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Il calcio non ha più nulla in serbo per noi

Ciao a tutti. Parlare di questo argomento mi dà la sensazione di “sparare sulla croce rossa”, però riguardo quanto è accaduto l’altra sera a Genova non posso far a meno di dire la mia opinione.
Come recita il titolo di questa lettera, oramai non possiamo più sorprenderci (né vergognarci) di nulla, ma andiamo con ordine. Torno a casa dal mio consueto allenamento di tennis, mi faccio la doccia, poi mi sistemo a tavola per mangiare un boccone insieme ai miei e domando loro: che succede? Stasera non dovrebbe esserci la partita della nazionale? Sì, effettivamente la partita dovrebbe esserci, la televisione è sintonizzata sul canale giusto, eppure alle 8.30 circa di sera, invece della partita dell’Italia va in onda uno spettacolo a dir poco sconcertante e vergognoso.
Sembrerà un caso, ma la primissima immagine che ho avuto modo di notare in questa serata, è proprio quella del tifoso serbo che seduto in cima alle barriere che delimitano le tribune, stava tagliando le recinzioni per dare il via a quella tristissima iniziativa che poi avrebbe portato non solo a un’azione lesiva e violenta, ma addirittura alla sospensione definitiva della gara.
Dal punto di vista sportivo ho trovato assolutamente ridicolo il fatto che il delegato Uefa, figura importante in questo organo, ci abbia messo una vita da prendere una decisione che sembrava praticamente ovvia, per poi far iniziare la gara scaricando così la responsabilità all’arbitro, il quale non ha potuto far altro che sospendere la partita in virtù dei rischi che stavano correndo i giocatori in campo. Meglio così: sono bastati cinque o sei minuti per rendersi conto che quella sarebbe stata una partita a dir poco schifosa. Tralasciando l’aspetto calcistico però, ho trovato persino comico il fatto che l’evento prevedesse l’intonazione degli nazionali, peraltro completamente coperti dei fischi, oltre ai banner con scritto “rispetto” tanto cari al Uefa, che spende fior di soldi in queste campagne a favore del fair play della sportività, per poi giocarsi tutto in pochi terribili minuti. Si è persino cercato di osservare un minuto di silenzio in onore ai nostri caduti, ma nemmeno questo è stato completamente onorato.
Non vorrei estendere eccessivamente le critiche, un’altra cosa che mi ha dato abbastanza fastidio sono stati i commenti subdoli e ridicoli dei giornalisti della Rai, per tutto il tempo hanno continuamente ripetuto le stesse cose, hanno commentato ogni cosa (forse meglio di una partita di calcio stessa), per poi continuare a domandarsi quale sarebbe stato l’esito della serata, se la partita sarebbe stata sospesa o se fosse potuta ricominciare: c’era lo stadio ormai vuoto e loro continuavano a dire che non era stata presa una decisione ufficiale! A quanto pare nemmeno di fronte alle cose ovvie la nostra tv di Stato è in grado di valutare la realtà che ha davanti agli occhi.
A questi tifosi la partita non interessava sicuramente, il problema è che il calcio oramai non è più uno sport, oltre alle nefandezze che contiene già da sé (giocatori scorretti, troppi soldi, violenza e rivalità, continue pressioni dei giornalisti, eccetera), continua a essere una sorta di megafono per tutti questi esagitati che cercano visibilità e che vogliono lanciare messaggi che nulla hanno a che vedere con lo sport. Un’immagine sicuramente negativa e lesiva nei confronti di una nazione, la Serbia, che non gode sicuramente di buona salute né dal punto di vista calcistico né da quello popolare. Sportivamente parlando si può parlare tranquillamente di una squalifica e di un intervento da parte di quella stessa Uefa che non è stata capace di mettere un delegato competente, l’unica cosa che mi fa letteralmente ridere è il fatto che gira voce che persino l’Italia, in quanto organizzatore fallimentare della partita, rischia un qualche provvedimento. Che non ci vogliano bene nel calcio ormai è risaputo, ma penalizzare proprio noi che con questi tifosi (almeno per stavolta) non c’entriamo niente, mi sembra esagerato, mi sembra solo uno sporco modo di tirarci in ballo. Effettivamente è vero, forse in Inghilterra queste cose non sarebbero successe, loro hanno in gran parte risolto problemi di questo tipo è già da qualche anno non hanno più tafferugli negli stadi né tantomeno barriere che delimitano il campo dalle tribune: pensiamo cosa sarebbe potuto succedere senza di esse proprio l’altra sera allo stadio Marassi. È un argomento su cui mi sono già espresso e continuo a pensare che si vogliono prendere provvedimenti e risolvere il problema, le soluzioni ci sono, il vero problema è trovare il coraggio di applicarle. La tessera del tifoso? La testa del tifoso serbo? C’è poco da fare, le soluzioni ci sono, però chi ha la coscienza sporca o i propri interessi, difficilmente può accettarle.
Anche in questo caso poi ci troviamo di fronte al solito dilemma: la polizia ha preferito non intervenire e cercare di risolvere la cosa nel modo più civile possibile, sono comunque scoppiati scontri fuori dallo stadio, ci sono stati numerosi arresti e alcuni feriti, peraltro l’intelligentissimo leader dei tifosi serbi (volto coperto ma decine di tatuargli sulle braccia nude, insomma un vero pozzo di scienza) è stato scoperto mentre fuggiva nascosto nel vano motore di un veicolo: coraggioso il ragazzo! La polizia è stata pacifica e ci sono state molte polemiche, tuttavia sono sicuro che se anche solo un poliziotto all’interno dello stadio avesse dato anche solo una manganellata qualcuno, la polizia sarebbe subito stata etichettata come violenta.
A me francamente dispiace per quanto successo, non tanto per la partita in sé, ma per questo episodio che è stato di una gravità indescrivibile, soprattutto considerando che questi tizi avevano già creato disordini nel loro paese durante il weekend, erano già arrivati in città facendo ulteriori danni e sono persino riusciti a entrare allo stadio armati. Questo il vero scandalo, questa la vera ingiustizia, questa è la prova che se i serbi hanno la coscienza sporca, anche quell’italiana non è proprio pulitissima.
Concludo dicendo soltanto una cosa: già prima seguivo poco il calcio, a questo punto sto pensando seriamente di abbandonarlo del tutto, forse è meglio dedicarsi ad altri sport che abbiano un minimo di valori, un minimo di etica e in cui gli eventi si svolgano. Mi spiace solo per tutti tifosi italiani che hanno acquistato un biglietto nella speranza di assistere alla gara nazionale e che sono dovuti tornare a casa delusi.

