per caratterizzare un uomo, per classificarlo, per dominarlo. Indefinito anche perchè lo si guarda in fretta, di sfuggita, ritirando subito lo sguardo, per fissarlo su immagini più piacevoli, più edulcorate, più false, perchè la verità spaventa, disturba, deturpa il decoro!
    Io mi sono fermato molte volte davanti ad un barbone, col desiderio di sapere, ‘amico, per scelta o per necessità’, e fortuna che mai ho ottenuto risposte, anche perchè ho resistito dall’essere così imbecille da porgergli una domanda del genere.
    Dove sei nato, chi sono i tuoi parenti, come ti chiami, ti senti bene, hai qualcuno accanto? Domande che servono a me, a noi, inutili per lui.
    E’ come se non avesse appartenenza, che complica la storia di tutti e di ognuno, di ciascuno, perchè i legami sono spesso fatti di colpa e di dolore.
    Vive così, da anonimo, uno degli infiniti nessuno sparsi nel mondo, in una nuova città, senza chiedere nulla, senza dover fare qualcosa per qualcuno, senza doveri, sena diritti, senza leggi, senza dover essere!
    Libero in una società che ci incatena e condanna allo schifo!

  3. 3
    libera -

    Concordo con i sudddetti pareri. Ci mancherebbe che vengano a mettere altri paletti e altre regole a chi una casa (per tutti i motivi che vuoi) non ce l’ha. Come se il mondo, la società, non fossero già stracolmi di leggi del cavolo che incatenano, castrano, umiliano, strangolano e lentamente uccidono… Ma tanto, qui davvero tra breve ci faranno pagare per l’aria che respiriamo.

  4. 4
    Aria85 -

    @Stefano
    cavolo se hai ragione…mi ritrovo molto nelle tue parole,come penso (purtroppo) un sacco di altra gente…
    Che poi il punto non è:non hai voglia di fare sacrifici,vuoi tutto e subito!
    Perchè anche fare un lavoro che ci piace molto comporta delle rinunce e dei sacrifici,ma almeno non ti senti schiavo,non muori dentro,riesci ad alzarti al mattino e andare a dormire la sera col sorriso.
    La gente corre da tutte le parti,calpesta chiunque e qualunque cosa.Tutti nervosi,affamati,rabbiosi,noncuranti…tutti contro tutti a fare la guerra dei poveri,per poi ritrovarsi soli e stanchi.
    Per la strada,se osservi i volti delle persone che incontri,vedi occhi vuoti,espressioni dure,labbra serrate.Magari ti danno una spallata e nemmeno si girano per chiedere scusa,hanno troppa fretta.
    Correre,correre…ma per andare dove?Per stringere cosa?
    Un unico pezzo di pane e mille cani affamati intorno!
    Io non ce la faccio…

  5. 5
    vivere per strada -

    ho letto molti articoli sul web di persone (molti ragazzi) che hanno scelto di vivere in una roulotte…qualcuno di voi ha esperienza in merito? o conosce qualcuno che vive così?
    mi piacerebbe vivere per strada e suonare, suonare.
    suonare camminare spostarmi di città in città visitare luoghi e conoscere gente nuova ma nn per stringere chissà quale grande amicizia ma per scambiare vissuti,conoscenze, semplici momenti di condivisione e poi salutare e continuare a camminare..

