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Ansia e relazioni

Buongiorno a tutti,

sono nuovo del forum e perciò mi presento. Mi chiamo Luca Fasulli, sono di Milano, ho 33 anni e vivo a New York da circa un anno. Sono un tecnico video e agente immobiliare, e le cose a New York, tra mille difficoltà, stanno andando bene, a livello professionale e di amicizie. Meno bene stanno andando invece sotto il punto di vista sentimentale, e per questo mi accingo a scrivere qui sperando che qualcuno, specialista o meno, possa darmi qualche consiglio.

Premetto che mi considero una persona abbastanza di successo, a livello professionale ho raggiunto parecchi obiettivi importanti, ho una buona vita sociale e ho pochi amici intimi che considero come fratelli. Tuttavia da tutta la vita combatto con un problema di ansia, ho l’ansia quando viaggio, ho l’ansia quando mi distacco dalla famiglia, ho l’ansia durante le vacanze, soprattutto, e questo è il punto, ho l’ansia che distrugge la mia vita sentimentale. Il mio problema è che a 33 anni non sono ancora riuscito ad avere rapporti fisici con le ragazze, a partire dal bacio fino ad arrivare al sesso. Questo è un problema che mi porto dentro da quando ho 16 anni, il momento in cui ho cominciato ad avere amici, compagnia, insomma una vita sociale. Il mio blocco d’ansia non mi ha mai permesso di andare oltre il corteggiamento, cosa in cui peraltro credo di essere piuttosto bravo. Finito il corteggiamento, che può durare anche mesi, una volta che la ragazza in questione si mostra disponibile e si deve arrivare al “sodo”, mi tiro indietro, tra atroci sofferenze anche fisiche, la mia ansia mi porta a evitare di mangiare e a mancanza di concentrazione. Per cui mi allontano, sparisco, a volte faccio anche gesti per allontanare la persona, di conseguenza finisco con il ferire.

A 25 anni ho conosciuto una ragazza di cui mi sono follemente innamorato, corrisposto, e non sono mai riuscito, bloccato dalla suddetta ansia, a fare i passi che dovevo fare, chiudendomi in me stesso, ferendola, soffrendo a questo punto anche moralmente. La desideravo in un modo assurdo, ma non sono mai riuscito a superare la mia barriera. Sono riuscito a portare avanti i giochi con questa persona 1 anno e mezzo, poi stremata ha deciso di lasciarmi perdere e al momento è felicemente sposata. Una ragazza bellissima, desiderata da decine di ragazzi, in carriera, sofisticata e molto determinata.
Qualche anno più tardi sono stato invece coinvolto in una storia, una specie di relazione platonica con una ragazza italiana, con la quale ho cercato di non commettere gli stessi errori, abbiamo cominciato a frequentarci, a uscire e sono stato in grado di dirle che avevo dei problemi legati ai rapporti dovuti a esperienze passate, di avere pazienza perché mi piaceva davvero tanto. Con lei si è instaurato un rapporto molto bello, era di fatto una relazione, però platonica. Abbiamo avuto nonostante questo qualche cosa simile a rapporti, via web o telefonicamente, diciamo che c’era una strana ma molto piacevole intesa sessuale. Ho portato avanti questa relazione un anno, poi anche lei cercando di capire quale fosse il mio problema, ha lasciato perdere, e oggi, nonostante siamo rimasti amici, ancora non riesco a dirle quale fosse effettivamente il problema. Ma con lei non era amore, eravamo complici, stavamo bene insieme, mi attraeva tantissimo sessualmente, ma nulla più. Anche lei ora è felicemente fidanzata.

