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Brutti ricordi riaffiorano…

Qualche anno fa ho trovato conforto tra le braccia virtuali dei lettori di “Lettere al Direttore”.
Affrontavo un difficile periodo di dolore e abbandono. Una storia durata più di 5 anni, una storia contorta, ipocrita, che mi ha segnata fortemente nell’anima. Una storia che per fortuna è finita alcuni anni fa e dalla quale sono uscita vincente ma con mille ferite… Sono passati ormai più di tre anni e, dopo un sanissimo periodo di vita da single e di brevi storie che mi hanno rinvigorita, ho trovato l’amore. Vivo con il mio ragazzo da un po’ di tempo e assieme siamo felici… con piccoli alti e bassi all’inizio della nostra storia, causati sopratutto dalla mia paura a ricominciare una storia seria, hanno causato alcuni conflitti ma oggi per fortuna sembrano risolti.
Succede però che a volte, con mio grande dissenso, riaffiorano con prepotenza e senza alcun controllo, i ricordi (per la maggior parte brutti) di quella pesante storia che ho vissuto. Capita nei momenti più disparati, mentre lavo i piatti, mentre guardo la tv, prima di dormire, che attimi di vita vissuta col mio disgustoso ex riappaiono ed è come se avvolgessero tutta la mia attenzione nelle loro grinfie… cominciano a vivere nel mio presente derubandomi di ciò che sono… Mi immergo totalmente in essi senza volerlo… ne vengo fuori in poco tempo, per fortuna, ma mi rimane addosso un fortissimo senso di rabbia e ingiustizia. Non voglio che il marciume del mio passato venga a corrodere il mio presente sereno che ho conquistato con tanta fatica.
Sono convinta che io, dopo anni, sia ancora molto arrabbiata e che non abbia avuto nessuna possibilità di sfogare questa rabbia… o vendetta.
Capita che vorrei incontrare il mio ex solamente per travolgerlo con tutte le cose orribili che mi ha fatto vivere e che ancora oggi mi porto dietro.
Vorrei scrivergli una lunga lettera con le migliaia di cose che ho dentro, ma poi mi fermo perchè non voglio dargli la soddisfazione di entrare in contatto con “la nuova me”… ma continuo a pensare a quel dolore indescrivibile che mi sono portata addosso per tanto tempo a causa della sua cattiveria e del suo cinismo.
Potrei parlarne col mio compagno, ma ha già subito il peso di questa storia all’inizio e non voglio tormentarlo proprio ora che stiamo bene. Più che altro non voglio sporcare qualcosa di puro, l’amore del mio compagno, con il ricordo della feccia del mio ex…
Dunque, cosa posso fare?

Lettera pubblicata il 22 Luglio 2010. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 8 commenti

  1. 1
    psiche86 -

    Ciao,
    quello che c’ ha perso è solo lui. Tu sei uscita da vincitrice, a testa alta e senza sensi di colpa. Se è una persona che fa del male prima o poi gli ritorna indietro… stanne certa! Anch’ io sto vivendo una storia che mi sta annullando. Purtroppo ora è una malattia x me e non so come uscirne. Lo odio per tutto quello che m’ ha fatto, ma lasciarlo è impossibile.

  2. 2
    paolo -

    mah…se l’ex , ormai defunto visto gli anni trascorsi e le parole che riservi per lui (tutt’altro che legate a sentimenti amorosi e positivi,)è cosi’ una feccia non merita niente. tantomeno una lettera o uno sfogo. e sopratutto non lo meriti tu.. di innervosirti per una persona così!.
    io non gli darei questa soddisfazione. anche per rispetto del tuo attuale compagno.

    concentrati di piu’ su quello che hai e che stai vivendo…e che dovrebbe darti serenita’, felicita’.

    certi ricordi non possono essere cancellati. bisogna accettarli, e rendersi conto che se ci fanno stare male (venire ansia, nervoso, rabbia) sono proprio da mettere in un cassetto, che ogni tanto si potra aprire.., ma che deve stare chiuso. c.... stai li a perder tempo su pensieri che ti fanno innervosire …non ti apre? lasciateli scivolare addosso ! a volte la superficialita’ e’ forza.

  3. 3
    Spectre -

    Andare da uno psicologo, fare meditazione, provare con l’ipnosi
    Oppure
    scrivergli davvero una lunga lettera, magari senza spedirgliela.