Lettera pubblicata il 14 Ottobre 2010. L'autore ha condiviso 11 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Attualità

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    misterx87 -

    se il gioco di parole che ho visto nel titolo fosse stato voluto sarebbe stata davvero 1 figata…”Il calcio non ha più nulla in SERBO per noi”

  2. 2
    magirama -

    Ciao misterx87, veramente ho messo questo titolo di proposito, quella “figata” a cui alludi tu è proprio intesa in questo senso. E’ inteso come serbo, ovvero la nazionalità di questi ultras, così come “non avere altro in serbo”, riferito al fatto che il calcio martedì sera ha dimostrato di essere alla frutta.
    Approfitto per aggiungere una cosa: ha parlato Blatter (il capo della FIFA, quello che “ci vuole tanto bene”) sostenendo che se questa partita si fosse disputata in Inghilterra, non sarebbe successo nulla di quello che abbiamo visto… Che dire, Blatter parla da Londra e non può dire altrimenti, io detesto quest’uomo (è uno dei paladini del calcio-marketing e che vuole sempre favorire le squadre blasonate) però devo riconoscere che ha maledettamente ragione.
    In Inghilterra, patria storica degli “hooligans” e del tifo violento, questi problemi sono stati risolti. Stadi piccoli, di proprietà, maggiori controlli, tolleranza zero, anche se garantire al 100% la sicurezza in uno stadio di calcio è impossibile, loro lassù hanno fatto tanto e si vedono i risultati.
    Il problema è che questi teppisti (sì, li chiamo così, perchè non sono tifosi bensì dei veri delinquenti) sono potuti venire in Italia, seminare panico e danni nel centro di Genova, per poi entrare indisturbati allo stadio, farsi gli affaracci propri, il tutto commentato dal ministro Maroni che ha sottolineato la “pacifica assistenza” della polizia e che in fondo da Belgrado è arrivato solo un banale fax che ci avvertiva che sarebbero arrivati circa 200 tifosi… Scherziamo?!? Nascondiamo questa responsabilità dietro questo fax?!? Siamo ridicoli e siamo alla frutta. Poi hai voglia di parlare di tessera del tifoso e cazzate del genere, la verità è che la sicurezza in Italia è pressochè inesistente e che martedì sera si è capito perchè il nostro calcio è malato. Forse il ministro gradirebbe un avvertimento, magari via fax, così ci prepariamo per bene… Eh certo, se Al Qaeda avesse mandato un fax a New York, le torri gemelle sarebbero cadute dopo essere state evacquate…
    Ecco perchè i vari mondiali od europei non vengono assegnati all’Italia, sono solo un mezzo elettorale dei nostri politici, non siamo all’altezza e anzi, spero che l’UEFA punisca la Serbia ma anche l’Italia, mettere un po’ in ginocchio questo sistema forse ci aiuterebbe a rialzarci un po’ e magari in condizioni migliori.

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