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Benessere e globalizzazione

Ormai tutti viviamo dinanzi al complesso fenomeno della società moderna e globalizzata che incide fortemente sulla vita di tutti noi.  Le relazioni internazionali fra i popoli, l’immigrazione, insomma le trasformazioni migratorie in atto, porteranno e incrementeranno il processo di crescita dei singoli individui e delle loro comunità oppure ci porteranno allo sfacelo o all’indifferenza ?

Rispondere a questo quesito oltre a non essere facile non sarà mai esaustivo e scontato. Tuttavia ci provo, visto che tanto ormai… soldi non ne ho e per non consumare devo stare a casa. Così almeno risparmio sull’acqua calda e sul sapone ! Ritornando a noi prima di tutto c’è da soffermarci sul paradigma della “globalizzazione”. Questa è il risultato di complesse evoluzioni storiche sfociate nella fase terminale nella comunicazione globale. Tuttavia la globalizzazione è irreversibile come sostengono alcuni ? E’ benefica ? Da un punto di vista economico la risposta è completamente negativa. Dagli altri punti di vista… in questo frangente non mi interessa ! Credo che la globalizzazione, porti concorrenza alle volte sleale, si pensi ad esempio a manodopera a miglior prezzo piuttosto che a modelli di internazionalizzazione delle imprese locali al solo fine di ridurre il costo della manodopera. E noi pertanto cosa dobbiamo aspettarci ? Credo che il processo in atto sia ormai irreversibile in quanto l’aver permesso l’ingresso di “fratelli” bisognosi di aiuto e affamati abbiano quale inevitabile conseguenza la concorrenza sul mercato del lavoro. E’ inutile nasconderci dietro alla necessità di scolarizzarci. Ormai siamo pieni di laureati, molti di questi lavorano in fabbrica in linea di produzione, altri fanno i cittadini liberi pensatori. La globalizzazione ci sta portando verso un villaggio globale, una cultura transnazionale di difficile sopportazione. Da un punto di vista quantitativo basta attendere del tempo e i numeri parleranno da sé, ma da un punto di vista qualitativo possiamo già trarre alcune considerazioni. E’ in atto un processo pericoloso, a mio avviso, di omologazione culturale. Una buona parte di cittadini questo fenomeno non l’accetta ed allora il rischio è grave: prima o poi qualcuno cavalcherà l’onda del disagio e ci porterà a combattere. Non ho idea se andremo a combattere con i fucili, questo non lo credo, ma andremo sicuramente in conflitto tra noi, una parte che accetta e vede positiva la globalizzazione, l’altra assolutamente negativa. A breve incominceremo ad odiarci a vicenda, insomma ci sarà una frattura sociale irreparabile ne conseguirà una frammentazione in cui i panorami etnici, culturali, politici ed economici si faranno più confusi e sovrapposti. Giunti a questo punto è doveroso porci delle domande: in queste condizioni ci potranno essere delle reti solidali tra persone ? Il potere economico e finanziario detenuto dai grandi gruppi, continuerà ad alimentare la propria ricchezza oppure avrà il timore di perdere la reddittività fino ad oggi raggiunta ? Senza benessere non ci potrà essere crescita, senza crescita… niente profitti. Cosa faranno pertanto le banche ? Finanzieranno ancora le imprese ? Si fideranno dei nuovi cittadini ?  Noi adulti faremo in tempo a vedere cosa succederà o sarà un problema dei nostri discendenti ?

