Salta i links e vai al contenuto

Il bivio

Sono fermamente convinto che nella nostra vita esiste, fra i tanti, un unico vero bivio ed imboccare la strada giusta, quella che comunque segnerà la tua strada, non è né cosa facile né sempre conscia.
Giornate, persone, avvenimenti in apparenza normali od occasionali, possono segnare il nostro domani in maniera molto più pesante, nel bene o nel male, di quanto avremmo immaginato

Nel mio caso la ricerca di questo momento non è forse giusta ma la curiosità di capire cosa abbia cambiato una persona che aveva successo in ambito professionale, sentimentale, sociale ed economico in una persona oggi più insicura, delusa e un po’ disorientata credo sia lecita.

Ho 38 anni, sono laureato, fin da bambino non mi è mai mancato nulla, amici, successi scolastici, una bella famiglia, ragazze e quanto necessario ad una vita comoda, il mio mondo ha cominciato a perdere coerenza dopo qualche anno nel mondo del lavoro.

L’impegno, la facilità a relazionarsi con il mondo femminile, la solidità familiare, hanno cominciato a virare verso un millesimale ma progressivo appannamento ed oggi mi ritrovo con una separazione alle spalle, tanti complimenti ma un lavoro fatto di tante promesse ma pochi compensi e i miei che invecchiando si trovano delle preoccupazioni per un figlio che mai aveva dato loro motivo di averne e tutto questo nonostante continui a cercare di tenere tutto lucidamente sotto controllo.
L’impressione è quella di annaspare faticosamente contro i mulini di Don Chisciotte e come il povero folle combattere in maniera casuale contro tutto e tutti.

Risultato? Senso di esclusione, impressione di non appartenere più ad una convenzione sociale basata su regole che credevo di conoscere e conseguente isolamento mentale.

Chissà qual’è stato il mio bivio sbagliato, forse non lo saprò mai e il fastidio più grande è oggi cercare di ritrovare la giusta strada, la giusta armonia con chi mi circonda, la giusta positività di approccio con coloro con cui mi relaziono.
Il mio il bivio errato, mi ha fatto perdere tante, troppe cose, ben oltre i miei demeriti e le mie disattenzioni ma sopratutto ha rischiato, e forse rischia ancora, di far perdere me stesso in psicodedali socialmente deleteri.
Se qualcuno ha provato le stesse sensazioni e ne è uscito bene, saldo, mi racconti la sua storia, parlarne fa più bene di quello che credevo!

Lettera pubblicata il 2 Aprile 2010. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
Condividi: Il bivio

Altre lettere che potrebbero interessarti

Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    missalexis -

    secondo me non esiste un solo bivio.. ne esistono molti nella vita di ognuno e esistono molte persone e eventi che ci cambiano la vita nel bene e nel male.
    Penso che questa sia solo una fase di transizione, in cui stai subendo un cambiamento; secondo me stai per terminare una fase buia della tua vita che ti condurrà ad aprirne una nuova sicuramente migliore..

  2. 2
    nicholas -

    Ciao ealura71! Anche io sto vivendo una situazione difficile e potrei elencare almeno una decina di bivii errati che ho imboccato.
    Mi posso anche sbagliare, visto che parli di un tuo stato d’animo e non di un tuo preciso ruolo nel mondo in cui vivi.
    Il lavoro, ossia ciò che ci serve per vivere, occupa la maggior parte delle ore di una nostra giornata. Se, in quest’ambito, le cose iniziano a girare male, ma a piccoli passi, iniziamo a perdere sicurezza, voglia di andare avanti e tutto il resto; aggiungiamo piccole ed eventuali delusioni o incomprensioni quotidiane in un rapporto di coppia o in un ambito più ampio, quelle che magari accettiamo senza stare a porci troppe domande; e per finire i “tanti complimenti ma un lavoro fatto di tante promesse ma pochi compensi”.
    Risultato? Ci guardiamo indietro e pensiamo :”Oh cacchio! Ma come mai mi ritrovo così male, quasi invecchiato anche se non sono certo vecchio? Dove ho sbagliato?
    Il fatto che inizi ad averne consapevolezza è un punto di partenza e non deve assolutamente essere un punto di arrivo.
    Dobbiamo (me compreso) avere la forza di guardarci intorno, trovare soluzioni alternative e crearci una polizza sulla nostra vita come ho cercato di fare io (oddio…ci sono riuscito solo in parte purtroppo!). Ora come ora, io accetterei anche un lavoro fuori dall’Italia (va comunque precisato che non sono sposato e non ho figli!), qualsiasi cosa va bene, basta che sia migliore di quella attuale. Anche se fossi un ingegnere, un avvocato, un commercialista, non avrei problemi a tornare a fare il benzinaio o l’omino delle pulizie (fermo restando il rispetto per queste due professioni: servono solo ad indicare eventuali cambiamenti radicali).
    Chiudo con un’osservazione: è vero che si cambia (in meglio o in peggio), ma c’è sempre una parte di noi che rimane uguale da sempre. Sfrutta la tua capacità di avere controllo, il tuo punto fermo e fatti coraggio!

  3. 3
    butterfly -

    Eulura, ho letto il tuo post e sono stata folgorata per quanto mi sia ritrovata in iò he dici. non so se si tratti di una questione di bivi e di strade giuste o sbagliate, ma ti dico che mi sento nella tua stessa situazione, pervata da un profondo senso di estraneità nei confronti di tutto ciò che mi circonda, al punto tale da essere costantemente assorbita dai miei pensieri e non riuscire a seguire ciò che mi sta intorno, come se ci fossero due mondo nettamente distinti e separati, quello dentro di me e quello fuori di me. facile immaginare come in questa condizione i rapporti sociali siano complicati fino a ridursi al nulla. Sento anche io fortemente il peso di genitori che mi osservano e silenziosamente manifestano preoccupazione per il mio futuro, nonostante anche io sia sempre stata una figlia modello, laureata, seria equilibrata. Per anni sono stata ammirata da tutti quelli che mi circondavano ed ora mi trovo anche io ad annaspare, e addiritturare, devo confessarlo, ad provare invidia per gli altri, nonostante ritengo l’invidia un sentimento infimo e meschino. La mia decadenza è iniziata prima di te, durante l’università, quando avevo si può dire utto, una famiglia felice, una carriera universitaria modello, un fidanzato che mi adorava e voleva sposarmi ed io in quella situazione idilliaca ho iniziato a rifiutare tutto, incapace di apprezzare ciò che avessi. Ed da lì un lento declino

Lascia un commento

Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.

Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.


▸ Mostra regolamento
I commenti vengono pubblicati alle ore 10, 14, 18 e 22.
Leggi l'informativa sulla privacy. Usa toni moderati e non inserire testi offensivi, futili, di propaganda (religiosa, politica ...) o eccessivamente ripetitivi nel contenuto. Non riportare articoli presi da altri siti e testi di canzoni o poesie. Usa un solo nome e non andare "Fuori Tema", per temi non specifici utilizza la Chat.
Puoi inserire fino a 2 commenti "in attesa di pubblicazione" per lettera.
La modifica di un commento è possibile solo prima della pubblicazione e solo dallo stesso browser (da qualsiasi browser e dispositivo se hai fatto il Login).

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 caratteri disponibili