  6. 6
    LUNA -

    Vivereperstrada: ho avuto conoscenti che anni fa hanno vissuto per un lungo periodo in roulotte, però in una specie di campeggio. Erano due coppie, lavoravano ma in quel momento nessuna delle due aveva una casa vera e propria. Ciascuno aveva la sua roulotte. Non dicevano di starci male, non si lamentavano, e probabilmente quella comunque era una loro manifestazione di libertà anche, perché evidentemente avevano voglia di vivere insieme, quelle erano le loro possibilità del momento e con capacità di adattamento hanno vissuto così. Ed è stata una lunga esperienza, e appunto un’esperienza. Però non ha fa loro schifo quando hanno avuto una casa vera e propria.
    Io per ragioni su cui non mi dilungo per un periodo ho saltato da una casa all’altra, anche quella è un’esperienza. Anche di scambio vissuti, conoscenze, semplici momenti di condivisione. Così come condividere la strada può mostrarti dei lati delle persone puoi scoprirli anche facendo insieme la lavatrice in una casa 😉
    Potrei vivere anche in roulotte. Tuttavia posso dirti che l’idea di avere una casa casa di nuovo non mi dispiace 😉 Dici “non stringere chissà quale grande amicizia”, perché? Magari invece puoi fare anche delle amicizie straordinarie, che restano anche se non ci si vede e sente tutti i giorni.
    I musicisti di strada regalano spesso, come altri artisti di strada, veramente grandi emozioni artistiche. Dei miei amici che si sono sposati civilmente con grande semplicità (in seguito hanno fatto una bella festa, molto poco istituzionale, come piace a loro) fuori dal comune si sono trovati con due artisti di strada che con la loro musica hanno reso quel momento ancora più speciale. Mi pare che tu non stia parlando di rinunciare ad avere una casa, come scelta di vita “permanente” (anche se poi, certo, può diventarlo) ma di fare un’esperienza, perché no?
    ci sono mille modi di viaggiare per il mondo, a piedi, in bicicletta, in treno, in autostop, andando in albergo, andando a lavorare in un’altra città o paese, scambiandosi le case… tutte sono un’esperienza. Ho amici che viaggiano da sempre. Alcuni si sono fermati ad un certo punto, altri ancora no.
    Se senti che questa è quella che vuoi vivere tu, provare tu, perché no?

  7. 7
    antonio -

    ciao a tutti mi chiamo antonio. ho 52 anni ho perso il lavoro da 2 anni , non ho più nulla rifiutato da tutti. ho una splendida persona che mi mantiene con 4 soldi, lei ora ha perso il lavoro è riuscita a portarsi a casa 4 soldi con la sua liquidazione e io mi sento un peso x lei non voglio rovinargli la vita lei potrebbe vivere da un fratello . io chiedo se cè un qualcuno che viva girando in bicicletta da clochard. contattattemi finchè ho ancora un pc x poter rispondere grazie

  8. 8
    franca -

    Ho 39 anni, soffro di depressione.il mio chiodo fisso e andare a fare la barbona.sto andando gia a mangiare alla caritas.il passo successivo sarà lasciare l.abitazione dei miei.faccio volontariato ma non ho voglia di stressarmi la vita per un lavoro.che ne sara’ di me.?

  9. 9
    Tris -

    Sono giovane. Non riesco a trovare un lavoro sebbene mi sia laureata e l unico che ho trovato…l ho perso. Accetterei qualsiasi cosa. In casa la situazione non va di certo meglio e alle volte penso: mi ammazzo, mi sparo un colpo in testa e addio a tutti o mollo tutto. Certo avere una casa…i soldi…ttt molto bello. Ma quando avere queste cose finisce con il distruggerti dentro…ha un senso averle?
    Io non credo. Perché a un certo punto questa vita, questa vita che ti fanno fare,a un certo punto ti uccide. Non fisicamente ma umanamente. Ti alzi la mattina e non riesci a vedere il sole . Resti li, con mille cose da fare o da provare a fare ma non hai la forza di farlo. Non hai la forZa di alzarti. E a quel punto forse un giorno riuscirai a comprarti la casa dopo anni di mutuo e anche una piccola macchina, quella che hai visto in TV e che ti piace tanto, ma dentro nn c è rimasto più niente. Io perlomeno mi sento così. E l idea di mollare tutto e andare a vivere per strada, con difficoltà certo, ma diverse da quelle che si devono affrontare tutti i giorni, mi passa per la testa.

  10. 10
    D-Ego -

    Ehi Tris, qui c’è un sacco di “uomini veri” che mangiano alla faccia tua, per cui con le tue tasse devi sostenerli, mica ti vorrai uccidere o fare il barbone per lasciarli morire di fame? Questi ciucciano intere manovre finanziaria, sai?

    http://www.difesaonline.it/

    Aggiornatevi, il benessere dei mercenari e del resto della sarabanda sociale in corsa verso il paradiso si fonda sulla pelle scuoiata dei “meno capaci”, la regola imperiale più comoda per liberare il mondo dai Cristi senza sparare un chiodo.

    Mi farei una risataccia, ma visto il topic drammatico me la farò quando tutti i porci sociali del Global Kiss saranno benedetti dalle loro creature al silicio, con il permesso dei grandi psicologi di Lad, naturalmente. :))

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