Lettera pubblicata il 9 Ottobre 2015. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Attualità - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 12 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    Rossella -

    Quello che contesto del “governo” di Papa Francesco è forse la sua grande scommessa. Per quanto mi riguarda non ho una fede tanto solida da sperare nel miracolo, nonostante tutto mi fido della sua santità. La scelta di stabilirsi a santa Marta mi ha veramente lasciato di stucco, ad oggi nessuno ha raccolto il suo testimone e questa cosa mi preoccupa. In futuro la scelta di abbandonare i palazzi del potere potrebbe rivelarsi decisiva per le sorti della democrazia. Benedetto XVI in uno dei discorsi tenuti a Rimini ha detto esplicitamente che la Chiesa non è una democrazia… anche se oggi la sentiamo più vicina non dovremmo abituarci a quella dialettica perché funziona solo alla luce della fede nella Chiesa che viene dall’alto. Quello che viene dall’alto non è sempre Parola di Dio… adesso ci vorrebbe un sovrano illuminato come Juan Carlos I di Borbone capace di dare continuità alla lezione di Francesco. La semplicità va legittimata attraverso la famiglia.

  2. 2
    Golem -

    “Quello che viene dall’alto non sempre è la parola di Dio”. Infatti, ho i vicini del terzo piano che stanno litigando di brutto, e io più in basso li sento bene. Non so se quella che viene dall’alto sia sempre la Sua Parola, ma Dio lo nominano spesso.

    In ogni caso Juan Carlos I di Borbone sarebbe onorato di dare continuità alla lezione di Francesco, anche perché possiamo essere certi che è sicuramente ben illuminato, al Palazzo della Zarzuela dove vive.
    Chissà se un giorno, abbandonando questa sua residenza, a sua volta sede del potere, questo episodio potrebbe risultare decisivo anche per le sorti della monarchia. Per la democrazia è sicuro.

  3. 3
    Tao -

    …molto sinteticamente credo che benessere e globalizzazione non vadano per niente d’accordo

  4. 4
    Yog -

    …molto sinteticamente credo che l’autore della lettera meglio farebbe a affrontare il tema su blog specializzati, che non mancano.

  5. 5
    maria grazia -

    “globalizzazione”, se ancora non l’ avete capito, è un modo elegante per definire una sola cosa: FAR WEST!

  6. 6
    Gaudente -

    la globalizzazione ha permesso a miliardi di persone che prima vivevano nella piu’ totale miseria di trovarsi un lavoro – pagato poco rispetto ai nostri standard , ma molto rispetto ai loro – e di migliorare considerevolmente le proprie condizioni di vita. I risparmi sui costi di produzione di molte merci – elettronica e abbigliamento in primis – hanno altresi’ permesso ai consumatori occidentali notevoli risparmi (vi immaginate cosa costerebbero computer e telefonini se i componenti elettronici anziche’ essere prodotti in Asia fossero fatti dall’Olivetti ?)

  7. 7
    maria grazia -

    Gaudente, non nego che la globalizzazione possa avere i suoi lati positivi. ma se per ottenere un computer o un cellulare a un prezzo più basso, bisogna accettare che tanta gente nei paesi occidentali non possa più trovare un lavoro e avere la sicurezza di un futuro, secondo me se ne poteva fare tranquillamente a meno. opinione personale.

  8. 8
    D-Ego -

    6
    Gaudente – 11 ottobre 2015 8:41

    “Computer e telefonini” fanno mangiare quelli, non te.

    Globalizza-zione = poteri forti = dittatura mondiale = regno di Sion

    Date solo un’occhiata su Sat 24, ogni giorno è guerra meteo, il CAU ha poteri illimitati, nessun potere nazionale può fermarlo, chi si oppone è eliminato, il resto dei comparti politici, economici e mediatici è altrettanto totalitario, ma nessuno ci fa caso… naturalmente finchè respira ancora.

  9. 9
    Yog -

    In compenso è perfettamente accettabile che un coreano fabbrichi PC per una scodella di riso. Quello che mi chiedo: possibile che solo in Africa non si fabbrichi proprio nulla?

  10. 10
    Angwhy -

    Yog ti sbagli,in africa c’è una fiorente economia basata sul fare figli in continuazione tanto che il loro export va a gonfie vele malgrado la richiesta da parte europea sia praticamente nulla.

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