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Che fatica alzare la testa e iniziare ad amarci

Ho riflettuto molto su me stessa, sui miei limiti, sulle mie mancanze, nei giorni che sono seguiti alla mia ultima lettera. Sono arrivata ad un punto cruciale che riguarda la mia storia, che è il motivo per cui non svolto: questo motivo è la totale mancanza di stima e considerazione di me stessa. Lo so che di storie così ne avrete sentite a centinaia, anche io ne ho lette tante, e sono sempre le solite (legittime) lamentele, piagnucolii, buoni propositi. Ma la mia riflessione penso sia in qualche modo più particolare, perché ho creduto oggi che per amarsi si debba avere un coraggio enorme, si debba essere dei cuor di leone, e non è poco. Non tutti siamo tagliati per avere nel petto tutto questo coraggio. In fondo nessuno, secondo me, si ama veramente in modo totalizzante. Amarsi non significa essere narcisisti, voler per sé cose materiali, essere ambiziosi oltremisura, schiacciare gli altri, etc; amarsi significa anzitutto rispettarsi, avere quindi il rispetto e la considerazione di sé. Ironicamente è più vicino allo svegliarsi la mattina e pulirsi per bene in doccia anche se staremo tutto il giorno soli in casa in pigiama, invece che al farci vedere in società sempre impernacchiati. E’ sottile il confine tra le due cose, tenersi in considerazione è una fatica, non è di certo per la mente di tutti: considerarsi, ritenersi importanti ad ogni momento, è avere il cervello sempre pronto ad ascoltare sé stessi ancora prima degli altri, è uno sforzo raddoppiato, perché dentro di noi si agitano mille bisogni mille volontà mille desideri nascosti ed è un casino enorme stare a sentire tutto ciò che vogliamo e allo stesso tempo capire cosa scartare, cosa è finto, cosa privilegiare per crescere, cosa non ci fa crescere però ci rende felici, cosa ci renderebbe felici nell’immediato ma non è una buona idea nel lungo periodo, e quant’altro. Mi sono resa conto che le persone che sono ricche interiormente, e quindi vivono anche bene, sono costantemente impegnate proprio in questo, nel vivere un equilibrio di questo tipo, e non ci sta dubbio che, se vissuta così, la vita sia bella, bella da morire, e che regali emozioni forti, importanti, costruttive, e che nessuno vorrebbe perderla questa occasione, nessuno vorrebbe non vederla tutta. Eppure alzare la testa, smettere di vivere per inerzia, essere adulti ma cominciare a comprendere come funziona il rapporto con sé stessi, sono gesti talmente difficili, talmente pesanti, ci vuole oserei dire idealismo e forza fisica e mentale, perché senza idealismo non si riesce a vedere la luce al di fuori del tunnel, che poi è il tunnel che apre davvero allo spettacolo della vita. Senza compiere questi semplici gesti, senza stare dentro sé stessi e ritenersi profondamente importanti, non può cambiare niente attorno a noi. Continueremo a maltrattarci, a sabotarci, a scegliere relazioni sbagliate, amici sbagliati uomini sbagliati, e come nel mio caso, una vera passione, quindi CIò CHE REALMENTE SIAMO, non uscirà mai fuori, mai a galla, non avremo nemmeno la forza di perseguire in fondo qualcosa. Che è proprio quello che ho fatto emergere riflettendo sui miei comportamenti, sulla mia vita. Una totale, efferata, mancanza di rispetto nei miei confronti, una culla in cui ci si richiude in posizione fetale e semplicemente non si vive. Ne ho capito le origini, e mi sono perdonata per non aver mai costruito il coraggio che evidentemente non ho per genetica. Ma ho scelto per me qualcosa di diverso ora, ho scelto di togliermi di dosso una pesantezza che evidentemente non è mai stata davvero mia, ho scelto non di lottare contro quello che c’è ma di costruirgli accanto un’altra possibilità, di accoglierla piano piano e lasciare che si fortifichi e si imponga da sé. Se nascerà, questa possibilità, sarà il segno della mia intelligenza, la prova che sto al mondo non per inerzia ma che sono un essere umano pensante, che imparo dai miei errori, che non abbasso la testa con me stessa, perché con me voglio stare bene, perché probabilmente non ce la farò ad arrivare da nessuna parte ma voglio riempirmi domani di tutti i miei tentativi, e della persona indipendente, fragile e forte, consapevole, ma “libera”, “LIBERA” che voglio essere. Senza amarci non possiamo essere liberi, perché non possiamo scegliere veramente, tra le opzioni possibili, realizzabili, chi siamo e chi vogliamo essere. E questo è un dato di fatto.

