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Chiacchiere

Ok comincio cosi, io sono un ragazzo fortunato me ne sono reso conto già da un po’, non sono particolarmente bello, non sono ricco, non ho una bella macchina, sono precario da sempre, e nella mia vita ho fatto cose di cui non vado fiero.
Eppure se esco non ce storia, il successo con il sesso opposto non è garantito, ma i numeri sono dalla mia, vengono a chiedermi consiglio, la cosa mi ha fatto piacere e mi ha turbato allo stesso tempo.
Michele questa notte mi ha paragonato ad “hitch, lui si che capisce le donne” banale film uscito sui grandi schermi qualche anno fa, io mi sono messo a ridere dicendo che non è vero e che sono una frana, ma come volevasi dimostrare il destino mi ha dato torto pure questa volta, una biondina occhi azzurri zuppa di neve accompagnata da un gruppo di amiche si avvicina e praticamente mi abborda lei, “il ragazzo” povera bestia, si siede al tavolo difronte al nostro chiacchierando con due relitti umani affossati sui divanetti del pub, disinteressato totalmente alla sua consorte ho la vaga idea che non si sia accorto minimamente dell’accaduto, 30-40 minuti di chiacchiere e mi infila la lingua in bocca, mi strappa il numero e mi invita ad uscire domani sera… Michele credo che abbia tentato l’abbordaggio di un amica ma ha rinunciato prima ancora della picca… o forse no, non lo so, focalizzo l’attenzione ai discorsi di lei e allo sguardo del suo uomo che distante mi appare come una sorta di, non so cosa però mi fa pena.
Si avvicina il ragazzo di questa qua che si presenta, non ricordo il nome, mi sorride e mi offre una birra dopo averlo battuto a scacchi in pochi minuti, penso “ho beccato la coppia di scambisti?, è un imbecille? cosa sta succedendo? “, Michele sorride, bevo il mio Martini&Jin e faccio finta di nulla.
Lui va via e da un bacio sulla fronte a Camilla, così mi si è presentata, saluta il branco di signorine assetate di alcol e d’attenzioni, lei rimane ma poco dopo va via con le amiche ubriache, ma prima mi offre una sigaretta e mi dice testuali parole “sai con lui la relazione è al tramonto non prendermi per una così.. “, poi mi bacia e se ne va.
Michele che con le donne è un disastro dai tempi remoti di quando lo conobbi, mi riempe di complimenti capendo al volo la faccenda palese, io gli dico che in fondo non c’è nulla di eccezionale, mi sono rimorchiato una strana specie di sgualdrina altolocata, non è una gara, e si per carità la faccenda non mi dispiace ma non mi sento neanche di cantare vittoria per niente.
Ma non finisce qua, riprendo fiato, Michele parla e smetto di ascoltarlo, basta un pelo e diventa deficiente povera stella, è un bravo avvocato, ma se il testosterone gli sale è intrattabile, perde il controllo e spara scemenze a raffica.
Viene la cameriera che mi rovescia il terzo Martini&Jin sul giubbotto, che per fortuna è impermeabile quindi nessun danno, lei ugualmente desolata, la rinfranco gli dico di stare tranquilla, mi presento e mi dice che mi conosce di vista ma non si ricorda, Claudia così si chiama mi sorride e mi porta di nuovo l’ordinazione, uno scambio veloce ad alta voce di battute simpatiche, un sorriso, ci scambiamo i numeri e mi chiede domani che serate ci sono, mi è venuto spontaneo invitarla a ballare così gli strappo un “si” che sembrava prendesse la rincorsa.
Arrivati al conto Claudia neanche mi fa pagare, ci fumiamo una sigaretta insieme e di sfuggita vedo Michele vomitare dietro una macchina, lei scoppia a ridere ed io con lei.
Smette di nevicare e le vecchie stradine del centro sembrano uscite da un film di kassovitz, Michele sembra star meglio, gli faccio prendere un caffè a forza, povero diavolo la sua tolleranza all’alcol è davvero bassa.
Ci intratteniamo in una guerra di palle di neve come due ragazzini insieme ad un assemblamento di gente ubriaca, muoio dalle risate, spensierato come forse da tempo non mi capitava di stare.
Va bè arrivo al punto, fino a che le cercavo io era un conto, rapporti facili/per convenienza, li generavo perché mi comportavo come buona parte dei maschietti che ci sono in giro e ci posso stare, tutto in regola sotto controllo.
Finita la mia storia d’amore dove mi sono ritrovato a rivoluzionare il mio modus vivendi, ho decisamente saturato il mio desiderio, come una vendetta trasversale alla mia signorina malefica.
Terminato il periodo transitorio mi sono ritirato dai giochi e ho gestito i rapporti con il contagocce, tutto sotto controllo “azione-reazione”.
Adesso cominciano a venirmi i dubbi su quello che sta accadendo.
Molti “amichetti”, li chiamo cosi, anche dichiaratamente sono molto lieti di affiancarsi a me per fare nuove conoscenze, è vero rompo il ghiaccio con facilità, il sarcasmo fa il resto e mi muovo quasi sempre senza un interesse preciso, ma cosa sto facendo? porto gli altri a rimorchiare?
a dire il vero alcune neanche le richiamo, a me le donne interessano relativamente, sarà questo che le attira? molte di loro hanno l’uomo ma ugualmente si fanno avanti? sarà un caso? le attiro io? e con quale criterio? per quale motivo?
Sarà la teoria degli uomini tendenti alla maturità sentimentale, che condiziona il comportamento? ma sono io o la corazza che mi sono creato? gettare gli amici in queste situazioni li aiuta davvero?
Alla fine un desiderio narciso ed egocentrico porta al desiderio della possessione e del sesso, e ciò è divertente, bello quello che ti pare, inversamente montare una relazione è qualcosa che mi fa sorridere e basta.
Tutto sommato qualcuno si fa sempre male, e nei migliori casi tutto mi appare come un paesaggio squallido senza senso.
Ho ricevuto un sacco di critiche da parte di alcune amiche, amiche vere cioè non ci vado a letto, ma sono sterili non mi hanno detto nulla che già di mio non avessi già pensato con parole differenti.
Con gli amici è solo un “ma che ti lamenti”, “ma beata a te fratè”, che ci parli a fare;
Si tratta di essere umani è giusto farsi degli scrupoli? infondo se qualcuno da, è perché qualcuno chiede.
Non puoi prendere sul serio nessuno, nessuno mi stupisce, nessuno mi sorprende.
Io non provo nulla, prima mi emozionavo, ero romantico, poi le persone maturano e imparano a dare diversi pesi e prendono diverse misure, ma è davvero salutare?
Cioè la maturità dei rapporti e la stabilità di intesa, che sancisce un ordine d’aspettative e conseguenziali paletti, costituito dal frutto delle esperienze e delle delusioni, è davvero questo patrimonio che si millanta tanto? oppure è un accontentarsi di una gabbia che ci siamo costruiti per assicurarci non il benessere ma la tranquillità?
Non mi piace sta situazione che si è generata, sento che c’è qualcosa che non va, non mi disturba, alla fine sto bene con me, ma mi manca qualcosa è tutto troppo banale e scontato.
Mi sento un idiota.
Devo smetterla di masturbarmi mentalmente.
E se mi mancasse Eleonora?
mio dio non c’avevo pensato.
No va bè non ho intenzione di sfibrarmi con queste riflessioni.
Pure se fosse non potrei fare nulla, il capitolo è chiuso.
Forse ha ragione chi dice che non è vero che l’amavo, mi sono fissato perché mi ha rifiutato.
Dove diavolo è finita la mia sicurezza?
Devo smetterla di bere.
Grazie Lettere al direttore dello spazio, buona notte.