Veniamo ai giorni nostri. Mi sono innamorato di una ragazza americana, di New York, lavora nella moda, ha 26 anni ed è all’inizio di una promettente carriera, è una promessa vera e propria, e lavoriamo insieme, praticamente nello stesso ufficio. La vedo tutti i giorni, passiamo intere giornate insieme, e a volte quando la giornata lavorativa finisce non andiamo via dall’ufficio e rimaniamo a chiacchierare per ore, a volte fino a notte inoltrata, infatti i colleghi sospettano qualcosa, anzi credo tutti sappiano che c’è qualcosa di strano. Mi sono innamorato follemente, come la prima volta, forse di più. Peraltro, anche lei è bellissima, ha una flotta di ragazzi dietro, riceve una richiesta di drink un paio di volte al giorno, e tra l’altro il padre vive a Milano per lavoro, nella mia città. Questa storia va avanti da 3 mesi, all’inizio è andato tutto liscio, un messaggino, lunghe chiacchierate, qualche mattina le ho fatto trovare una tazza di tè in ufficio, e poi l’ansia ha di nuovo preso il sopravvento. Tra di noi è chiaro che ci sia qualcosa, e addirittura è venuta lei a chiedermi di uscire un sabato e le ho detto di no con la scusa che avevo del lavoro arretrato, mi ha anche offerto di andare con lei in Italia a trovare il padre(non me l’ha chiesto esplicitamente, ma facendomelo capire), ho rifiutato per la paura di affrontare un viaggio con lei, per paura che arrivasse il momento di doverla baciare, addirittura ad una cena di lavoro dopo una mostra ha bevuto un pò di più e mi ha fatto capire che voleva proprio quello. E io nulla. Una sera in ufficio non voleva andare via, temporeggiava davanti alla porta, e io non ho fatto nulla. Dopo tutte queste cose, mi sono rifugiato in Italia, e tornerò a lavoro tra un mese, proprio perché la situazione mi stava distruggendo. Ora lei è molto fredda, non mi vuole sentire, risponde freddamente ai messaggi, mi ha anche detto che ha un ragazzo. Una volta le ho anche scritto che mi piaceva molto parlare con lei, e lei mi ha risposto freddamente che le piace parlare con me come con chiunque altro dell’ufficio. Credo di averla persa, anche perché immagino che una persona così lanciata nella sua carriera, così impegnata e stressata voglia stare lontano dai guai, e ha capito che con me la possibilità di averne è abbastanza alta. La cosa è davvero frustrante, peraltro il mio desiderio sessuale è cresciuto vertiginosamente, lei è molto bella e davvero sexy, e mi fa impazzire la sua voce. Ma la mia ansia non mi molla, è come una gabbia nella quale sono rinchiuso, e prendo le decisioni in base alla cosa che mi da meno ansia, per cui sbagliate. Ho anche pensato di andare da lei e rivelarle tutto, ma è come se non volessi, non lo considero giusto. Una ragazza così bella, così determinata, ma anche così corretta e dolce, si merita una persona che sa cosa fare, come agire, e proverei comunque imbarazzo e vergogna a dirle che non ho mai baciato una donna. D’altro canto, continuando a fare passi da corteggiatore e poi evitando contatti fisici, rifiutando di baciarla, ottengo che questa persona mi guarda come un idiota, come uno che non sa cosa fare, e quindi anche lei rimane disorientata. E a New York è tutto molto veloce, i treni passano e ripartono in continuazione, se non li prendi è difficile recuperare.

Posso dire che queste ansie sono il mio verme, le ho 
dentro che strisciano e che mi impediscono di avere una vita 
normale; e col passare del tempo crescono, e sinceramente cresce 
anche la vergogna di una confessione del genere all’età che abbiamo. 

Vorrei risolvere questo problema, e in breve tempo, a 33 anni è brutto convivere con un rimpianto, figurati con due. Ma questo blocco d’ansia si presenta puntualmente, e non credo sia dovuto a una qualche paura di fallire una relazione o un rapporto sessuale, se ho raggiunto determinati obiettivi nella mia vita professionale è proprio perché non ho mai avuto problemi ad affrontare sfide e conseguenti possibili fallimenti. Credo che questo problema sia dovuto al mio carattere ansioso in primis, probabilmente una patologica intrinseca timidezza, e come conseguenza di questo a un blocco psicologico proprio dovuto al fatto che non sono mai andato fisicamente con una donna. Anche se probabilmente una così forte ansia non è giustificata da questo motivo.

La differenza, questa volta rispetto alle altre, è che è difficile scappare, allontanare e chiudere, dato che la persona in questione lavora con me, ci vediamo tutti i giorni, e tra l’altro vivo quotidianamente un altro tipo di ansia, quella di perderla, o meglio di non averla mai, vivo nella costante paura che si possa presentare una mattina accompagnata dal suo ragazzo, o che peggio la sera vada a dormire da lui e non la vedo uscire la mattina da casa sua(vive davanti all’ufficio). Credo sia un problema personale molto delicato, che rischia di incrinare il mio equilibrio psicologico, oltre che la mia vita professionale, cosa che in realtà ha già fatto, negli ultimi 2 mesi ho rallentato molto. Vorrei riuscire ad essere pragmatico e sicuro in queste cose come in tutte le altre cose della mia vita, lavoro, famiglia, amicizie. E non voglio più perdere occasioni di essere felice per un problema che riconosco essere banale, ma che in realtà poi tanto banale non è!!