Ho riflettuto sugli sguardi e sui modi di fare, sull’energia che alcune persone dimostrano d’avere, su quella forza a volte martoriata, esausta, che hanno, eppure che sempre si rigenera e rinasce. Scrivevo nell’altra lettera che questo tipo di persone sembra sempre stare al posto giusto….beh adesso ho un po’ cambiato idea, secondo me ci finiscono nel posto giusto, perché se uno è comunque sé stesso e si realizza, e ha coraggio di combattere e le prova tutte perché non dovrebbe essere al suo posto? 

Non so se tutto questo mio pensare, forse un po’ delirante e me ne scuso, possa essere d’aiuto per qualcuno, ma dato che qui le cose restano per sempre, ho pensato che queste stesse parole anche se semplici, anche se  non colte o sofisticate, queste parole che per me servono, e sono importanti, potranno ispirare, o almeno far capire da dove tutti dobbiamo partire, altrimenti non c’è vita. Perché bisogna amarla la vita e conquistarla volta per volta e senza tenere alla prima cosa che abbiamo, ossia noi stessi, muoverci per il mondo sarà sempre e solo prenderci in giro.

Grazie per aver letto!

Lettera pubblicata il 15 Settembre 2016. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    Anna81 -

    ciao! mi fa piacere che tu abbia riflettuto…io te l’ho detto, secondo me sei in piena crisi esistenziale… stai mettendo in discussione parecchie cose e questo è comunque sintomo di maturità e umiltà. brava, continua cosi, lavorare su se stessi è importante, e nella vita non si smette mai di imparare. auguri!

  2. 2
    Rossella -

    Io penso che ogni persona conosca il suo carattere. Con il mio carattere difficilmente potrei innamorarmi di un ragazzo della mia età. Mi fanno pensare alla famiglia e questo sotto certi punti di vista è un bene, ma io (con il mio carattere) non riuscirei a sentirmi realizzata. Poi magari un giorno mi potrebbe capitare di ricredermi… per adesso mi rispecchio in un’immagine che mi porta a non piacermi… un’immagine molto all’antica per la mia mentalità e che in parte dipende dall’idea che sia importante pensare prima al divertimento e poi alle cose “serie”. Niente da dire… alla fine si tratta di sciocchezze. Dipende da come le vive l’altro. Io non mi ci vedrei (ma la cosa sarebbe reciproca)… vedrei solo una parte di me e per questa ragione non riuscirei ad essere felice. Ci sono caratteri e caratteri… o forse è semplicemente questione di esigenze.

  3. 3
    iosonoio -

    Finalmente l’hai capito. Mai troppo tardi. Peccato che il x sempre non esista.
    Nel leggere questa tua lettera, mi sono un po’sentita come quelle voci fuori campo dei film, che si autopresentano parlando di loro stessi in terza persona.
    Perché come recita un antico proverbio:i gesti li sanno fingere tutti, ma le pparole, quelle non puoi fingerle.

    Grazie x averle rese pubbliche

  4. 4
    tooFaced -

    Anna81 grazie, grazie per entrambi i tuoi interventi sotto ai miei post! Diciamo che mi sento in crisi da sempre…ora forse grazie all’età sto rivalutando mie visioni errate e limitanti del passato e mi sento più vicina a chi sono e a chi voglio essere.

    @iosonoio grazie mille. nessuno mi può restituire il tempo che ho sprecato e che non ho potuto usare per costruirmi un’identità, un modo di pensare e di vedere, ma in fondo se penso che mi ha portata qui, a capire un qualcosa di fondamentale per me, e che da adesso in poi saprò sempre qual è il mio diciamo “tasto dolente” e su che cosa dovrò lavorare con me stessa, beh…in fondo in fondo penso che tutto questo tempo non l’ho perso. Ora dovrò vedere se riuscirò a tirare fuori qualche qualità per far emergere qualcosa di buono, purtroppo essendomi delusa molte volte accetto a priori che potrò scoprire di nuovo che qualità davvero non ne ho. Ma sono pronta ad affrontare il rischio.

  5. 5
    Yog -

    Quindi hai lavorato molto su te stessa. Brava. Adesso rimboccati le maniche e comincia a lavorare per qualcuno che ti paghi. Ti assicuro che è MOLTO più gratificante.

    P.S.: la narda aiuta molto nell’autoanalisi, prova.

  6. 6
    tooFaced -

    @Yog hai ragione, perfettamente ragione! Diciamo che io ho sofferto di un velo di depressione e ansia costanti anche a causa del fatto che non “ma*gna*vo e fo*tt*evo” come tutti, e lavorare su di me mi ha aiutata a togliere di mezzo le mie isterie, perché è come se avessi accettato le mie incapacità. Oggi sono quello che sono e vedo da dove posso cominciare, trovare un lavoro è la mia priorità ovviamente. Ma senza lavorare su di me non ci sarei riuscita. A presto.

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