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Rivoglio il Carosello!

Pubblicità = anima del commercio?!
Dipende! Qualche volta moderatore dei consumi più efficace dell’IVA, tant’è che sovente penso che il suo promoter sia il ministero delle finanze e non gli sponsors!
In generale, la pubblicità non ha alcun diritto di essere quello che è oggi, noiosa, paranoica, nevrastenica, invasiva, scocciante, nauseante, volgare.
Come fanno questi pubblicitari dei miei stivali a non capire che anche il più coatto dei coatti prima o poi va in overdose di questa pubblicità di merda e tradisce le aspettative di questi markettari da due soldi, senza idee e senza classe?!
Santo cielo! anche la pubblicità televisiva deve avere intelligenza, sennò bastano ed avanzano le pagine gialle e questa dovrebbe comunque essere la norma a tutela della privacy, delle orecchie e del buon senso del consumatore!
Perché questi scocciatori senza professione e con scarso mestiere devono avere accesso alle frequenze radiotelevisive?!
Che sta facendo non facendo il garante per la pubblicità?!
RIVOGLIO CAROSELLO!!!
Ssenza discussioni!
Senza proroghe!
Rivoglio la classe!!
Rivoglio la libertà di non dover silenziare il mio televisore per non essere inquinato da questi imbecilli!!
La birra Moretti non l’ho comprata per decenni a causa della pubblicità!
Adesso la compro perché non è male e soprattutto perché costa meno della Heineken!
Quanto ha perso la Moretti in 10 e passa anni perché la sua pubblicità, neanche della peggiore, ha offeso il mio comune senso del pudore?!
Licenziate questi pubblicitari da cantiere edile e ridatemi Carosello!
Solo a questa condizione m’impegno a considerare seriamente l’acquisto di beni e servizi reclamizzati in televisione!
Che si deve fare per riavere il Carosello degli anni ’50-’60?!
Sparare sulla televisione (non sulla propria, ovviamente, ma sulle emittenti, RAI e soprattutto Mediaset)?!

Lettera pubblicata il 14 Agosto 2007. L'autore ha condiviso 55 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Attualità

La lettera ha ricevuto finora 5 commenti

  1. 1
    albert -

    Filippo, le cose non sono così semplici.

    Carosello, per quanto ottimamente fatto anche dal punto di vista artistico, (in generale), poteva funzionare perchè all’epoca (anni 50 e 60) solo una minoranza di aziende utilizzava la TV per farsi pubblicità.

    Inoltre, non c’era concorrenza, c’era solo la RAI e la SIPRA, che gestivano in regime di monopolio la pubblicità televisiva.

    Con l’andare degli anni, dal 1957 al 1977 (quando carosello è finito) i costi pubblicitari sono saliti alle stelle, e sono aumentate le aziende che chiedevano di andare in TV.

    Inoltre sono comparse le TV private (che si mantengono solo con la pubblicità e non col canone), dalla fine degli anni ’70.

    Tutto ciò ha cambiato totalmente il mercato della pubblicità, e ovviamente, siccome le aziende e i costi aumentavano, l’unica soluzione è stata quella di passare agli spot brevi, per potere trasmettere più messaggi a prezzi accessibili per tutti.

    Non è possibile tornare al passato, prima di tutto perchè un Carosello di ben 3 minuti avrebbe costi stratosferici per l’azienda, non compenserebbe i costi e taglierebbe fuori una quantità di aziende.
    Carosello all’epoca lasciava spazio solo a 5 aziende per serata.
    Molte aziende verrebbero estromesse a vantaggio di poche.

    E’ il mercato a imporre gli spot brevi, non è una scelta dei pubblicitari!

    Che poi ci possano essere spot brutti, lì dipende dai pubblicitari e non dal tempo, c’erano anche caroselli da 3 minuti brutti.
    Non è il tempo, è la bravura o meno del pubblicitario.
    Ci sono spot da pochi secondi che sono dei piccoli capolavori, altri che fanno schifo.
    Ma non è il tempo che conta.

    Inoltre, Carosello era strutturato in modo che i primi 2 minuti e mezzo erano dedicati a una presentazione che quasi sempre non c’entrava niente col prodotto, il prodotto veniva pubblicizzato solo nei 30 secondi finali.