    Dicono che scrivere è un’ottima terapia per far uscire quello che hai dentro. Che poi a lui arrivi o meno non conta. Conta il tuo moto di liberazione.

    capisco benissimo che sia difficile parlarne cn il tuo compagno, ma nn credo sarebbe contento se sapesse che gli tieni nascosto qualcosa di simile. penserebbe che sei andata avanti per tantissimo tempo a sua insaputa a macinare per conto tuo, agendo anche… tutto di nascosto? a me deluderebbe molto, sarebbe un brutto colpo che dimostra che non sappiamo condividere davvero tutto, anche se mi farebbe ovviamente saltare i nervi il pensiero che uno sta perseguitando indirettamente la mia vita di coppia anche se di fatto nn ha contatti cn te.

    cerca di fare qualcosa per questa ossessione.

  4. 4
    rossana -

    ninnananna,
    scrivi non solo una lunga lettera ma anche insulti e improperi su pezzi di carta ogni volta che i ricordi riaffiorano e lo puoi fare, da stracciare subito dopo averli riletti una o più volte, per saziartene a fondo.

    secondo me aiuta. quando poi, sarai a buon punto sul tuo cammino di pacificazione interiore, potrai dire al tuo compagno che stai per vincere la tua battaglia ma che, per la botta finale, ti sarebbe utile il suo contributo…

    confesso che provo un pizzico d’invidia per te. anch’io ho patito molto a causa di un uomo e, con rammarico della mia analista, non sono stata mai capace di provare sentimenti veramente negativi nei suoi confronti. la tua è una reazione sana!

  5. 5
    ninnananna -

    grazie ragazzi…

  6. 6
    Spectre -

    “la tua è una reazione sana!”
    per quanto possa valere il mio parere certamente nn tecnico, concordo a bomba.

    a molte persone che vanno in analisi credo che prima o poi, a seconda che sia il caso, qualcuno chiede loro “ma dov’è la tua rabbia?”

    è fondamentale, perchè è quella rabbia che diventa reattività ed azione.

  7. 7
    key -

    Ciao ninnananna, c’è un tempo per tutto e arriva un momento in cui il “non superato” può sfociare in patologia.
    Portarsi dietro il fardello del dolore è normale, oltre la razionalità c’è quella sensazione d’impotenza per aver “consentito” a qualcuno di ridurci in brandelli.
    Un senso d’ingiustizia che rimane inappagato nel cuore, ma il passato è, appunto, passato. Sei riuscita a ricostruirti in un rapporto con un altro uomo nonostante le diffidenze e le paure iniziali, anche se, perdonami, non sono del parere che le storie sparse durante il percorso abbiano aggiunto autostima a te stessa, le sperimentazioni non sono sempre così efficaci, ma comunque adesso vivi una storia appagante con un altro, nonostante questo però covi ancora del rancore per il dolore che ti è stato arrecato.
    A volte quello strascico è una forma di autopunizione per noi stesse, un rimprovero che ci portiamo dietro perchè non accettiamo l’idea di aver consegnato la nostra vita a qualcuno che l’ha spezzata in due.

    Dovresti sfrorzarti a superare, ad immaginarti nel futuro con quella persona e, rendendoti conto di quello che saresti diventata con lui al tuo fianco, far tacere quel dolore come una scelta consapevole, senza rimproverarti più, perchè a volte quella forte rabbia che ci attanaglia non si placa neanche sfogandola davanti al colpevole dei nostri mali.
    Il dolore dell’ingiustizia subita.
    E’ un lavoro che parte dentro di noi e non portandolo all’esterno.
    Prendi coscienza della tua vita, sicuramente migliore, oggi ci siete tu ed il tuo compagno, lascia indietro il tuo passato, non vale la pena provare rancore per qualcuno che non fa più parte del tuo presente.
    Forse parlarne con il tuo attuale partner potrebbe veramente servirti per condividere e buttar fuori finalmente quell’esperienza dalla tua vita attuale, che, credimi, non merita di essere vissuta nell’astio verso qualcuno che non è degno di alcun tipo di sentimento. Soprattutto se fa male a te.
    Ti faccio tanti auguri per un presente sgombro del tuo passato.

  8. 8
    rossana -

    a mio avviso, pur non essendo nemmeno io un’addetta ai lavori, la rabbia è espressione di netta percezione di torto subito.

    chi, invece, ha imparato fin da piccolo a subire e a trangugiare il “torto” di non essere amato o di essere amato male, non avendo conosciuto altra realtà e non essendo stato capace di sviluppare una corretta autostima emotiva, ritiene spesso, inconsciamente, di esserseli meritati.

    difficilissimo, e in alcuni casi decisamente impossibile, cambiare questa incapacità di reazione, se questa ha avuto modo di consolidarsi a fondo.

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