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A te (3)

Il tempo che ho lasciato scivolare tra noi è una distesa di sabbia scura. Giochi ipnotici nell’acqua – piccole scaglie di roccia gettate a mare, che guizzano e sprofondano, cerchiando la superficie. Sono semplicemente io, nella parte buona, quella avvinghiata al mattino, alla vita, all’ordine, la piccola infelice -pensi che mi sia mancato l’amore primordiale sul quale si fondano le esistenze equilibrate? – che si sente bene e che dal suo bene punta il dito, segna i confini, scava la stessa sabbia di ciottoli. Insistente e onesta fino in fondo. Lasciami trovare la voce migliore per dire quello che devo dire, lasciami tornare a quella sera in cui d’ improvviso diventasti vento (solo allora mi accorsi che passavi e portavi via la vita).
Accade credo a molti di accorgersi di star vivendo una cosa sbagliata, soprattutto se si tratta di sentimenti. Da un fatto, soprattutto: che ti rende peggiore di come sei, di come sai di essere. Ed io lo so bene, non mi piaceva com’ero, con te. Mi coprivi con una coltre di sassi che ostacolava pensieri e movimenti e così tutto diventava un susseguirsi di spigoli,errori, storture. Non mi piaceva l’immagine di me dolorante ed appesa ad un filo che il (non) rapporto mi rifletteva. Non mi piaceva il bisogno di farmi riconoscere, il valore che si attribuiva alla relazione che veniva da te sempre sminuito se non annullato, la manipolazione, la violenza psicologica sottile ma costante: un giorno picchiavi e il giorno dopo medicavi , come si faceva nella torture di guerra. Ti specchiavi su di me, ed io diventavo soltanto una reggitrice di specchio, un oggetto nelle tue mani. Non venivo vista e apprezzata per la mia diversità, perchè ero appunto una proiezione delle sue aspettative del momento. Non ero considerata nella mia unicità ma diventavo una categoria.
Ben venga la conoscenza dell’altro con lo scopo di conoscere se stessi; ma ci sono situazioni che non lo permettono perchè l’altro non ci riconosce la possibilità di farlo. Più mi addentravo nella tua conoscenza, nell’accettazione della tua diversità malata ma benevola, più venivo colpevolizzata, manipolata ed allontanata.
Amavi sezionarmi, tagliarmi a pezzettini, da una parte i pezzettini buoni e dall’altra quelli cattivi che superavano di gran lunga i primi.
E così mi ritrovavo a cercare di rimettere insieme i pezzi e ridiventare un “individuo”.
Tu non ti senti intero, unico e quindi devi de-formare gli altri, eppure ogni individuo è unico, con le proprie caratteristiche ed il proprio vissuto. Ma tu non riesci ad accettare questo. Ti mascheravi da grillo parlante e mi sussurravi all’orecchio che lo facevi per il mio bene,essendo moralmente ed eticamente superiore a me era tuo dovere farmi notare i miei innumerevoli difetti e così mi massacravi. Mi tagliavi a pezzettini per rendermi uguale agli altri, per togliermi la forma, per potermi manipolare meglio. Hai paura dell’unicità, della diversità, la invidi perchè non la possiedi. Sei costantemente frammentato (tranne quando sei consapevole che la “vittima ” sta soffrendo in modo indicibile o hai tra le mani una nuova “vittima” da vampirizzare).
Hai una visione distorta dell’amore, hai paura dell’ incredibile forza svelante dell’amore e di conseguenza vedi la persona che ama come un’ enorme pericolo per te stesso…
Ritorno per un momento a quelle notti in cui ti guardavo scorgere le tue rovine (per poi fuggire tale visione, inorridito) …ritorno a quelle notti in cui ti cullavo affinchè tu potessi “contenerti”: una valanga di tenerezza … sussurravo un’antica nenia che diventava preghiera sulle mie labbra, rituale, gesto d’imperio e d’amore con il quale chiedevo ai fantasmi (umani troppo umani i tuoi …come quello della più intensa passione della tua vita: C. D.) di allontanarsi dalla tua anima in disarmo ( perchè vicina al sonno).
Anche se fuori era buio in me era sempre chiaro giorno…

Lettera pubblicata il 26 Maggio 2013. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    demon -

    Accipicchia che bella lettera… Se ti chiedessi di sentirci per email accetteresti? Penso di no, ma tentar non nuoce… Se vuoi lasciami una tua email che ti scrivo.

  2. 2
    Mark -

    Tratto da: le porte d’egitto…! 🙂
    sono dei bei versi comunque. Esprimono a pieno il terribile gioco portato avanti da certe persone nel confronto di altre, apparentemente più deboli di loro, o semplicemente più sensibili. Ma come difendersi da tali atteggiamenti quindi? Si rischia di diventare come loro dopo un simile trattamento psicologico…

  3. 3
    demon -

    Ahhh quindi non e’ farina del suo sacco, oppure e’ la stessa autrice di quel sito che hai indicato tu, Mark… anche se non ho ben capito se si tratta di un’opera famosa; non sembrerebbe…

  4. 4
    Raissa -

    Le tue parole appartengono a quel famoso registro aulico di qui parlava Montale,il quale tanto odiava.Termini troppo letterati,sembra quasi una poesia piuttosto che una lettera…torna alla realtà e non a queste parole che ti fanno fantasticare con la mente. Se vuoi la tua lei vai e riconquistala.

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