    Una cosa del genere oggi non sarebbe fallimentare: allora la gente stava incollata perchè non poteva cambiare canale, oggi se fai vedere un cavallo bianco che corre in riva al mare per 2 minuti e mezzo, per presentare poi un bagno schiuma negli ultimi 30 secondi, dopo 5 secondi di cavallo che corre la gente si stanca e gira, e la società del bagno schiuma butterebbe solo via gran parte dei soldini.

    Insomma, per tornare al passato bisognerebbe che ci fosse lo stesso tipo di TV (monopolio) ed economia degli anni 50 e 60, ma come puoi vedere le cose sono ben diverse.

    Perchè non fanno più vedere l’intervallo, con la musichetta dell’arpa e i monumenti?
    Perchè non possono permetterselo, perchè quel tempo va utilizzato e reso produttivo.

    Quando c’era la RAI e basta poteva fare quel che voleva, c’era solo lei, e poteva mandare in onda le pecore anche per mezz’ora, oggi RAI e private devono fare rendere al massimo ogni secondo.

  2. 2
    filippo -

    ci hai totalmente ragione!
    ma una cosa sono le valutazioni che fai tu e un’altra è intervallare 7 minuti di pubblicità caccolenta eroinomane con 5 minuti di film o di prosa o di cortometraggio o di documentario (che non sia con Alberto Angela).
    il principio supremo è che deve dominare la difesa del consumatore, o meglio delle sue orecchie e del suo cervello, non la povertà di stile e il portafogli delle emittenti e gli interessi degli sponsors, sennò ci sono le pagine gialle: se vuoi qualcosa te lo cerchi quando ti serve e non che te lo ritrovi dentro casa o dove meno deve stare.
    questo non c’entra con il monopolio RAI.
    neanche negli Stati Uniti si raggiungono i livelli di schifo che si sono raggiunti qui.
    sicché, “rivoglio Carosello” non era “rivoglio il passato che non torna”, ma un modo il più chiaro ed esemplificativo possibile di affermare il diritto di “non volere questa merda”.

  3. 3
    albert -

    Sopra mi è scappato un “non”:
    ovviamente volevo dire che una presentazione di 2 minuti e mezzo senza parlare del prodotto – come facevano a Carosello – per parlarne solo negli ultimi 30 secondi sarebbe fallimentare, costerebbe una marea di soldi e non avrebbe un ritorno adeguato per l’azienda sponsor.

    Non c’è dubbio che oggi guardiamo con nostalgia ai caroselli del caffè Lavazza con i pupazzi del Caballero e Carmencita, ma due minuti e mezzo di storiella dei pupazzi farebbero divertire i bambini, ma non farebbero aumentare gli acquisti di caffè degli adulti.

    Non a caso la Lavazza poi ha fatto ricorso a spot brevi e di effetto, di attori celebri come ad esempio Manfredi: “più lo mandi giù e più ti tira su”.

    E anche Calimero, ad esempio, la società che produceva il detersivo AVA vide che la sua popolarità uccideva il prodotto quasi, i bambini guardavano Calimero e se ne fregavano del detersivo, e lo stesso gli adulti.

    Insomma, quei siparietti di Carosello anni 60 erano belli e ben fatti, ma dal punto di vista del marketing dei prodotti sono considerati all’età della pietra della pubblicità.

  4. 4
    albert -

    Piuttosto Filippo, sono d’accordo con te su una cosa: ci sono spot che fanno schifo: ripugnanti, gente che si mena, scoiattoli che mollano rumorose scoregge, qualche anno fa c’era un tipo che in uno spot rigava le portiere con le chiavi, senza parlare di pipì, cacche, cicli mestruali, nanetti da giardino che dicono: “puzza, puzza, puzza”, inquadrature di scarichi della doccia intasati da capelli ecc., ecc.
    Insomma, hai ragione al 100% quando dici che ci sono spot che fanno schifo, sono diseducativi, dovrebbero proibirli, non hanno nessun buon gusto, nessuna validità neppure come messaggio.

    Vogliono solo dare un pugno nello stomaco per fare vendere, e fanno solo schifo.

  5. 5
    Pablo -

    Quasi tutto (pressappoco il 90%) di ciò che viene pubblicizzato non lo acquisto e lo evito come la peste.

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