Lettera pubblicata il 6 Gennaio 2014. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 10 commenti

  1. 1
    Aton -

    Alprazolam. Per sintomi come i tuoi max 25 gocce/giorno, 10 la mattina e 15 la sera. Solo dopo prescrizione medica, in Italia non te lo venderebbero altrimenti. Il resto è filosofia.

  2. 2
    Gabriele -

    Ciao Luca.

    Ho letto la tua lettera, e ciò che mi viene da consigliare è che le relazioni in ambito lavorativo sono sempre da evitare, sia nel bene, ma sopratutto nel male.

    Scritto questo, capisco, che il tuo stato emotivo, ti crei frustrazione e senso di vuoto, che tu non desideri.
    Non necessariamente la ragazza in questione percepisce in te la figura della persona nei guai, credo proprio di no, ma con il tuo comportamento, sopratutto se è una bella ragazza, quindi difficilmente resistibile, hai messo in discussione la sua bellezza, facendole capire che è poco attraente.
    Si è sentita presa in giro, offesa nel suo orgoglio di bella ragazza.

    Se fosse questo il problema, sarebbe di facile risoluzione.

    Il problema è che la tua ansia ti mette i bastoni tra le ruote, e questo ti impedisce di essere sereno e di vivere la tua vita, come tu vuoi e ti meriti, in maniera normale.

    Per quanto tu possa avere successo negli ambiti della tua vita, le relazioni, sopratutto quelle affettive e sessuali, sono molto più delicate, e il benessere economico della persona non costituisce alcun punto a favore, se non a sfavore.
    Mi spiego.

    C’è uno scrittore, se non erro, Aldo Busi, che afferma che l’amore vero è possibile solo tra poveri.
    Mi trovo perfettamente d’accordo con questa sua constatazione.

    Ora, tornando a te, senza ulteriormente divagare, penso più vie possibili di risoluzione al tuo problema.

    La prima può essere conoscere una donna di facili costumi, e cercare di risolvere il problema, però avendo le necessarie precauzioni.

    La seconda, è quella di essere te stesso, una persona normale con una difficoltà emotiva, e mostrarti all’altra persona nella tua genuinità e fragilità, quindi, mettendoti nelle sue mani.
    Qui ci vuole tanto coraggio e forza d’animo.

    La terza è fingere, ma non ti servirà a nulla.

    Se ci sono persone, che ti guardano dall’alto in basso per questo tuo trascorso, per ciò che sei, non aver dubbi.
    Non sei te quello fuori luogo, ma le altre persone.
    Spesso e volentieri si critica, si etichetta, non pensando di avere a che fare con una persona, con un suo bagaglio di esperienze, siano esse positive o negative.

    Hai 33 anni, e a mio parere è tuo diritto vivere la tua vita in maniera serena.

    Ciao

  3. 3
    Intheshadow -

    Hai paura di non essere soddisfacente sessualmente,e scompari.
    Fatti prescrivere dal dott Cialis o Viagra e acquisirai sicurezza fino alla normalita’e abbassando le dos

  4. 4
    Andrea -

    Guarda penso che da un lato il tuo modo di fare incuriosisca le donne perchè dimostri di non essere il solito malato di sesso, purtroppo però le donne stesse da questo punto di vista sono un pò contorte, se non ti dai da fare si offendono a morte e ti eliminano dalle conoscenze. Alcune ti danno tempo massimo 2/3 uscite, se non salti loro al collo ti spediscono.
    Questo problema lo ebbi da adolescente, in effetti ad alcune ragazze piacevo ma non dandomi da fare notavo che si offendevano e diventavano fredde, perchè sessualmente parlando devono sentire di piacere altrimenti si innervosiscono e tendono ad eliminare la causa del problema.
    Per cui il mio consiglio è di buttarti e pensare: chissenefrega! Altrimenti resterai sempre rinchiuso dentro la tua torre d’avorio.

