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Che schifo il Sushi

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Lettera pubblicata il 23 Gennaio 2006. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Cittadini

La lettera ha ricevuto finora 54 commenti

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  1. 21
    Rebecca -

    Cara patti, vedi di capire quel che uno scrive. Lo sappiamo tutti che esistono anche altri cibi di altri paesi, ma qui si parla di gusti, di piatti cucinati in un modo anziché in un altro. E come a te il sushi può piacere, ad altri può non piacere. Si tratta di cibi, di tradizioni, di abitudini. Non scambiare un discorso sulla gastronomia per quello che non è. Giusto di passaggio ti ricordo che la dieta mediterranea è apprezzata e studiata in tutto il mondo non solo perché buonissima, ma perché salutare. Questo non significa non aprirsi al mondo, ma conoscere le cose. E riconoscere le mode senza farsene trascinare, magari convinti di essere spontanei. Poi, ognuno mangi quel che vuole, ci mancherebbe. Se venisse di moda la cubana supa de iguana, tutti a mangiare l’iguana! Ci vuole giusto una grossa azienda che fiuti il possibile business, una bella campagna di marketing, un po’ di pubblicità strategicamente diffusa e il popolo dei consumatori, che si sente alla moda se fa quel che la pubblicità suggerisce, lì, pronto a mangiare.
    ;-D

  2. 22
    patti -

    allora, cara, vedi di capire anche tu quello che leggi…

    io discuto solo la tendenza che si ha a minimizzare le cucine ( e tradizioni) alternative , privilegiando le nostre.

    tutto qua.

    ” se nun te scerri mai delle radici ca tieni, rispetti puru quiddi deli paesi luntani” ( Sud Sound System)

    ” solo se non dimentichi le tue radici, puoi rispettare quelle dei paesi lontani “.

    meditate gente, meditate.

  3. 23
    massimiliano -

    rebecca!!! sei forteeee!!!
    max

  4. 24
    Rebecca -

    Allora, patti, quanto a capire quel che uno legge, hai solo da andare all’esame di riparazione. E lo confermi anche con questo tuo secondo intervento. Tu hai scritto, rispondendo a me (e rispondevi a me perché hai citato l’olio di oliva e la dieta mediterranea, di cui avevo parlato poco sopra io): “ma esistono pure le cose degli altri paesiiiiiiiiii….fatevene una ragione” (avrei anche da obiettare sull’uso del “voi”: ma come, scusa? Rispondi, nei contenuti, a me ma generalizzi poi il discorso riferendolo a un generico “voi”? Le differenze sono importanti: non generalizzare indebitamente quel che uno dice attribuendolo grossolanamente a tutti gli altri). Insomma, dal tuo “fatevene una ragione”, pare che uno non voglia farsi una ragione dell’esistenza delle “cose degli altri paesi”. Ma che càsso c’entra, scusa eh? Uno parla di gusti e preferenze alimentari (e ne parla a ragion veduta perché conosce le cucine di entrambi i paesi) e tu dici che bisogna farsi una ragione dell’esistenza di cose di altri paesi? Ti ho invitato, e ti reinvito di nuovo, a sforzarti di capire quel che uno scrive. Perché se tu dici che gli altri “devono farsene una ragione”, non hai inteso quello che uno ha scritto, non ti attieni ad esso, e ne ricavi considerazioni che non stanno né in cielo né in terra, perché sondi pure supposte intenzioni.
    Continui a estendere indebitamente un discorso che ha, almeno per quel che mi riguarda, e in questa sede, una portata limitata all’ambito gastronomico, a gusti indotti anche, ti piaccia o no, da strategie di marketing che creano mode più che assecondare tendenze, in questo caso. Se riesci a capire stavolta (senza perdere il filo logico), bene, altrimenti fa lo stesso. Ciao.

