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Accontentarsi o chiudere?

di

Salve a tutti,

scrivo qui perche’ spesso ho trovato consigli nei vostri commenti.

Dall’ultima volta che ho scritto e’ cambiato tutto, ho cambiato citta’, vita e ragazzo!!Fortunatamente e’ cambiato in meglio.

L’anno scorso ho conosciuto il mio attuale ragazzo, e dopo 6 mesi insieme siamo partiti per un viaggio di 5 settimane da favola.

Il problema e’ che lui lavora moltissimo, e spesso ci vediamo 1 o due giorni la settimana….io ho i miei impegni e le mie cose da fare ma mi sembra di vivere una vita da vedova…poiche’ nei weekend e’ impossibile vedersi e di andare a vivere insieme ancora non si parla….cioe’, ne abbiamo parlato due mesi fa e ci sembrava prematuro…entrambi lo pensavamo, anche perche’ teniamo ai propri spazi tutti e 2. Proprio per questo mi sento una stupida a fare storie e fargli capire che per me non e’ abbastanza…..ma questa storia sembra non avere soluzioni….e io sono stanca…non lo voglio mettere sotto pressione anche se sono innamoratissima e se lui me lo chiedesse ora ovvio che gli direi di si’…ma penso che lui sia ancora un po’ immaturo e non voglia fare questo passo….(io ho gia’ una convivenza alle spalle)..cosa fare???quando stiamo insieme e’ fantastico….prendere, accontentarsi o lasciare?????????????

Lettera pubblicata il 12 Agosto 2016. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    michelle -

    Non basta stare bene quando si e` insieme. Bisogna avere progetti comuni, sentire che si sta andando nella stessa direzione, che ci si viene incontro..

  2. 2
    Rossella -

    Ciao,il quadro che hai tracciato è veramente molto generico. La lontananza è uno di quei filtri letterari che hanno la funzione di trasfigurare immaginosamente la realtà.L’indipendenza e l’impossibilità del piacere sono due elementi che richiedono grande dominio di sé. Tantissimi anni fa, mi è capitato di presenziare ad un colloquio tra i miei genitori e un signore molto distinto che con estrema candidezza ha affermato che l’uomo è portato a rincorrere certe immagini e che non ha bisogno di trovare le tentazioni al di fuori della sua mente. L’ambiente, ad un certo punto, tende ad assuefarlo. Quando esce con sua moglie è già prevenuto sulla serata, non solo: vive tutta la sua vita come un colloquio affettuoso con i suoi cari… questa sua determinazione ha contribuito ad educare i suoi sensi, portandolo oltre l’acerbo vero di cui parla Leopardi quando vuole raccontare le illusioni giovanili. Ti parlo di un uomo poco più che trentenne, laureato e con uno studio che si è avviato proprio negli anni in cui sono venuta alla luce. Ormai sono passati tantissimi anni, ma questa cosa mi è rimasta impressa perché bastava entrare nel suo studio per farsi un’idea del suo rigore e della nobiltà dei suoi propositi. Faceva studio in un appartamento ammobiliato, in cui aveva una stanza… era situato al centro della città, in un palazzo veramente elegante. L’immobile era arredato come un salone di rappresentanza… la famiglia che ci aveva vissuto aveva degli impegni che lo rendevano funzionale per la coppia che lo abitava. Ecco, non era esattamente uno di quegli immobili in cui trascorreresti volentieri la giornata. La padrona di casa aveva i suoi ricordi e ci stava bene… in genere se non hai una vita mondana molto intensa preferisci altre soluzioni abitative. Quell’ambiente evoca il gusto… la cornice idillica fornisce una conclusione di tipo raziocinante, non filosofico, al bisogno dell’uomo, un bisogno che non si può negare… si può governare. Ti consiglio di non essere precipitosa!

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