  5. 5
    RedGirl -

    Ciao Luca, parto dal fatto che, come hai fatto notare tu, sei una persona di successo, e hai raggiunto molti obiettivi importanti, nonostante l’ansia ti mettesse in crisi, non solo in ambito sentimentale, ma in molti altri campi.
    Sebbene questa tua grande ansia ti perseguitasse durante i viaggi, durante le vacanze, immagino, anche sul lavoro, sei riuscito a raggiungere soddisfazioni molto grandi, se tutte le persone che soffrono di questi disturbi raggiungessero gli obiettivi che hai raggiunto tu, penso che tutti sarebbero ben felici di essere ansiosi quanto te.
    Se per quanto riguarda il tuo lavoro, puoi dimostrare molte cose con le tue sole capacità, in ambito sentimentale è più difficile in quanto ti devi rapportare con un altra persona e condividere emozioni e sensazioni.
    Prova a farti aiutare da uno specialista, e contemporaneamente pensa solo alla bellezza di un bacio o di stare accanto a una persona che ami, vai per gradi, fai una carezza, poi un abbraccio e avvicina le labbra a quelle di lei, concentrati su quanto di bello e positivo c’è in tutto questo, sai che prima o poi dovrà succedere, è bene che affronti seriamente questo problema, non può essere peggio che l’ennesima occasione che se ne va no? 🙂

  6. 6
    Lonely9 -

    Ti capisco, ho quasi 24 anni e ho lo stesso tuo problema. L’ansia mi impedisce di vivere la mia vita. Evito le persone che cercano di avvicinarmi per instaurare una relazione, evito le situazioni troppo intime. Mi vedo proiettata nel futuro e sono esattamente come ora, se non peggio. Non ho consigli da darti ma solo un abbraccio virtuale e spero che qualcuno possa darti buoni consigli.

  7. 7
    lucafasulli -

    Ciao ragazzi, tornato a New York e tornato a lavoro. Ora ho davvero bisogno di consigli, in una settimana è successo di tutto. Il primo giorno di lavoro una collega, con la quale mi ero confidato, mi riferisce che la ragazza in questione, che si chiama Rachel, ha parlato con praticamente tutto l’ufficio dicendo che avrebbe intuito che ho una cotta per lei e si è detta preoccupata perché vorrebbe farmi capire che da parte sua non c’è niente senza farmi soffrire. La mia collega peraltro le conferma il mio stato d’animo, in pratica tradendo la fiducia che avevo riposto in lei. La stessa sera Rachel torna in ufficio dopo una serie di incontri di lavoro e cominciamo a chiacchierare; all’inizio del più e del meno, io non sapevo molto che dire, ero confuso e abbastanza in shock. Casualmente comincio a parlare dei miei problemi con le relazioni, dei miei blocchi e delle mie ansie(grosso modo il mio post), e a sorpresa di fronte a me trovo una persona esattamente come me, forse addirittura peggio. Parlando viene fuori che lei non ha mai avuto una relazione, che appena le cose si fanno serie con un ragazzo si sente oppressa, che quando le scrivono i messaggi automaticamente si chiude a riccio e il ragazzo in questione non le interessa più, sta male fisicamente, non riesce a respirare e le viene da vomitare. Lei non ha problemi a relazionarsi sessualmente con un ragazzo, se ha la possibilità di scaricarlo il giorno dopo e di non vederlo più. Mi ha detto che non può andare ad appuntamenti con i ragazzi perché le viene l’ansia, letteralmente “preferirei essere ad un funerale piuttosto che ad un appuntamento”, una volta è scappata quando il tipo è andato in bagno. La storia più lunga che ha avuto è stata di due mesi con un tipo che viveva in Tunisia, e quando lui le ha detto che sarebbe venuta negli States a trovarla, lei ha addirittura cambiato numero di telefono. Dopo questa conversazione, abbiamo portato il rapporto su un altro livello, rimaniamo sempre in ufficio a parlare, e parliamo di cose molto personali, dei nostri problemi con il sesso opposto, delle nostre famiglie, delle nostre vite, dicendoci cose anche abbastanza imbarazzanti. In mezzo a tutto questo, a volte capita che dica frasi per allontanarmi, tipo che non le piacciono i ragazzi che hanno successo nel lavoro, oppure che se sa che uno prova qualcosa per lei, lei continua a frequentarlo perché se non lo fa e al contrario lo evita, aumenta il desiderio.