Lettera pubblicata il 11 Febbraio 2012. L'autore ha condiviso 21 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    kombo -

    Caro Zingaro22,
    è possibile che i tuoi comportamenti originino da una certa dose di distacco, che puoi aver sviluppato negli anni.

    Personalmente, ritengo che il tuo approccio attuale al mondo femminile sia il più sano in assoluto.

    La tendenza generale è quella di pensare che, un giorno, conosceremo la persona che ci renderà felici. La persona che finalmente ci salverà dalle nostre vite. Una sorta di messia che ci affrancherà dai dolori passati, e che finalmente ci darà la felicità che tanto meritiamo.

    Ora, è una caratteristica della nostra cultura pensare al bene e al male come entità estranee da noi. La tradizione cattolica ha una grande responsabilità, sotto questo punto di vista. Allo stesso modo, pensiamo che la nostra realizzazione, la nostra felicità, dipendano da qualcosa di estraneo da noi.

    Tuttavia, non è così che funzioniamo. Erich Fromm lo spiega chiaramente in “Avere o Essere?”. L’avere donne non porta alla felicità, semplicemente perché appartiene alla dimensione del possesso.

    Tu hai provato la stessa cosa. La parziale insoddisfazione che hai, deriva proprio da questo. E’ realizzando te stesso, sperimentando la tua autoefficacia nel mondo, che trovi vero appagamento. Lasciando la tua impronta nella realtà, allora sarai nella dimensione dell’Essere, nella quale la felicità diventa per te accessibile.

    Le donne sono un ottimo condimento, Ma il piatto principale è un altro, e devi essere tu a prepararlo.

  2. 2
    Zingaro22 -

    Cosa vuoi che dica, ho riportato a casa lei, questa sera mi sono divertito, ci penso su, magari su Erich Fromm ci butto un occhio e vedo che succede. lettere al direttore conferma la mia tesi nascondi buoni cervelli grazie ciao vecchio.

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