    Massimiliano, non si tratta mica di essere “forti”: chi lavora nell’ambito della comunicazione e ha a che fare con strategie di marketing fonte di business, sa che è così, e ciò non ha nulla a che vedere con forme di chiusura o di apertura verso altre culture culinarie. 😉
    (Per fare un esempio in altro ambito, tu pensa a chi festeggia Halloween: tra un po’ qualcuno ci dirà che anche questo è un essere aperti verso altre culture! Ahahah! Peccato che anche Halloween sia il frutto, qui da noi, di una bella campagna mediatica pubblicitaria. Ma il popolo dei consumatori, eccolo lì, pronto a obbedire e a scambiare i frutti del marketing per un incontro genuino di culture.) 😉

  5. 25
    patti -

    Dunque, l’esame di riparazione dovresti farlo tu , esame della ” storia della mancata umiltà”.
    Detto ciò, non siamo tutti pecoroni, come tu affermi.

    Esistono persone che , indipendentemente dalla comunicazione massiva, hanno una propria identità e se ne fregano delle mode.

    Io continuo a dire che la cucina giapponese mi sarebbe piaciuta anche se fossi stata l’unica occidentale ad averla conosciuta.Continuo a dire che il pesce crudo lo mangiano anche gli occidentali e che la cucina mediterranea è buona , bella , economica e salutare , ma……..

    provo un disappunto quando da queste considerazioni di semplice gusto e sapore gastronomico, si debbano fare disamine sulla cultura di massa, sulla pubblicità e sul marketing, che ora, qui..non centrano niente.

    Sono lusingata che tu abbia voglia e tempo di ribattere le cose che dico o penso a questo proposito, ma francamente non mi diverto.

    Sarò pure una pecorona, ma mi piace divertirmi, anche quando discuto.
    Patrizia

  6. 26
    Rebecca -

    Bene, vedo che salti di palo in frasca e che in questa risposta la butti ora sulla cultura di massa ecc. ecc., che a tuo parere non c’entrerebbe niente. A parte il fatto che con il discorso sulle mode rispondevo ad altri e non a te, sbaglio o sei arrivata tu a dire che bisogna essere aperti verso il mondo ecc. ecc., come se non amare il sushi fosse segnale di chiusura verso il mondo stesso? Mo’ insisti pure? Ahah, ma rileggiti, per favore.
    E vedo che mi rubi pure le parole, dicendo “provo un disappunto quando da queste considerazioni di semplice gusto e sapore gastronomico…”: ah sì? Cioè, tu che PER PRIMA hai indebitamente esteso il significato di mie considerazioni gastronomiche, dicendomi che c’è tutto un mondo attorno e che dobbiamo accettarlo (cioè dicendo cavolate che non c’entravano nulla con il mio intervento), ora dici, mentendo (a meno che tu non capisca proprio), che le tue sono considerazioni di semplice gusto gastronomico? Ah sì? Dire che bisogna aprirsi al mondo e farsene una ragione sono considerazioni di ordine gastronomico? Magari non sai scrivere quel che pensi, allora.
    Vai un po’ a rileggerti, e nell’ordine in cui le cosette le hai scritte.
    Quanto all’umiltà: vedi di riconoscere le tue sgangherate interpretazioni dei testi altrui invece di rimestarla: ci guadagni solo la figura di chi continua a non capire o, peggio, aggiunge anche un po’ di malafede tentando di cambiare le carte in tavola.
    Bye bye.

  7. 27
    patti -

    credo che tu abbia bisogno di un pò di riposo…

    stare con la lama affilata fra le labbra in ogni momento non ti fa bene.

    bye bye

  8. 28
    laura -

    alla fine vedo che il sushi non è che un pretesto buono come un altro per litigare.

    madò, ma come fate????

  9. 29
    patti -

    infatti, è tristissimo….ma non tutti hanno la giusta elasticità mentale per decidere di fare un passetto indietro.

  10. 30
    Rebecca -

    Patti, ma vai ……….. L’unica risposta pertinente a quel che hai scritto è questa.
    Stammi bene, e pensa a riposarti tu, che “sbareli” da un post all’altro.
    Laura, hai ragione. Basta rileggere e si vede chi e quando la butta in caciara.

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