  8. 8
    lucafasulli -

    Mi ha anche detto che se mai un ragazzo andasse da lei a dirle di essere innamorato, lascerebbe la sagoma nella porta da quanto veloce scapperebbe.
    Il punto ora è questo. Tra di noi c’è un feeling particolare, è innegabile, quando ci vediamo e cominciamo a parlare è difficile che riusciamo entrambi a non sorriderci, ridiamo molto e il nostro rapporto si sta trasformando in qualcosa di più intimo, ma che faccio fatica a capire. Un amico mi ha detto che sto facendo bene, che devo farle vedere che di me si può fidare e che forse è solo spaventata o insicura; dal mio punto di vista, sta cercando di iniziare un rapporto di amicizia senza lasciare che la mia cotta(di cui lei è a conoscenza) influisca sullo stesso. Se non fossi così follemente innamorato lascerei che le cose seguano il loro corso, anche se tutto questo potrebbe sfociare solo in una straordinaria amicizia; ma purtroppo il sentimento c’è, e io non so se tenere duro e avere pazienza o, spinto dall’ansia e dall’insicurezza, dichiararmi direttamente ed evitare possibili perdite di tempo e di energie. Non vorrei vivere una cosa completamente diversa dalla sua, e ritrovarmi magari tra qualche mese illuso e depresso. Sto anche pensando che abbia inventato tutte le cose relative ai suoi problemi relazionali, anche se ammetto che ci vuole parecchia fantasia.
    Grazie dei vostri consigli!!!

  9. 9
    Rossella -

    Non riesco a darti una risposta perché non sono mai stata la classica ragazza che ha paura di trovarsi in una serie di circostanze nelle quali non mi sono trovata per altri motivi. Non ho vissuto la mia adolescenza in funzione del primo bacio… della serie “via il dente via il dolore”. Sono prearata all’idea che ci sono esperienze che nella vita mi potrebbero essere precluse. Per, per quanto possa sembrare materiale, l’uomo per me è come un mobile intarsiato in stile Luigi XVI. Non trovo differenze. Un ragazzo che desidera trascorrere del tempo insieme a te non ti dirà mai “andiamo a cena fuori”. O incontri un mobile intarsiato in stile Luigi XVI e perdi le tue giornate con il pensiero ad aprire tutti i cassetti, a spolverarlo con la fantasia o devi imparare ad amare il personaggio. Questo ci tengo a dirlo: ci sono tantissimi ragazzi che in amore non si sentono dei conservatori e trovano un modo per organizzare il loro desiderio di trascorrere del tempo con te. Esorcizzano il desiderio, insieme alla paura di fallire, semplicemente animando il personaggio. Questo corteggiamento è impegnativo sotto tutti i punti di vista perché a parole tutte desideriamo l’uomo che mette il mondo ai nostri piedi, ma alla fine tutte queste attenzioni ci portano ad uscire da noi stesse quanto non siamo dei personaggi hollywoodiani.

  10. 10
    Rossella -

    …non sei in grado di portare fuori il tuo entusiasmo perché l’imbarazzo piega ogni tuo slancio quando non è accompagnato da una vena poetica che ti rassicura sulla bontà delle sue intenzioni. Un mobile intarsiato in stile Luigi XVI non ti cagiona nessun turbamento dell’animo, ma considerando che te la canti e te la suoni direi che devi avere fede. La ricchezza di queste tue emozioni e anche la preziosità del tempo che gli dedichi valgono un atto di fede. Perlomeno hai la possibilità di manifestarti in tutto il tuo essere. Come donna ti senti realizzata. Poi ci sono anche le vie di mezzo. I due opposti spiegano diverse “stranezze” degli uomini. Più si sta insieme con il cuore e con la mente e più si avanza sulla strada del buon senso. Da un uomo impegnato nel suo lavoro non mi aspetterei le stesse conferme che ti può dare un fidanzato. Magari ha paura di perdermi, ma non riesce a manifestare questo tarlo. Alla fine sono proprio queste “stranezze” ad umanizzarlo. D’altro canto quando si scivola nell’abitudine la donna arriva a considerare superflui tanti gesti. Anche qui dipende dal rapporto che si ha con il superfluo. Magari fa piacere anche se non ha un significato.

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